Hamilton e il pregiudizio dei giudici di gara…

Ci sono tre giudici di gara ad ogni Gp e c’è un pilota che potrebbe “vantare” di conoscerli quasi tutti. Parliamo di Lewis Hamilton convocato anche a Suzuka in direzione gara. Stavolta dopo le prove libere.

L’inglese avrebbe realizzato un giro veloce sotto bandiere gialle (dovute a un guasto di Liuzzi alla curva 14). Da qui la richiesta di chiarimenti da parte dei commissari. A quanto pare, però, il tempo non era tanto basso da far scattare sanzioni. Soltanto l’ennesima ramanzina.

A stupire, ormai, è la regolarità con la quale Hamilton viene chiamato a dar conto del proprio modo di correre e della propria condotta al volante. C’è un Grande Fratello che lo osserva con una lente di ingrandimento ben più attenta e potente di quella riservata agli altri driver.

Una differenza di trattamento palese e giustificabile solamente fino a un certo punto. Perchè è vero che la baldanza, talvolta maldestra, ha portato l’alfiere McLaren a commettere svariati errori in stagione ma allo stesso tempo Lewis è sempre stato sanzionato. E di solito dopo aver scontato una penalità un pilota dovrebbe essere trattato come gli altri.

Hamilton invece è costretto a “pagare” in continuazione per un costante pregiudizio nei sui confronti. E quelle che sono qualità vere e proprie, come la velocità e la combattività, gli costano, causa un vizioso processo di accanimento,  una sorta di status di libertà vigilata, con tanto di obbligo di firma in “commissariato”.

L’angloraibico diventa il soggetto pericoloso che va controllato e magari redarguito a priori. Anche se sorge il dubbio che abbia leggermente tenuto giù il piede per con mezza bandiera gialla nelle libere. Sai che pericolo!

La verità è che Hamilton andrebbe biasimato quando sbaglia davvero, come accaduto in Canada, a Monaco, a Singapore. Ma non va perseguitato appena mette piede in macchina.

Il rischio è quello di trasformare un artista del volante in un automa senza carattere. O peggio ancora di perderlo. E per la F1 sarebbe un danno molto più grande di un contatto di gara in un tentativo di sorpasso. Dopotutto queste sono corse, non danza classica.

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