Schumacher alla Mercedes, cruda realtà

Sarà difficile anche in futuro, per i tifosi Ferrari e per i suoi vertici, soprattutto per Montezemolo, digerire quello che è stato definito “l’alto tradimento” di Michael Shumacher. Si era detto, si era dichiarato ferrarista a vita, anche se a dire il vero quel ruolo da Superconsulente, lo si vedeva da miglia lontani, gli stava davvero stretto. Che il Kaiser tedesco fosse diventato ormai un simbolo, un’icona del Cavallino lo dicevano le cronache, lo dicevano gli spot, lo dicevano i cuori di quanti seguono con passione lo sport motoristico italiano e le vicende della Casa di Maranello in particolare. Ma “Mai dire Mai”, come scriveva Fleming. Anche il più fedele degli alfieri può cambiare bandiera e passare col “nemico”, al soldo della corazzata germanica che, da quest’anno, rappresenta il team ufficiale di casa Mercedes.

Sono tante le domande che adesso tutti noi ci poniamo: quanto era sincero l’innamoramento di Shumacher per la Ferrari? Quanti e quali segreti carpiti, assimilati, imparati per anni (sia dall’abitacolo delle Rosse che dal muretto del Team Ferrari) adesso Shumy potrà portare in dote agli uomini di Stoccarda? E poi, quali reali possibilità avrà un pilota come lui, anche se un Campione assoluto, rientrando, dopo tre anni di stop, all’età di 41 anni?

Le domande sono lecite, ad alcune potremmo rispondere subito, per altre sarà la pista a parlare. Certo è che la Ferrari, oramai, più che un ruolo da consulente non aveva null’altro da offrire. Piloti giovani, scalpitanti e promettenti, un futuro da costruire: tutte priorità che non avrebbero potuto concedere a Michael niente più che un rientro in corsa, in sostituzione di un Massa malconcio, per portare a termine il campionato ’09. Certo non fanno piacere adesso dichiarazioni come quelle rilasciate da Schumacher, in merito al suo compiacimento di sentir parlare la sua lingua, il tedesco, all’interno del team della “Stella a tre punte”. Sembra un po’ uno schiaffo per noi italiani che in dieci anni lo abbiamo sentito biascicare la nostra lingua poche volte, e male!

In ogni caso, Amen, storia chiusa: Schumacher è tedesco, vuole correre per un Team tedesco (anche se con una sede in Gran Bretagna), fatto da tedeschi che mettono a punto un’auto tedesca dotata di un propulsore tedesco, a fianco ad un altro pilota con passaporto tedesco: più nazionalista di così!
Non esistono più eroi romantici, non esistono più porta-bandiera, esiste il business, esiste, tutto sommato, anche la voglia, certamente lecita, di tornare a correre potendolo fare da protagonista. Quello che il tedesco ha fatto per la Ferrari lo avevamo già consegnato agli Albi d’oro, e così è giusto che sia, oggi parliamo però di Ferrari, della nuova Ferrari, dei suoi uomini, dei suoi mezzi, dei suoi piloti. Schumy è ormai dall’altra parte delle Alpi, noi ci occupiamo dei nostri: si chiamano Felipe Massa e Fernando Alonso, sono il presente, sono il futuro!

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