Focus sulle Pirelli al GP d’Italia

In una giornata calda come quella di oggi, abbiamo voluto lasciare per un attimo il web e fare un giro in zona paddock per fare quattro chiacchiere con Pirelli. Quello che si sta per disputare, infatti, è il GP di casa per il gommista italiano che ha la propria sede non molto lontano dall’Autodromo di Monza.

Solitamente da queste parti, a settembre, c’è una bella temperature e si sta anche bene. Quest’anno il clima ha voluto strafare, regalandoci una giornata particolarmente calda, seppur a tratti non molto soleggiata. E con queste temperature, il primo pensiero è stato chiedere a Paul Hembery cosa ci si può aspettare dalla corsa brianzola dal punto di vista delle gomme. “Un degrado nella norma”, ci ha risposto il direttore motorsport di Pirelli. “Il divario di prestazioni tra una mescola e l’altra, con queste temperature, sono di circa otto decimi. Questo consente di aprire un ventaglio di strategie per i team e abbiamo già visto come alcuni hanno studiato per una gara con tattica alternativa. Domani speriamo di vedere una bella gara, sarà importante per noi, è un GP molto particolare”.

Il legame tra Pirelli e l’Italia è forte: era il 1872 quando Giovanni Battista Pirelli fondò l’azienda dove, dal 1907 il costruttore di pneumatici si trasferì per iniziare una lunga attività che dura ancora oggi con successo.

Ne hanno fatta di strada in Pirelli… è proprio il caso di dirlo. E l’esperienza in F1 arricchisce eccome, tanto che lo scorso giovedì l’azienda ha presentato anche il primo pneumatico stradale derivato dalla Formula 1, ossia il Pzero Silver. Anche di questo si è parlato con Hembery, perché la domanda nasce spontanea: è più facile progettare una gomma da competizione o una da strada?

Forse la risposta è piuttosto ovvia, a Hembery ci spiega: “Progettare una gomma da competizione può risultare ancora più difficile di una da stradale che deve durare più a lungo. Ci è stato chiesto di studiare una gomma che non duri più di un certo numero di giri, ma in quella piccola finestra noi dobbiamo garantire le prestazioni. E’ una sfida affascinante”.

Durante il nostro giro nel paddock, siamo arrivati nella zona operativa della Pirelli, dove vengono montate e smontate le gomme dai cerchi che i team portano in questa area prima e dopo ogni sessione. Hembery ci ha spiegato come si sta cercando di evitare lo spreco di pneumatici che si sta avendo già da molte gare.

Ad oggi, infatti, le regole prevedono la consegna di cinque treni di gomme della mescola più morbida e sei di quella più dura per ogni auto. Pirelli ha notato che ad ogni evento è un set di gomma dura a tornare indietro, da lì arriva la proposta del gommista italiano di invertire la distribuzione dei set, in modo da avere un set di gomme in più per le qualifiche.

Le squadre per ora sembrano aver negato questa possibilità, ma Hembery ammette: “Ora potrebbe esserci anche l’intervento dei piloti tramite GPDA, ogni pilota si è preso l’impegno di parlarne con il proprio team, ma non sarà una cosa facile, le squadre non vogliono fare un passo indietro”.

Il nostro giro si conclude con l’incontro dell’attuale collaudatore di Pirelli, Lucas Di Grassi. Il brasiliano non fa segreto di voler tornare in pista a correre con qualche team e esserci qualche trattative in corso, ma nel caso queste andassero per il verso sbagliato, il posto in Pirelli sarebbe assicurato. Riguardo a Monza, Lucas ci ha confermato che “Non dovrebbero esserci problemi di blistering, Pirelli ha dato dei limiti di camber che dovrebbero consentire di andare tranquillamente, anche se fa molto caldo qui”.

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