In Canada Button primo: la più bella vittoria della sua carriera

I media britannici e lo stesso Button l’hanno già battezzata come la più bella vittoria della sua carriera. Il primo posto di Someset Boy al GP del Canada ha effettivamente il sapore dell’impresa. Jenson é passato attraverso mille peripezie: incidenti, drive through, bandiera rossa, safety car, e alla fine ha vinto la “Corsa più pazza del mondo”. Un tira e molla che lo ha portato anche fino al 21esimo posto. Ma alla fine la pulizia e la tenacia della sua guida, il suo sangue freddo, il suo coraggio ed il suo stile da perfetto gentleman driver gli hanno permesso di tagliare il traguardo per primo, in uno dei Gp più pazzi e bagnati della storia. Adesso il pilota britannico fa anche un balzo in avanti in classifica generale, raggiungendo il secondo posto con 101 punti. Un risultato, quello di Button, che rende ancora più amara l’uscita di scena, prematura, di Hamilton. Ancora una volta l’anglo-caraibico pecca di eccessiva irruenza e di impazienza. Dovrebbe imparare dal suo compagno di squadra che calcola, aspetta, spiazza gli avversari, e al momento giusto attacca e vince.

La delusione di Whitrmarsh, intervistato dalla BBC durante il lungo intervallo, era evidente. Sorrideva Martin, ma nascondeva un malcelato disappointment. Avrebbe voluto vedere Lewis tra i piloti schierati per il restart dopo lo stop per pioggia, ma Hamilton era già davanti agli schermi da spettatore. Lo abbiamo visto comunque applaudire sorridente la vittoria del compagno. Siamo certi che stava pensando: “Potevo esserci io lì”. Ma tant’é! Avrà la possibiità di sfruttare il suo puro talento la prossima volta, magari con un po’ più di accortezza. Lo scontro contro lo stesso Button non ha creato, apparentemente, dissapori in squadra. Lo stesso Team Principal, Whitmarsh ha confermato che Button non ha visto Lewis sopraggiungere. D’altronde Jenson stava seguendo la traiettoria giusta, senza movimenti repentini, basta guardare Shumacher, poco davanti, seguire la stessa linea. “Non si capisce perché abbia deciso di passare dalla parte del muro”, ha commentato David Coulthard. In ogni caso sia il crash tra i due portacolori McLaren, sia il contatto tra lo stesso Button e Alonso sono poi stati archiviati come normali incidenti di gara dai giudici, a poche ore dalla fine del Gp canadese.

L’irruenza di Hamilton si era vista già in partenza, con il contatto contro Webber. Poteva costare caro, ma sono ripartiti entrambi. Contro Lewis sono arrivate parole di fuoco da parte di Lauda, che si auspica una punizione esemplare per Hamilton, dopo la condotta di gara di Monaco, ripetuta (a suo dire) qui in Canada. Duro anche Fittipaldi, oggi tra gli steward, che spera in una maturazione di Hamilton per le prossime gare. Forse tutti troppo duri, tutto sommato oggi é stato lui stesso la causa del suo mal. Adesso dovrebbe lasciarsi alle spalle il vittimismo di Monaco, superare le ingenuità qui in Canada, e guardare avanti.

Una gara durata oltre 4 ore, compresa la lunga interruzione per il diluvio abattutosi su Montreal, e che ha regalato la più grande emozione a poche curve dalla fine: Vettel braccato da Button non regge la tensione, esce fuori traiettoria, pizzica il bagnato e va largo. Button é lì e passa. Ma per essere lì Jenson ne ha fatta di strada. Fossimo all’Università della F1 il laureando Jenson Alexander Lyons Button meriterebbe un bel 110 e lode, che, come nella storia di ogni universitario, arriva come consacrazione di una serie di esami passati brillantemente. Ripercorriamoli:

In partenza Button scatta dalla 7ma piazza. Al 6° giro Hamilton va largo e Button passa. All’8° lo stesso Hamilton va fuori dopo il crash col suo compagno di squadra che grida in radio “Ma che sta facendo?”. Al 9° Button monta le intermedie, all’inizio alla McLaren temono di aver fatto una scelta troppo azzardata, ma poi paga. Al 14° giro Button sconta un penalty per velocità eccessiva dietro la safety car. Esce dalla pitlane in 14esima posizione. Comincia ad inanellare ottimi giri grazie alle intermedie, messe da poco. Al 18° giro é nono. Al 20° torna alle Wet (le gomme da pioggia battente). All’interruzione per pioggia giunge in 10ma posizione.
Tutti ripartono con le Wet, ma si capisce che il cuop de theatre può arrivare montando le intermedie, perché la pista va asciugandosi. Lo capisce d’Ambrosio, ma cambia gli pneumatici troppo presto (sotto safety car) e si becca il penalty. Lo capisce Button e vola. Poi il contatto con Alonso, nessuno dei due sembra avere particolare responsabilità. Button ancora in pit per cambiare il musetto della sua McLaren. Sembra finita per lui, rientra al 21° posto. Ma lì comincia la rimonta.
L’inglese stacca giri veloci su giri veloci e inanella un sorpasso dopo l’altro. La direzione di gara abilita il DRS e questo gli fa gioco. Al 50° giro é già in decima posizione. Si sbarazza di Maldonado e Alguersuari, poi ancora in pit stop per mettere le rosse superlight, non sono sigarette, ma fumano! Alla ripresa dopo l’ennesima safety car é addirittura quarto. Davanti a lui Vettel, Shumacher e Webber. Il leader del mondiale tenta la fuga, pensando magari di poter controllare. Nel terzetto che lo insegue é chiaro che la belva in gabbia é proprio Jenson, che scalpita dietro al Kaiser e all’australiano.
Prima passa l’alfiere Red Bull, che al 65° giro sbaglia l’ultima curva, poi infilza Michelone (chapeau al vecchio Campione) e si lancia all’inseguimento di Vettel. Lo mette nel mirino, lo raggiunge, gli fa sentire il fiato sul collo, Seb lo soffre e sbaglia: Button passa e vince. Alcuni l’hanno definita una delle gare di F1 più belle nella storia di questo sport. In ogni caso, primati a parte, abbiamo visto che Vettel é umano e può anche sbagliare e che Button può essere sovrumano se gli gira bene.

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