Ferrari vs. Red Bull, vince l’affidabilità

Il mondo della Formula 1 ricomincia a girare, e la Ferrari sale sul suo “tetto”. Arriva l’80esima doppietta delle Rosse, l’ultima era stata in occasione del GP di Francia del 2008. Ma in effetti questo Gran Premio del Bahrain non ha riservato enormi sorprese, anzi quasi tutto quello che ci si poteva aspettare è stato confermato. Ferrari e Red Bull si confermano le squadre al top, in quanto a prestazione, velocità, superiorità dei team in generale. Ma la squadra di Maranello è riuscita a battere il team anglo-austriaco sul terreno dell’affidabilità. Cioè proprio su quello che è il punto di forza delle auto del Cavallino e, di contro, quello che è il punto debole delle auto di Newey.

Il trio Vettel, Alonso, Massa ha subito imposto un ritmo di gara inarrivabile per tutti gli altri. Sembrava chiaro, già dalle prime tornate, che il podio sarebbe stato un affare loro. L’unica incognita che tutti (piloti, team, pubblico e osservatori) cercavamo di valutare risiedeva nel consumo di benzina e pneumatici e soprattutto nell’usura di quest’ultimi. Le prestazioni dei big sono state abbastanza uniformi durante l’intero svolgersi della gara. Tuttavia possiamo già notare che le Red Bull andavano meglio con le morbide, quindi nel primo stint, mentre Ferrari e McLaren hanno dato il massimo con le dure, quindi nella seconda e finale porzione di gara. Le Mercedes, che hanno ancora accusato qualche problema di trazione e tenuta in curva, erano e sono subito dietro. Button è rimasto dove ce lo aspettavamo. Purtroppo per lui non è riuscito a sfruttare il potenziale di una vettura che non è certo al top, ma che sorride più al compagno anglo-caraibico.

Il copione sembrava scritto. Alonso non ha potuto aspettare che qualche metro per mettere subito in chiaro le gerarchie all’interno del team di Maranello, superando di forza Massa ed imponendosi subito come l’unico inseguitore diretto di Vettel. Hamilton pagava una brutta partenza, vedendosi costretto ad inseguire il giovane Rosberg, che poi è riuscito a sopravanzare. Schumacher ha fatto il suo e difficilmente avrebbe potuto fare di più, pagando anche nei confronti del suo compagno di squadra, che gli rimane davanti per tutta la gara. Webber in ombra per tutta il gp si candida ad essere uno sparring partner nei confronti di un velocissimo e famelico Vettel.

E rimaniamo su Vettel, perchè è il suo guasto a cambiare il volto alla gara. Come tutti ci aspettavamo è l’affidabilità l’unico neo delle creature di Adrian Newey, come già lo era ai tempi delle McLaren di Hakkinen e Coulthard. Il campioncino tedesco ha un problema, serio, ad uno degli scarichi e di schianto perde a vista d’occhio rispetto ai suoi inseguitori. La sua velocità di punta in rettilineo scende di circa 20 km/h. Cerca di resistere alle Rosse che sopravanzano, ma dopo poco non può che dare strada, prima ad Alonso, poi a Massa, quindi ad Hamilton.

Dietro Vettel arrivano anche le due Mercedes. Rosberg fa di tutto per approfittare del problema tecnico del pilota della Red Bull. Perfino Schumacher, che sopraggiunge da dietro, è incoraggiato dal suo ingegnere a spingere, perchè avrebbe la possibilità di passare l’autore della pole. Così non è. Schumy non ha il tempo di prendere contatto con Vettel, e lo stesso Rosberg non riesce a sopravanzare un Vettel sugli scudi, che si difende come può e alla fine chiude quarto. Deluso ma consapevole delle potenzialità di una vettura che deve, immediatamente, risolvere i propri problemi di affidabilità. Hamilton passa e ringrazia, finendo terzo. Ma rimane l’interrogativo: Vettel avrebbe potuto vincere senza il problema riscontrato? Molto probabilmente sì! In ogni caso matura così la prima doppietta della stagione per la Ferrari. Con un pilota, Alonso, che al suo debutto col Cavallino vince e convince.

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