Webber/Massa: una vita da mediano

Una vita da mediano. Nel 1999 quel genio di Ligabue tirò fuori questo fantastico testo, dedicato in particolare a Gabriele Oriali, centrocampista dell’Inter e della Nazionale negli anni 70, e in generale a chi nella vita non possiede quelle qualità necessarie a fare la differenza nelle occasioni che contano e a trasformare i propri sforzi in risultati eccellenti. “Che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco…” diceva la canzone, proprio a sottolineare che alla fine non sarai mai tu a portare la squadra alla vittoria, ma sarà qualcun altro a prendersi la gloria e i meriti del goal, qualcuno “nato con i piedi buoni“. Mai canzone è sembrata più adatta a raccontare le sorti dei due piloti di Red Bull e Ferrari, protagonisti in maniera completamente diversa quest’anno ma accomunati dal fatto di aver sfiorato l’obiettivo, senza però mai raggiungerlo.

Completamente diverse le vite dei due piloti: australiano Mark, brasiliano Felipe; l’uno spuntato così all’improvviso dopo anni di gavetta e prestazioni senza infamia e senza lode in Minardi, Jaguar e Williams, l’altro subito indicato come super talento e preso sotto l’ala protettiva della Ferrari dopo un anno di incertezze in Sauber. Poi ancora Sauber prima di metterlo al fianco di Kaiser Schumy, dal quale, dice Felipe, ha imparato moltissimo. Poi per entrambi arriva il suddetto momento di gloria, l’occasione della vita, quando nessuno avrebbe mai scommesso su uno dei due. Molto simile il destino: entrambi messi da parte per il bene della squadra.

Il 2008 è l’anno del peggior Raikkonen di sempre e Felipe si lancia nella difficile lotta mondiale con Hamilton, dalla quale però esce sconfitto proprio sul più bello, all’ultima curva del pilota della McLaren, dopo aver tagliato il traguardo da vincitore e da campione del mondo davanti al suo Brasile. Destino simile per Mark quest’anno, in cima ad un campionato quasi per caso, quando neanche la sua squadra avrebbe mai pensato di vederlo lì e lasciato in balia di se stesso proprio dal suo team, quando invece bisognava dargli tutto l’appoggio possibile. Il 2010 li ha visti protagonisti in modo diverso, ma profondamente accomunati da un ruolo difficile da digerire: seconda guida.

Nell’anno delle polemiche sui giochi di squadra e della vittoria del mondiale proprio di chi i giochi di squadra ha sempre detto di ripudiarli, Massa e Webber hanno, con altissima probabilità, definitivamente chiarito quale sarà il loro futuro nelle rispettive scuderie. Forse hanno addirittura definito il loro potenziale da piloti di F1. Entrambi hanno infatti perso pesantemente il confronto con i rispettivi compagni di box, nonostante le rispettive squadre si ostinassero a mettere tutti sullo stesso piano; sappiamo che non è mai stato così e da questo campionato ne saranno ancor più convinti anche gli stessi Mark e Felipe.

Webber ha chiaramente fatto il possibile e, probabilmente, per uno che non è mai stato lì su in cima e tanto meno ha mai pensato di poterci arrivare nella sua carriera, ha fatto anche più di quanto gli permetteva il suo talento, sfruttando una macchina sensibilmente migliore delle altre ma non riuscendo a trascinare la squadra alla vittoria, che invece è andata al più giovane e talentuoso compagno Vettel. Per Massa è stata sicuramente la stagione più deludente, triturato dalla bravura e soprattutto dal carattere di Alonso, che si è imposto sul brasiliano in pista e all’interno del box rosso, riuscendo, senza ovviamente volerlo (oppure si…?), a sminuirlo forse addirittura peggio di quanto facesse Schumacher con Barrichello, con la differenza però che Rubens era ben a conoscenza del suo ruolo secondario rispetto a Schumacher. Massa ha provato a reggere il confronto, riuscendovi però solo a parole e scomparendo nell’anonimato dietro ad un certo Alguersuari nell’ultimo GP, quando magari poteva dimostrare qualcosa di suo e regalare l’assist vincente al compagno di squadra, di cui certamente avrebbe usufruito anche Felipe.

Quale sarà quindi il ruolo che Webber e Massa avranno l’anno prossimo nei confronti di Vettel e Alonso? E’ difficile fare pronostici, ma per entrambi sarà dura e certamente dovranno più volte mettere da parte le proprie aspirazioni per il bene della squadra, soprattutto se verranno meno i tanto criticati ordini di scuderia. Vettel e Alonso avranno tutto l’appoggio dei rispettivi muretti e a Webber e Massa non resterà che restare lì, sempre lì, lì nel mezzo, sperando magari che anni di fatiche e botte e vinci casomai i mondiali…

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