Alonso-Schumi: scintille tra passato e futuro…

Nurburgring. Siamo a una quindicina di minuti dal termine delle seconde libere del venerdì. Fernando Alonso sta lavorando sul long run con gomme morbide, è concentrato e sta tirando. Entra in scia di Michael Schumacher prima del tornantino Dunlop e tenta il sorpasso.

Un attacco, un po’ forzato, quasi goffo, sbilenco. Il tedesco di Kerpen non fa una piega, guarda gli specchietti e tiene la linea. Praticamente chiude la porta. Come se fosse già gara, perchè Alonso non è un avversario come gli altri, non lo sarà mai. La Ferrari dell’asturiano si scompone, taglia la curva. E Nando si lascia andare a un gesto di disappunto, al più classico dei vaffa

 

Sono pochi secondi, pochi attimi. Ma qui non c’è ala mobile, Kers, gomme che tengano. Soltanto due piloti che hanno segnato un epoca. E quello della Dunlop Curve diventa un’istantanea magnificamente evocativa.

Del 2006, quando Alonso era lanciatissimo verso il bis iridato con la Renault. E Schumi e la Ferrari arrancavano, poi ci fu la splendida vittoria di Imola. Sembrò un singolo episodio. Non era così. Sulla Nordschleife, pochi giorni dopo, arrivò la seconda vittoria della Ferrari.

E la faccia di Alonso (secondo quel giorno) sul podio era a dir poco scura. Perse la Renault, contro un pilota fenomenale, contro la strategia della Ferrari e contro la 248 F1. Una vettura velocissima, improvvisamente prima della classe. Un po’ come questa F150° sorprendentemente rediviva.

Fu il vero inizio di un mondiale bellissimo, teso, combattutto. Di una gran rimonta, sfumata nel senso letterale del termine a Suzuka. Vinse il titolo Alonso e perse Schumacher. Un mondiale che in qualche modo segnò definitivamente la carriera di due uomini che si sono sfidati  a colpi proibiti a cavallo di una generazione.

Il 2006 fu un vero e proprio passaggio di consegne tra i migliori due (lo dicono i numeri) dell’ultimo decennio. E adesso in Ferrari c’è Alonso. Che non dimentica la rivalità con Schumi ma che punta Vettel. Cinque anni dopo, ancora Nurburgring. Ancora una Ferrari che arriva dopo una vittoria sporadica.

Corsi e ricorsi storici. Con Michael e Fernando ancora un pista a darsi sportellate. E con la speranza che la F150° emuli davvero la bellissima 248 F1. D’altronde contro la Ferrari c’è ancora un motore Renault. Ma basta con le analogie. Resta la domanda: la storia si ripeterà?

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