Gp Brasile: pagelle verdeoro

Sebastian Vettel 10 e lode. Concentrato e impeccabile in tutte le sessioni del week-end, Sebastian ha sfruttato a pieno tutto il potenziale di una Rb6 imprendibile in Brasile. Mancata la pole nella pazza Q3 ha rimesso le cose a posto in poco più di un centinaio di metri con una partenza perfetta. Liberatosi dell’incredibile Hulkenberg Vettel è scappato via; pochi giri e già due secondi di vantaggio sul compagno rivale Webber. Da lì soltanto (stra)ordinaria amministrazione. Quarta vittoria stagionale, nona in carriera, sogno mondiale vivo. E’ significativo che sia stato lui a vincere nel giorno in cui la Red Bull si è laureata campione del mondo Costruttori. SIMBOLO

Mark Webber 9 Deve essere difficile affrontare una volata mondiale sapendo di avere a disposizione la vettura più performante del lotto ma allo stesso tempo un compagno di squadra terribilmente veloce che tutto farebbe purchè darti strada. Altra sconfitta onorevole per Mark, altro risultato buono in assoluto ma da amaro in bocca, da riflessioni a quattrocchi con chi, proprio, questo mondiale te lo vuole far sudare fino all’ultima curva. Secondo posto, tre punti guadagnati su Alonso dopo una gara gestita con esperienza e sangue freddo ma anche quel decimo di troppo  nelle qualifiche che è diventato abitudine e tormento. INCOMPRESO   

Fernando Alonso 9 Che la Red Bull fosse così forte su un circuito che dai più era indicato come favorevole alla sua F10 probabilmente non se lo aspettava nemmeno lui. Capita  l’antifona Fernando si è impegnato a limitare i danni complicandosi però la vita in qualifica. Riaggiusta le cose in gara correndo in modo consistente e tambureggiante; bellissimo il sorpasso a incrocio sulla Williams alla Descida do Lago, ottimo il ritmo sulla distanza, negli ultimi giri prova a spaventare Webber avvicinandosi pericolosamente. Chiude terzo conquistando il quinto podio di fila ma soprattutto resta leader della classifica iridata. BRAVISSIMO

Lewis Hamilton 8 Lamenta per tutto il fine settimana problemi di grip e di gomme, la McLaren proprio non c’è eppure lui sabato fa un gran lavoro, conquistando una insperata seconda fila. Come in Corea però pochi giri dopo la partenza va lungo in frenata e Alonso lo passa agevolmente. Chiude quarto, lamentando continui problemi di graining ma alla fine è autore del giro più veloce della gara. Combatte con il talento contro una McLaren un po’ troppo “swing” ma è ancora, seppur di un soffio, in lotta per l’iride. STOICO

Jenson Button 8,5 Per il titolo è il giorno della resa incondizionata perchè è matematicamente e non di poco fuori dai giochi, ma con una McLaren in difficoltà è autore di una prova davvero convincente, di quelle sue, tutta pazienza e strategia. Spento tanto da essere irriconoscibile si qualifica in undicesima posizione e in gara è invischiato nel peggiore dei trenini. Eureka, Jenson azzarda una sosta precoce e via con gomme dure e, soprattutto, strada libera; scommessa, manco a dirlo, vinta. La mossa riuscita gli restituisce tono e voglia di divertirsi, oltre che fargli scavalcare svariati avversari. Chiude quinto insidiando Hamilton, ah però. TATTICO

Felipe Massa 4,5 E meno male che questa doveva essere la sua gara, la sua pista, la sua rinascita. Niente di tutto ciò, soltanto un triste dimenarsi tra le curve del suo amato tracciato denunciando da venerdì una totale mancanza di aderenza. Questa Ferrari punta troppo poco con l’anteriore, ha un comportamento troppo neutro e su un circuito così particolare Felipe ha pagato questa caratteristica ancora di più. Nono incolore in qualifica, in gara capitano tutte a lui, costretto a una doppia sosta in due giri scivola in fondo al gruppo e poi nel traffico. Subisce l’onta del doppiaggio; parte della squadra lotta per il titolo con Alonso, parte, quella che a lui fa capo, aspetta il 2011. PAPERINO 

Nico Rosberg 8 La prova di Nico è importante perchè mai come a Interlagos la Mercedes è apparsa leggermente opaca. Tredicesimo in griglia, davvero lontano dai suoi standard approfitta magistralmente della lotteria dei pit stop, evitando di rimanere dietro i trenini formati da Hulkenberg prima e Sutil poi. Tempismo perfetto, corre in solitaria e in buona posizione una gara che per lui si preannunciava sofferta. ESEMPLARE

Michael Schumacher 7,5 La certezza è che Schumi c’è; dopo le ultime brillanti prove a Interlagos sfoggia più quantità che qualità e può anche recriminare per sabato, se la pista restava bagnata poteva qualificarsi molto più avanti rispetto alla quinta fila conquistata. La sua sfortuna in gara si chiama Sutil, tappo come pochi, che gli distrugge una buona strategia che lo aveva portato a ridosso dei primi privandolo anche dell’agognato confronto con Rosberg. Ma con questa Mercedes il settimo posto non è male. SOLIDO

Nico Hulkenberg 9 Il giovane tedesco regala in Brasile due gioie alla nobile decaduta Williams. La prima, più grande, è l’emozionante pole position su un’asfalto che andava rapidamente asciugandosi; e più si asciugava più Hulkenberg dava prova di un’alchimia, di un “feedback” con la sua auto da libro cuore, da storia infinita, insomma commuovente. Prima pole in carriera e Williams al palo dopo ben cinque anni. In gara è coriaceo nel difendersi finchè può dagli attacchi di Alonso e Hamilton poi deve cedere ai “big”, rallentando anche il gruppo in alcune fasi. Chiude ottavo e, seconda gioia per Grove, con i suoi quattro punti finalmente la Williams raggiunge il sesto posto in classifica. MAGO

Robert Kubica 6,5 Il primato nella terza sessione di prove libere aveva illuso un po’; in realtà la Renault sicura del quinto posto nel mondiale è ferma nello sviluppo e Robert non può che regolarsi di conseguenza. Qualifica buona, gara lineare e nulla di più. Non riesce a superare Hulkenberg. DEMOTIVATO

Kamui Kobayashi 7 E’ bravo il giapponese a raccogliere almeno un punto in un giorno in cui la sua Sauber faticava a rimanere in pista. La vettura elvetica soffre, lui parte con le dure dalla sesta fila e tira avanti, qualche disavventura altrui fa il resto e alla fine porta a casa il terzo risultato utile.

Jaime Alguersuari 6 Partito quattordicesimo, chiude in undicesima posizione. Risultato finale buono, manca sempre la zona punti per un niente, in Corea era stata una Williams, stavolta è una Sauber a beffarlo uscendogli davanti dai box. Proprio non va d’accordo con le vetture bianche. Indisponente il modo con cui ignora le bandiere blu quando sopraggiunge Alonso, che non gli sta troppo simpatico.

Adrian Sutil 5,5 Corsa sofferente per Adrian, partito in ultima fila risale la classifica decidendo di ritardare al massimo la sua sosta. Fa la sua gara, per carità, ma essendo poco competitivo con una Force India in regressione tecnica rallenta tutto il gruppo trasformando l’autodromo Carlos Pace nell’ intercity Sutil. La colpa però è dei piloti più competitivi che non sono riuscito a passarlo in pista, certo non sua. 

Sebastien Buemi 5 Sempre più veloce del compagno in qualifica, è capitato come altre volte che sul passo gara lo svizzero si perda un po’. E’ un peccato perchè il piede c’è forse guida una vettura poco stimolante. Vede la bandiera a scacchi senza infamia e senza lode. MEDIOMAN

Rubens Barrichello 7 Un bel sette davvero se lo merita, un voto alla prestazione e alla sfortuna, allo stesso tempo. Casa sua, Rubinho che da bambino giocava con Alex Barros alle porte dell’autodromo….insomma tutta la nota storia la conosciamo eppure questo posto tanto amato gli porta una sfiga terribile. Prima il compagno di squadra bastonato dal Barhein alla Corea lo batte e fa la pole proprio davanti alla sua torcida, poi, in gara, quando sta correndo in modo convincente e lotta per i punti deve arrendersi per una banale gomma bucata. Quattordicesimo e SFIGATO

Vitaly Petrov 5 In gara perde il filo di un discorso interessante iniziato in qualifica con un buon decimo posto. Manca totalmente di consistenza nei tempi, lo si nota per i doppiaggi. MEDIOCRE

Vito Liuzzi 5 Beffa il compagno di squadra in qualifica ma senza profitto. La Force India proprio non c’è e lui corre nelle retrovie finchè non perde del tutto l’aderenza della sua VjM03 alla S di Senna. Brutto botto e saefety car.

Nick Heidfeld 4,5 Anche per Nick a podio qui nove anni fa con la Sauber questo week end è stato davvero modesto, diciasettesimo al traguardo, un enorme passo indietro rispetto a Suzuka e Yeongam. Ma la Sauber qui davvero stentava.

Heikki Kovalainen e Jarno Trulli 6 Copione già visto. Lotus prima tra le nuove squadre con Trulli bravo in qualifica che si perde un po’ in gara e Heikki costante nel rendimento. Una buona coppia di piloti che aspetta un futuro migliore, nonostante un futuro incerto.

Timo Glock 5,5 Bravo in qualifica ma la Virgin sul passo non è a livello della Lotus, se di livello si può parlare. A differenza del compagno ancora una volta lui taglia il traguardo.

Lucas Di Grassi 4,5 Non va sbattere e questa è la notizia buona. La notizia brutta è che la Virgin che si rompe è sempre la sua e il suo Gp di casa diventa l’ennesimo calvario. E’ il pilota più misterioso del circus, oltre a quello che ha percorso meno chilometri di tutti.

Bruno Senna 4 Quattro come i fantastici quattro piloti brasiliani “protagonisti” a Interlagos. Lui è quello che demerita di più, ultimo in griglia tra le curve che portano il nome dello zio. La cosa di per se non sarebbe grave, guida l’Hrt il povero Bruno, la cosa grave è che si fa letteralmente surclassare da Klien, uno che guida la F1 un anno si l’altro forse e un altro no. INSUFFICIENTE

Christian Klien 5,5 Ehilà, l’ex pilota Red Bull rovina la festa del compagno di squadra, “bella” qualifica ma poi per problemi tecnici parte un gran premio dopo gli altri. E si limita a guidare come un taxista, anzi forse più piano.

Gp del Brasile 7 La pista è bella, perchè è un saliscendi che alterna velocità a curve, nulla da dire ma il Gran Premio che ne è scaturito è stato da emicrania. Una sessione di prove libere di kartisti allo sbaraglio sarebbe stata più ordinata. C’è chi è pronto a giurare di aver visto Vettel far passare una Hrt. Scherzi a parte Rosberg ha fatto davvero passare dei doppiati (Massa) in piena confusione. Uno sventolio impazzito di bandiere blu, Yamamoto si sarà mangiato le mani. SAMBA

Rai 9 Bello sforzo, tutte le sessioni del week end raccontanteci con grande professionalità. Bel momento quando Stefano Domenicali(9), microfono in mano, si è improvvisato cronista di eccezione venerdi pomeriggio spiegando il lavoro della Ferrari al pubblico. Educato e preciso con un’occhio alla telecamera e un’altro ai tempi, sai com’è c’era Alonso in pista nel “run” più importante della giornata ma Giovannelli è Giovannelli. EPICO 
 

 

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