Ferrari: a Silverstone, fu vera gloria?

La marea Rossa si è ufficialmente gasata. Veder vincere la Ferrari sulla pista più ostica e per di più in casa degli inglesi, ha rilanciato l’interesse verso un mondiale che sembra comunque già chiuso. I più ottimisti si aggrappano all’aritmetica: 250 punti da assegnare e Alonso ne accusa 92 di ritardo da Vettel. Considerando che quando le cose ai rivali vanno male, arrivano comunque secondi o terzi… le conclusioni arrivano da sole. Inutile ad aggrapparsi a calcoli fantasiosi, sarebbe tempo perso.

In fondo, per avere una risposta su come sarà questa seconda metà di campionato, dovremmo quanto meno aspettare il prossimo GP in Germania. Perché a Silverstone la domanda è nata spontaneamente: quanto le novità della Rossa hanno influito sulla velocità e quanto è stato recuperato approfittando di una Red Bull ridimensionata dalla questione scarichi?

La risposta assoluta non possono darla neppure in Ferrari al momento. Lo si scoprirà tutti insieme tra poco più di una settimana, sul celeberrimo Ring. Il pacchetto di aggiornamenti made in Tombazis e supervisionato da Fry ha già dato i primi frutti ed in Germania ci sarà ancora qualche affinamento da provare.

E mentre alcuni tifosi sognano già una rimonta epocale, la Ferrari invita tutti alla calma. Da Alonso a Domenicali, passando per il Presidente Montezemolo, il coro è univoco: piedi per terra e lavorare gara per gara. Perché nonostante la bella vittoria raccolta in Gran Bretagna, il dubbio che ci si possa imporre sugli avversari resta.

Tuttavia, è lo stesso Alonso a minimizzare la questione: “Non ho dedicato troppo tempo a pensare sui motivi tecnici che ci hanno portato a vincere il GP a Silverstone. Ogni gara fa storia a sè e sappiamo troppo bene quanto le cose possano cambiare in fretta da una pista all’altra. Sicuramente, ci sono stati dei grossi miglioramenti sulla macchina: adesso è più facile da guidare e la sento molto più incollata all’asfalto, soprattutto nelle curve veloci. Significa che c’è più carico aerodinamico, l’aspetto su cui eravamo più indietro rispetto ai nostri avversari. Non penso che i cambiamenti sulle mappature abbiano influito: siamo andati meglio proprio sulle parti dove non c’erano praticamente frenate, il che vuol dire che era proprio la vettura ad essere andata forte”.

Ancora poco più di una settimana e ne capiremo di più. L’unica cosa certa è che Alonso scalpita come quel Cavallino che indicava fiero, domenica, al termine della gara.

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