Red Bull guarda a Valencia con tranquillità

Alla Red Bull c’è ancora l’aria della beffa dopo la vittoria buttata al vento da Vettel al GP del Canada, durante l’ultimo giro. Ovviamente, si è provato a gettare acqua sul fuoco, vista la grande superiorità che ha consentito a Sebastian e alla squadra di prendere il largo nelle classifiche mondiali, ma perdere un primo posto a pochi chilometri dalla fine, non farebbe piacere a nessuno.

In più, il team di Milton Keynes ha dovuto prendere atto della decisione della FIA di vietare – già in via ufficiale dal GP di Gran Bretagna – gli scarichi soffianti in rilascio. Rob Marshall, chief designer del team, ha dichiarato al The Sun: “La misura in cui ogni team verrà condizionato dipende dal modo in cui i tecnici hanno utilizzato questa tecnologia. Alcuni lo utilizzano in modo piuttosto intenso, altri non lo usano affatto. Dunque, alcuni soffriranno più di altri”.

Oltre a questo, la RB7 ha ancora mostrato problemi con il KERS. L’approccio differente con il quale questo dispositivo è stato sviluppato aveva l’obiettivo lo sfruttamento degli angusti spazi dettati dal progetto aerodinamico della vettura, progettata da Newey, il quale dichiara: “Ho bisogno di molte ricerche, non è proprio il nostro forte. Siamo più un gruppo di aerodinamici che uno specializzato sul KERS. Probabilmente il nostro gruppo di lavoro è un po’ troppo piccolo”.

Insomma, la perfezione non esiste. Eppure la Red Bull rimane sempre e comunque la macchina da battere, nonostante il circus di prepari a correre in un’altra pista favorevole a chi ha più grip meccanico che aerodinamico, ossia un’altra pista che renderà i Tori alla portata. Il leader della classifica, Sebastian Vettel, si è detto comunque contento di poter correre a Valencia: “L’atmosfera intorno al porto è simile a quella di Monaco, a parte il paddock che è molto più grande. E’ comunque un circuito cittadino, ma la velocità media si aggira sui 200 orari, estremamente alta, per cui molto difficile. Bisogna stare attenti, non ci sono molte vie di fuga e i sorpassi sono difficili. Se ci penso, l’unica possibilità vera di sorpasso è alla curva 12. Qui lo scorso anno abbiamo fatto una bella gara, non vedo l’ora di poter ripetere il risultato”.

Il tedeschino fa riferimento alla gara dello scorso anno, dalla gestione a dir poco scandalosa per via di una safety car buttata in pista senza molto criterio, con penalità e polemiche che ci siamo portati dietro per mesi. E fu la stessa corsa in cui Mark Webber decollò toccando Kovalainen. L’australiano non ha di certo un bel ricordo di quel weekend di gara: “Non è stata una gran gara per me, ma cerco di non pensarci. Mi piace molto guidare nell’ultimo settore, ha una combinazione piuttosto interessante, con curve difficili. Siamo ottimisti, ma abbiamo avuto anche la conferma che la concorrenza è più agguerrita che mai”.

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