Piero Ferrari: “Sono incredulo ed amareggiato”

Se una cosa del genere fosse successa ai tempi del Drake, la reazione del “Grande Vecchio” sarebbe anche potuta essere plateale. In fondo, chi lo ha conosciuto, scommette che sarebbe anche stato in grado di ritirare le vetture e sbattere i piedi per rimettere le cose a posto. Ora sono altri tempi, altra era, un’altra Formula 1. Quella che comincia a non piacere più, dove i valori sportivi passano in secondo piano e chi fa il furbo, vince.

Dal Gran Premio d’Europa la Ferrari ne esce con le ossa rotte, non perchè la monoposto non fosse competitiva, anzi, ma perché a gestire la corsa vi erano dei commissari che si fanno chiamare professionisti ed in realtà sembrano pescati dalle gare “tempo libero” che si fanno con i kart (con tutto il rispetto per la categoria).

Questa volta però la gestione ridicola della corsa è stata plateale e i milioni di telespettatori hanno alzato un coro quasi univoco: “Così, è una vergogna”. Non tanto perché la Ferrari è quella che ci ha perso di più, tanto perché il modo in cui sono gestite le gare è a dire poco amatoriale. L’errore durante il nono giro con la safety car è solo l’inizio di una lunga serie di pasticci con un minimo comune denominatore: la lentezza. Ritardo nel fare uscire la safety car, per dare la penalità ad Hamilton e agli altri nove piloti più avanti… e non è certo la prima volta quest’anno.

Adesso, Charlie Whiting e company si grattano la testa e guardano l’orizzonte quando qualche giornalista gli chiede spiegazioni, segno che effettivamente si sono resi conto di averla fatta grossa questa volta.

Intanto, anche Piero Ferrari da Maranello ha voluto dire la propria. In genere, il figlio del Drake e vicepresidente della Ferrari non si lascia andare a facili proclami e dichiarazioni al vetriolo, ma questa volta sembra non essersi risparmiato: “Sono incredulo e amareggiato non solo per la Ferrari ma per questo sport, non è certo questo quello che ci si aspetta da dei professionisti. Seguo da sempre anche le gare dei campionati statunitensi dove l’ingresso della Safety Car è frequente ma non ho mai visto niente di simile a quello accaduto oggi sul circuito di Valencia e farsi venire qualche dubbio sui comportamenti che hanno portato a una gara falsata mi sembra più che lecito”

L’immagine dello sport ne risente più di chiunque altro e la Formula 1 ha ricevuto una coltellata, l’ennesima. Ma per quanto potrà resistere?

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