Toro contro Toro. Vettel contro Webber

Non c’è imagine migliore per illustrare l’attuale scontro tra i due piloti Red Bull. È lo stesso logo di casa: la fotografia del momento. Eccoli lì i due tori a scornarsi e scontrarsi, a battagliare tra loro, a non risparmiarsi, in pista e fuori. Le staccate, le frenate, le sportellate, le parole taglienti, le corna appuntite: sono queste le armi con cui si confrontano ad ogni week end di gara Sebastian Vettel e Mark Webber. Da una parte un giovanissimo talento, un astro nascente che ha fretta di vincere. Dall’altra un veterano agli sgoccioli della carriera che intravede la possibilità, ora più che mai, di mettere in bacheca un titolo che coronerebbe un’intera carriera, da “vita da mediano”.

Già, la lotta è tutta qui, perchè le due Red Bull fanno un campionato a sè. Sono le auto migliori, le inarrivabili, le intoccabili creature perfette di Adrian Newey. Lo dicevamo all’inizio della stagione e lo ripetiamo ora, è (d’altronde) lapallissiano. Dominano incontrastate, eppure entrambi i vertici delle classifiche sono occupati dalla McLaren. E qui un peso decisivo, che potrebbe diventare più grave d’ora in avanti, ce l’ha proprio questa lotta intestina alla Red Bull stessa.

La superiorità tecnica è indiscussa ed indiscutibile. Un progetto quasi perfetto, che migliora di gara in gara. Coraggioso e lungimirante. Telaio, aerodinamica, tenuta, affidabilità: a questi elementi forti adesso si aggiungono chicche che stanno sancendo una costante superiorità. Parliamo del differenziale, degli scarichi bassi, del profilo estrattore ecc. Ogni elemento viene sviluppato al meglio, con cognizione di causa, e finisce per mettere le due RB6 sempre un passo avanti a tutti gli altri. Ma due tori in una stalla si stanno facendo troppi. Al momento ognuno dei due piloti Red Bull ha un obiettivo primario: battere il compagno di squadra. Anche perchè battere l’altro significa, quasi sicuramente, andare a vincere… perchè gli altri sono dietro.

Ma questa gara di Silverstone ha dato un verdetto: il campione, ancorchè acerbo, si chiama senza dubbio Sebastian Vettel. È lui il vincitore morale di questa gara, lui quello che ha mostrato di essere il migliore sull’auto migliore. Una rimonta incredibile la sua, dal fondo del gruppo. Una rimonta colmata nell’ultimo, estremo sorpasso ai danni del connazionale, Adrian Sutil per la conquista del settimo posto. Da 24# a 7#. Un Martello. Webber domina sì, ma non poteva fare altro che dominare, lì davanti dall’inizio alla fine. Lo batte, è vero, alla prima curva. Parte meglio, come tutti quelli dal suo stesso lato. Ma se Vettel, al via dall’altro lato, non avesse rotto la gomma posteriore destra non sarebbe certo finita lì. E non l’ha rotta per colpa sua. Rimane il dubbio su un probabile contatto con Hamilton. Webber invece si lamenta sempre un po’ troppo. Metteva mani avanti per l’ala nuova non avuta in qualifica, poi con l’ala vecchia c’ha vinto il Gp.

Che i due non si amassero lo si era capito gia’ da tempo. Adesso, al di la’ di ogni diplomazia, e’ guerra aperta. Lo stesso Vettel ha detto di Webber, subito  dopo la fine della gara inglese: “Non siamo mai stati davvero amici, siamo di due generazioni diverse. Io sono molto piu’ giovane“.
Detto questo stiamo assistendo comunque ad un bellissimo campionato, dove succede tutto ed il contrario di tutto. C’è una squadra che domina (Red Bull), ma non è la prima nel Campionato costruttori. C’è una coppia di piloti (Vettel e Webber) che ha tra le mani la macchina migliore, ma sono terzo e quarto in classifica. C’è una squadra che sembrava in difficoltà (McLaren), ma è l’unica che tiene testa alla Red Bull. C’è una squadra che sembrava da podio ed in definitiva rimonta (Ferrari), ma a Silverstone non fa neanche un punto. Infine, c’è una Federazione che doveva cambiare il mondo della F1 (la FIA), ma continua a ripetere, aggravandoli, gli errori di sempre.

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