Ferrari a caccia di tecnici: Jhon Iley e…

La Ferrari continua la sua silenziosa rivoluzione interna. Un deciso restyling dell’organico tecnico necessario per non commettere nel 2012 gli stessi errori di questo inverno.

Se la F10 verrà ricordata come una macchina convenzionale ma veloce, “spremuta” oltre misura per avvicinarsi alla Red Bull, meno riuscite sono state la F60 (2009) e la nostra compagna di questi mesi, la 150° Italia. Il trend, inutile dirlo, è negativo. Sei vittorie di tappa tra 2009 e 2010 e ancora nessuna dopo i primi sei Gp del 2011. Basti pensare che nel triennio precedente i successi erano stati ben ventisei, con tre titoli iridati vinti.

Sono numeri avvilenti. Senza voler cercare alibi con lunghi discorsi sui tanti (troppi?) cambiamenti regolamentari che comunque hanno avuto il loro peso. Nello sport, si sa, a contare è il risultato. E quest’ultimo ci dice che questa non è la Ferrari che conoscono i tifosi, questa non è la Ferrari.

A pagare per la scarsa competitività del Cavallino è stato Aldo Costa, dittì sollevato dall’incarico alla vigilia di Monaco. La direzione tecnica,  come spiegato qualche giorno fa,  è stata affidata in sostanza all’inglese Pat Fry, che supervisionerà e collaborerà nella creazione dell’auto con il progettista Nikolas Tombazis. I cambiamenti però non si fermano a questo.

Dopo un “esonero” dal tenore molto calcistico, molto “all’italiana” volendo, la Ferrari adesso si butta nel mercato. Che, ovviamente, non è il calciomercato, ma il mercato dei tecnici. Il Cavallino cerca ingegneri aerodinamici di prospettiva e, soprattutto, di spessore per affiancare Tombazis e per gettare le basi di futuri successi, basati sul talento e su soluzioni innovative in sede progettuale.

Gli “acquisti” saranno, probabilmente, più d’uno. Oltre a tecnici emergenti la Rossa sta cercando una personalità esperta cui affidare la responsabilità del settore aerodinamico e della galleria del vento.  Quasi certamente questo delicato ruolo sarà ricoperto da Jhon Iley della McLaren, quarantatreenne inglese già a Maranello dal 2004 al 2009 proprio nelle stesse vesti. Un ruolo, quello di “Responsabile dell’aerodinamica”, di progettazione e supervisione. Mansione che permetterebbe a Tombazis di concentrarsi esclusivamente sul “tavolo da disegno” e magari di sbizzarrirsi.

Iley è un tecnico di valore, ambito da molti team, che in Ferrari ha già vinto. Come capo degli aeorodinamici ha contribuito (con Costa e Tombazis, giusto sottolinearlo) ai successi del triennio 2006-2008. Ex Renault, nel 2009 pagò la scarsa competitività della F60 e si separò consensualmente dal Cavallino per accasarsi in McLaren. Con buone probabilità sarà lui il primo rinforzo per il 2012.

La campagna acquisti, però, non finirebbe con Iley. Il vero colpo di mercato della Ferrari sarà un aerodinamico che risponde a un preciso identikit. Giovane e possibilmente “geniale”, pronto a proporre ai suoi superiori idee innovative. I nomi che circolano, per ora, sono tanti.

Piace, ad esempio, il vice di Adrian Newey: Rob Marshall, chief designer Red Bull. Trattativa, questa, difficile da mandare in porto. Più facile è, invece, arrivare a un altro aerodinamico di belle speranze, sempre della Red Bull. E’ il giovane Peter Prodromou. Altro nome presente sul taccuino di Domenicali e anche abbastanza in alto nella lista delle preferenze.

In cima a questa lista, però, c’è James Key. Inglese, classe ’72, direttore tecnico della Sauber. Tra i più giovani d.t. in circolazione, Key ha colpito Maranello per la capacità di applicare idee nuove e realizzare macchine competitive e consistenti pur disponendo di risorse alquanto limitate. I buoni rapporti che la Ferrari ha col team elvetico potrebbero incidere favorevolmente sul trasferimento dell’inglese in rosso.

In questi giorni sono stati accostati al team anche altri professionisti di valore. Parliamo di Sam Michael, Giorgio Ascanelli e Mark Smith. Tutti e tre sono da escludere, per diversi motivi. Michael e Ascanelli sono prettamente direttori tecnici e in quel ruolo la Ferrari la sua scelta l’ha già fatta. Massima fiducia a Pat Fry per il futuro. Mark Smith, ex Force India ora in Lotus, è un bravo e stimato ingegnere ma ha competenze esclusivamente meccaniche. Che non è ciò che serve oggi.

La Ferrari, in definitiva, punta forte al 2012. Iley metterà le sue capacità e la sua esperienza al servizio della squadra per rifondare quello che a tutti gli effetti è il “reparto debole”. Uno tra Prodromou e Key, insieme a Tombazis, avrà il compito di disegnare una vettura altamente performante.  Tutto questo sotto il controllo di Fry, che ha tanto l’aria di chi la sa lunga.  Un pool di tecnici che unirà esperienza, talento e possibilmente sfrontatezza….

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