Monza: emozioni fuori e dentro il circuito

Anche quest’anno il week-end del Gran Premio di F1 a Monza è finito.
Non ci soffermeremo su un’analisi dei risultati della gara, nè tantomeno sulla situazione generale del Circus. Ci allontaniamo per un attimo dalla cronaca pura per aprire una parentesi più sentimentale, quasi da saggio o da editoriale, se preferite. Una sorta di dedica speciale a Monza, a questi giorni e tutto ciò che si portano dietro.

Seguendo tutto il fine settimana di gara dall’Autodromo abbiamo avuto modo, pubblicando in tempo reale foto e video sulla pagina Twitter di BlogF1, di leggere in diretta le numerose parole d’apprezzamento di team, piloti e giornalisti riguardo all’atmosfera magnifica ed elettrica che animava Monza durante tutte le quattro giornate dell’evento.

Ma, oltre a ciò che traspare dalla TV e dalle parole degli addetti ai lavori, c’è un’atmosfera magica che contagia chiunque viva i giorni del GP. Un’atmosfera che ci piacerebbe trasmettere e descrivere, per quanto ricreare le sensazioni sia decisamente difficile, a tutti gli appassionati di Formula 1 che non erano presenti o non hanno mai vissuto sulla loro pelle il Gran Premio di Monza.

Il GP Santander D’Italia 2011 ha portato in Brianza, stando alle cifre ufficiali, 200.000 tifosi. E, in una città che ne conta circa 123.000, è tutto dire. Il capoluogo Brianzolo ed i paesi limitrofi si erano preparati a ricevere i numerosi supporter provenienti da tutto il mondo con molti eventi che hanno accompagnato tutto il fine settimana di motori: “MonzaPiù” a Monza, con concerti ed esposizioni di auto, mostre fotografiche, proiezioni, eventi per ogni genere di sport, la Partita del Cuore con la Nazionale Piloti. Ma anche il “FuoriGP” a Villasanta, Vedano al Lambro e Biassono, dove si è esibito Niccolò Bossini – chitarrista di Ligabue e front-man dell’omonima band –  a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla Variante della Roggia. Il sabato sera, poi, oltre alla classica movida, c’era anche una mostra di monoposto di F1 in piazza, e una pista di kart.

Con la quattro giorni del Gran Premio tutta la Brianza è esplosa in un insieme di eventi, musica e colori a tema motoristico e sportivo.

I campi che costeggiano il Tempio della Velocità si sono popolati da un gran numero di tifosi d’ogni nazionalità, trasformandosi in enormi camping a cielo aperto dove per tutta la notte si fa festa, si beve, si canta e si balla. Addirittura, ci sono discoteche con musica e luci stroboscopiche sotto enormi gazebo; alle roulotte e alle tende sono appese bandiere di ogni team e pilota, ma la cosa sensazionale è che tutti vanno d’accordo e si divertono veramente, trasformando questi giorni – e queste notti – in un’esperienza irreale e indimenticabile, anche per chi si trovava solo di passaggio.

E di giorno, tutti in Autodromo: chi in tribuna, chi lungo la pista a cercare il proprio spazio sulle tribunette gratuite, chi andava ad occupare il proprio posto nel settore prato ore e ore prima che le vetture scendessero in pista. Per molti, poi, è una vera e propria tradizione quella di passare in compagnia d’amici il sabato notte tra le mura del parco, tenendosi il posto in vista della gara alla domenica. Costeggiando quelle mura nel tratto che ospita la Curva Grande, il sabato notte verso le tre, si sentivano ancora canti e urla. Festa pura!

Dal giovedì alla domenica, l’attenzione è completamente focalizzata sullo svolgimento delle prove libere, delle qualificazioni e dalla gara. I più fortunati con l’abbonamento di 3 giorni hanno anche diritto al Pit Walk, la passeggiata in pit lane, e alla sessione autografi che proprio lì viene svolta il giovedì pomeriggio a partire dalle 16.30.

In ogni caso, a fine giornata sportiva, dunque già  intorno alle 17, un nutrito gruppo di tifosi si apposta sempre nello stesso punto strategico, ossia l’uscita del paddock, nella lingua d’asfalto che separa il cancello d’uscita dei piloti dal parcheggio del personale F1. E’ quindi facile ottenere un autografo, una foto rubata e, con un pizzico di fortuna, anche una foto assieme al proprio idolo.  E’ solo verso le 19-20 che gli ultimi tifosi lasciano il circuito assieme agli ultimi piloti e meccanici del Circus, attraversando il Parco mentre ormai sopraggiunge il buio e il rombo caratteristico della F1 ha lasciato spazio al silenzio della natura.

Il giovedì si lascia l’Autodromo felici di dover ritornare per altri 3 giorni; il venerdì si torna a casa con l’ansia per le qualifiche dell’indomani; il sabato, manco a dirlo, già alla fine delle qualificazioni scatta l’ansia in vista della gara e si freme dalla voglia di tornare la mattina successiva.

La domenica è una grande festa: l’ambiente diventa elettrico e si respira un’adrenalina che descrivere a parole è difficile.  Un fiume di tifosi che suonano trombette, sventolano migliaia di bandiere e striscioni e tutti – o quasi – indossano la maglietta o il cappellino del proprio idolo. E’ una marea rossa. Ma è l’unità a creare quell’ambiente tanto magico descritto da piloti, telecronisti, ospiti vip, e chiunque ci si sia trovato.

Alla fine della gara, comunque essa si concluda, è il momento dalla caratteristica invasione di pista. Ci si prepara a farla mentre i piloti in pista effettuano il classico giro di rientro. Migliaia di tifosi si accalcano lungo le reti pronti a saltare ed esplodere quando, rientrata l’ultima vettura in pit-lane, i commissari di percorso aprono i cancelletti lungo tutto il tracciato ed un fiume in piena invade il rettilineo principale tra il podio, la corsia box e la tribuna Centrale.

Ciò che resta alla domenica sera però somiglia da un magone. Mentre ci si incammina verso i cancelli che separano l’Autodromo Nazionale di Monza dalla vita ordinaria,  i camion delle Scuderie abbandonano il complesso all’imbrunire. I meccanici smontano i motorhome nel paddock e vengono smontati i cartelloni pubblicitari da quella pista ormai vuota.  E’ un insieme di malinconia e tristezza, di quelli che prendono alla gola e di cui ci si ricorda a lungo.

Per un anno, precisamente. Quando tutto, per fortuna, ricomincia.

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