Ferrari: tre gare e poi sarà 2012

Un trittico di gare in cui ci si gioca tutto. O almeno quel po’ che rimane da giocarsi. Tre gare, in base al risultato delle quali la Ferrari deciderà se continuare con gli upgrades per l’attuale vettura o mollare questo progetto per concentrarsi sul 2012, quello che nei desideri del Cavallino dovrebb’essere l’ennesimo anno della riscossa.

Montecarlo, Montreal e Valencia. Circuiti dalle caratteristiche diverse ma con una cosa in comune. La Pirelli li affronterà con le soft e supersoft, le mescole che si adattano meglio alla 150° Italia.

Lo sa il team principal Stefano Domenicali che puntualizza: “Abbiamo di fronte un ciclo di tre gare, che si svolgeranno con pneumatici soft e supersoft con cui andiamo meglio: vedremo che succederà e poi faremo il punto della situazione”.

Insomma, strategia chiara, la Ferrari si è data tre Gp di tempo per “fare risultato” prima di alzare definitivamente bandiera bianca. Meglio iniziare subito, da Monaco, dove l’assenza di curve in appoggio e le gomme morbide potrebbero favorire la “conservativa” 150° Italia. Poi si va in Canada e a Valencia, altre due occasioni buone prima della terribile Silverstone. Tracciato, quest’ultimo, che per conformazione e gomme da utilizzare si preannuncia un inferno per la Rossa.

La Ferrari si è ridotta a questo, ad analizzare piste e gomme sperando nella combinazione migliore. Perchè di più non si può. La vettura non genera il carico necessario a far lavorare al meglio le “dure” e a mandare la mescola in temperatura in qualifica. I piloti lamentano problemi di grip e di bilanciamento rispetto ai rivali e ben poco si può fare. Più che lavorare su retrotreno e alettoni bisognerebbe ridisegnare la macchina partendo da quelle sospensioni pull-rod intempestivamente snobbate in sede progettuale.

Il gioco non vale la candela, soprattutto in un mondiale che ha preso in modo perentorio la strada di Heppenheim, casa Vettel. Lo sa anche il vice direttore tecnico Pat Fry, l’uomo che doveva stravolgere il muretto e che invece, stravolto lui, commenta così la figuraccia catalana: “Red Bull e McLaren a Barcellona erano nettamente più veloci di noi ed è solo grazie al talento di Fernando che siamo riusciti ad impensierirli nella prima parte della corsa. Non avevamo abbastanza carico aerodinamico per questo circuito e lo sapevamo sin dall’inizio del fine settimana ma, chiaramente, non ci aspettavamo di essere così lontani come passo di gara. C’è tanto da lavorare”.

Il talento di Alonso, immenso. L’unica nota lieta in Ferrari e l’unica cosa per cui, forse, varebbe ancora combattere. Perchè lo spagnolo merita di salire sul gradino più alto del podio.  “E’ presto per arrendersi. C’è voglia di continuare” assicura ancora Stefano Domenicali. Si, ma fino a quando?

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