Il Campionato delle altre: facciamo un bilancio

Non è soltanto il mondiale dei “Fantastici 4” (Red Bull, Ferrari, McLaren e Mercedes). Se questi sono i team che lotteranno per il primato alle loro spalle ci sono altre otto scuderie con i loro obiettivi e desiderose di inserirsi nelle posizioni che contano. Dopo tre gran premi proviamo a tracciare un bilancio delle “altre”, per capire quale di esse può ergersi al ruolo di “outsider” e quali ambizioni queste squadre possono coltivare.

Come spesso accade i test invernali rivelano mezze verità, e spesso inducono a giudizi fin troppo affrettati.

Una delle vetture più performanti del “campionato d’inverno”, quello inutile che non porta punti, è stata la Sauber.
La scuderia di Hinwill che tornava in F1 dopo 3 anni di assenza era stata promossa dalla critica come uno dei progetti più interessanti, molto curata nel retrotreno e insolitamente squadrata, la C29 nei test si era dimostrata molto veloce.

Purtroppo il team elvetico non ha mantenuto le aspettative, cinque ritiri in tre gare per guasti meccanici e solo una volta nella top ten in qualifica. Unico traguardo quello dell’esperto De La Rosa in Australia: 12° ma incapace di difendere il decimo posto nella bagarre finale. Sta deludendo anche Kamui Kobayashi il giapponese volante che aveva impressionato tutti con la Toyota l’anno scorso e che per adesso non ha lasciato il segno. Peter Sauber preoccupato si aspetta una svolta dalla Cina dove debutterà il nuovo direttore tecnico James Kay.

Sono di umore opposto gli uomini Renault; la casa francese, nobile decaduta sembrava essere ormai giunta al tramonto dopo i fasti dell’era Briatore. Il team,diventato privato, sembrava destinato dopo i test invernali al ruolo di mera comparsa del Circus, più vicino agli ultimi che ai primi.
Risultato: 30 punti in 3 gare, un secondo e un quarto posto grazie al talento immenso di Robert Kubica, autore di tre gare spettacolari e capace di sfruttare tutto il potenziale della Regiè che forse è più alto di quanto si possa pensare. La vettura francese, passo corto e muso grosso, magari bruttina esteticamente ha però grandi margini di miglioramento. Una bella sorpresa e una seria candidata al 5° posto nel mondiale, ovvero a vincere il campionato degli altri.

L’unica nota stonata in Renault per ora è la seconda guida Petrov. Diciamo per ora perchè la sua prova in Malesia è stata incoraggiante, se il russo in prestazione riuscisse almeno ad avvicinare Kubica il team francese potrebbe togliersi belle soddisfazioni.

Un discorso a parte e tanti complimenti merita la Force India. E’ l’esempio emblematico di come un piccolo team possa crescere e diventare una squadra solida, non una big ma sicuramente un team competitivo, fucina di idee e di  talenti.
Il team indiano motorizzato Mercedes è andato a punti in tutt’e tre le corse iridate fin qui svolte( 9°, 7°, 5°) e ha impressionato la facilità con cui Liuzzi e Sutil occupano stabilmente tra qualifiche e gara le prime dieci posizioni.

Sutil già nelle stagioni passate aveva dimostrato la sua competitività. Il tedesco vero talento in condizioni di bagnato ha ormai affinato la sua guida anche su pista asciutta, rivelandosi pilota veloce e affidabile. Liuzzi, bravissimo sul giro singolo e tenace in gara, mantiene alto l’orgoglio italiano e il suo valore non è più in discussione; brava la Force India a credere in lui. Se la VjM03 si adatterà ad ogni circuito il team inglese è il più serio candidato per insidare l’attuale 5° posto in classifica della Renault.

Difficile vedere a breve termine un guizzo di Williams e Toro Rosso.
La gloriosa scuderia inglese ha si racimolato punticini in tutte le gare dando però più l’impressione di essere un team di rincalzo in balia di altrui eventi (leggasi ritiri) che essere padrona del proprio destino con buona pace del veterano Rubens Barrichello che forse si aspettava qualcosa in più dal suo team.

Obiettivo raggiungibile della Toro Rosso è invece occupare stabilmente le prime 12 posizioni affacciandosi qualche volta in zona punti e nel contempo far cresere due giovani piloti come Buemi e Alguersuari.

Per non sparare sulla croce rossa mi riservo dal giudicare Lotus,Virgin e Hispania.
Le nuove scuderie sono un bene per il nostro sport che in mano ai soli grandi costruttori rischiava di annoiare un pubblico sempre più desideroso di spettacolo, alternanze al vertice e una griglia piena di vetture.

Queste scuderie oggi sono un  vero e proprio “work in progress”,  bisogna dare loro tutto il tempo per crescere. Comunque  la Lotus sembra essere un passo avanti, aspettando che la Virgin risolva i grossi  problemi di affidabilità e l’Hispania trovi la prestazione.

Bisogna avere pazienza, anche questa è Formula 1;  non è detto che una di queste tre cenerentole non possa nel giro di pochi anni diventare una principessa.

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