Quanta nostalgia del “gemello” di Schumacher!

Quando in Formula 1 si spengono i motori, anche solo per qualche giorno, è facile assistere a discussioni che, spesso, sono anche state ampiamente trattate. Nel libro “La Guida al Mondiale 2011”, quando parlavamo di Schumacher titolavamo “Il vecchio leone ruggisce ancora”. Dopo quattro gare, iniziamo ad avere forti dubbi su quel titolo che, onestamente, avremmo voluto riproporre al posto di queste parole.

Perché il tempo passa, ma il tormentone di un ritiro prematuro di Schumacher resta. Soprattutto, viene il dubbio quando è Michael stesso a dire che non si diverte più: “Non c’è gioia al momento, eccetto in alcuni momenti particolari, ma è tutto qui. Molta azione, molte lotte ma per nulla”. Basta guardarlo negli occhi per capire che lui è quasi il primo a chiedersi il perché di questo triste martellamento al mito.

Diversi sono i pareri autorevoli che concordano sul fatto che i sogni di un ritorno dignitoso sono ormai svaniti. Crediamo che Schumacher sia il primo a rendersene conto, perché oltre al fatto che portare indietro il tempo non è più possibile, la F1 non è la stessa degli anni in cui regnava quasi incontrastato. L’ex pilota, Johnny Herbert, nel suo editoriale per il The National ha scritto: “Il suo sogno era vincere ancora ma non è andata così. Sarei sorpreso se scegliesse di continuare”.

Dalla Mercedes, però, ancora pieno supporto a Schumy. La sua manager, Sabin Kehm ha detto: “I suoi colleghi dovrebbero conoscere bene Michael meglio di chiunque altro. Ha dimostrato ancora una volta che è un combattente. Il fatto che sia deluso dopo una gara come Istanbul dimostra che è ancora affamato di vittorie”. Stessa linea di pensiero per Norbert Haug: “Sta guidando come un giovane affamato di vittorie. Di sicuro i risultati mancano ancora e quindi le critiche sono normali, fanno parte del gioco”.

Schumacher non è più quello di una volta. O forse, come ironizza spesso Montezemolo, sta facendo correre il suo fratello gemello…

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