Dichiarazioni in Turchia. C’è diplomazia, ma Mark è nero

Attesissima la conferenza stampa del dopo gara in Turchia. Una gara nervosa e fratricida, almeno in casa Red Bull. Sorpassi al limite e duelli spigolosi. Fatale quello tra Vettel e Webber, al cardiopalma quello tra Hamilton e Button, pericoloso quello tra Alonso e Petrov. L’australiano è nero in volto e furibondo, ma non lancia accuse troppo forti verso il compagno di squadra.

Dopo l’incidente tra i due piloti Red Bull, Vettel non vuole parlare. Poi si concede ai microfoni e cerca di buttare acqua sul fuoco. Prima si chiude nel proprio motorhome per rivedere quanto successo sui monitor. Ne esce un po’ meno nervoso e con la “cresta” un po’ più bassa, forse capise che buona parte della responsabilità di quanto accaduto è sulle sue spalle.

Gli fa eco Mark Webber. L’australiano è nero! Parlotta con Hamilton e Button prima di salire sul podio. La sua faccia è un misto di rabbia, nervosismo ed incredulità. Dai gesti si capisce che cerca di spiegare ai due colleghi della McLaren che non sa come spiegarsi quanto accaduto. E’ furibondo, ma in fondo quello ad averci rimesso di più è proprio Vettel. La sorte, in fondo, è stata equa. Ma non ci sono grandi sorrisi sul podio. Hamilton e Button si spiegano, si abbracciano ma sanno che avrebbero rischiato tutto pur di duellare fino alla fine. Webber vorrebbe punire il ragazzino che gli avrebbe (condizionale d’obbligo) tolto la gioia della vittoria. In conferenza stampa prevale comunque la diplomazia da parte dei primi tre: Hamilton, Button e Webber:

Lewis Hamilton: “E’ stata una gara incredibile. Sapevamo di avere un buon passo. Sapevamo di essere molto vicini alle Red Bull, ma superare era comunque molto difficile. Durante il pit-stop ho perso tempo e, al rientro in pista, Vettel mi ha passato. Siamo rimasti tutti molto vicini. Quindi l’incidente tra Mark e Sebastian ci ha dato la possibilità di passare avanti. Ho lottato poi con Button. Devo dire che il suo attacco non me lo aspettavo. Dovevamo risparmiare benzina, gomme e freni. Difficile capire l’effettiva autonomia delle vetture. Ci dicevano solo di risparmiare. Comunque dedico questa vittoria a mio padre”.

Jenson Button: “Il duello con Lewis è stato davvero divertente. Sono passato all’esterno. Ci siamo poi affiancati, quindi Lewis è ripassato davanti. Dovevo risparmiare benzina e ho dovuto mollare. I nostri calcoli circa il consumo di carburante non sono stati esatti visti il ritmo di gara più alto del previsto. L’incidente delle Red Bull ci ha aperto la porta. Fortunatamente eravamo lì, grazie al nostro passo che è stato sempre buono. E’ bello combattere davanti. Siamo oggi molto vicini alla Red Bull, mentre solo tre settimane fa ci sembravano imprendibili. Il team ha fatto davvero un ottimo lavoro”.

Mark Webber: “Vettel aveva un po’ di vantaggio in velocità. In occasione dell’incidente fra noi due è successo tutto molto velocemente. Lui ha scartato verso destra e ci siamo scontrati. Sono molto dispiaciuto per quello che è successo, purtroppo è accaduto. Mancava comunque molto alla fine della gara. Avrei vinto. Se Vettel non mi avesse ostacolato e colpito io avrei vinto la gara“.

Emergono due dati importanti da queste parole. Il primo: Webber era sicuro di vincere e ritiene fatale l’errore (e la colpa) di Vettel. Il secondo: Hamilton non si aspettava l’attacco di Button. Attacco che la squadra aveva tentato di scongiurare con l’avvertimento della poca benzina (forse una scusa?).
A mettere il cappello della saggezza sul fuoco delle dichiarazioni a caldo i due Team Principals:

Martin Whitmarsh (Mclaren): “Le corse sono così. Abbiamo fatto una forte pressione sulle Red Bull e alla fine questo ha pagato. Avevamo un passo fantastico ed abbiamo raggiunto un risultato fantastico. Sì il duello tra Lewis e Jenson ci ha fatto sobbalzare il cuore. Poi vista la scarsità di benzina si sono calmati”.

Chris Horner (Red Bull): “Purtroppo Webber e Vettel non si sono lasciati spazio a vicenda. Per la squadra è un risultato molto deludente. Dovrò parlare alungo con i piloti. Anche i due piloti McLaren hanno battagliato fra loro, ma si sono rispettati e si sono lasciati spazio. Adesso il problema nostro non sta nel trovare il responsabile di quanto accaduto, il problema è che abbiamo perso come squadra. Abbiamo perso una doppietta e dei punti importanti“.

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