Qualche chiarimento sui motori V6

Mercoledì scorso, 29 giugno, il World Motor Sport Council ha ufficialmente votato per l’introduzione del nuovo motore V6 a partire dal 2014. Le operazioni di voto hanno confermato totalmente le intenzioni delle squadre che non volevano l’intorduzione dei quattro cilindri e avevano richiesto un cambio delle regole per il futuro. Il reparto comunicazione della FIA ci ha fatto pervenire un comunicato in cui vengono spiegati alcuni aspetti del nuovo motore, aiutandoci a capire di più sulle unità propulsive del futuro della F1.

1. Il motore V6 utilizzerà più carburante o meno rispetto alla proposta iniziale?

No. Per spingere i tecnici a sviluppare l’efficenza dei motori, il regolamento tecnico impone un controllo del flusso di carburante. Quando abbiamo adattato il regolamento alle richieste dei costruttori, questo parametro non è stato modificato, in modo che anche i requisiti minimi di efficienza non saranno intaccati.

2. Perché il limite di giri è stato aumentato da 12.000 rpm a 15.000 rpm? E’ solamente stata una questione per migliorare il suono delle monoposto?

No, questo parametro è stato aggiornato per consentire ai tecnici maggiore flessibilità sulla gestione della potenza. Tuttavia, la conseguenza della nuova architettura V6 e la variazione di giri, porterà al motore un suono diverso, ma rimarrà identificativo della F1.

3. L’aumento di giri per minuto potrebbe alterare il consumo di carburante?

Assolutamene no. Come accennato in precedenza, il limite di flusso di carburante sarà lo stesso. Le tecnologie sono le stesse e di conseguenza un aumento dei giri per minuto vincola i tecnici a lavorare di più per ridurre l’attrito e guadagnare in efficienza del motore. La sfida sarà ancora più grande di quanto previsto originariamente e, pertanto, migliorerà la leadership tecnologica.

4. La FIA ha mantenuto il sistema di recupero di energia che originariamente era destinato ad essere utilizzato sul quattro cilindri?

Si, il concetto iniziale è stato rispettato. Tutte le tecnologie pensate e destinate ai quattro cilindri saranno presenti anche nel V6. Sarà un ulteriore passo avanti sia in efficienza dei consumi, sia nella gestione energetica.

5. I sistemi di recupero energetico e altri dispositivi di efficienza influenzeranno anche lo sviluppo delle vetture stradali?

Si, la chiara necessità per l’industria automobilistica per ridurre le emissioni significa che anche la gestione dell’energia sarà un fattore chiave nello sviluppo dei propulsori più efficienti. Il sistema di recupero dell’energia cinetica è già applicato in F1 e si aggiungerà anche il recupero di energia dallo scarico, un altro percorso tecnologico da esplorare. Questa ricerca avrà reali benefici, contribuendo a preziose conoscenze per lo sviluppo delle auto stradali del futuro.

6. Quei produttori già impegnati nello sviluppo di un quattro cilindri dovranno ora reindirizzare le proprie risorse verso la progettazione di un V6. Questo non aumenterà i costi?

A conoscenza della FIA, cinque produttori stavano già lavorando sulla proposta di un motore a quattro cilindri. Tutti drovranno adeguarsi ai nuovi progetti e sicuramente questo porterà a costi aggiuntivi, a seconda dello stato di avanzamento di ciascun progetto, ma questa evoluzione è stata proposta e sostenuta dai quattro costruttori impegnati in F1.

7. Perché l’introduzione dei motori V6 viene ritardata di un anno?

E’ stato richiesto direttamente dai quattro motoristi presente oggi nella categoria. Questa richiesta di tempo extra è giustificata al cambiamento di architettura, ma anche per garantire che i loro progetti siano più affidabili. Uno degli obiettivi del progetto è quello di aumentare la durata del motore a circa 4.000 km.

8. Infine, quali saranno – in sintesi – le specifiche tecniche del nuovo motore V6?

L’architettura, appunto, sarà V6 con cilindrata di 1.600cc a 15.000 giri al minuto. Iniezione diretta fino a 500 bar, turbocompressore singolo e flusso di carburante controllato. In più, saranno associati all’unità propulsiva un KERS da 120 kW alle ruote posteriori e un sistema di recupero energetico degli scarichi collegati al turbocompressore.

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