McLaren fa 700: una storia di grandi duelli

La McLaren in Corea festeggerà il 700° Gran premio della sua blasonata storia. Una data significativa per la scuderia di Woking, da sempre un top team. Ayrton Senna il più vincente con 35 trionfi. David Coulthard lo stakanovista con 150 presenze.

La squadra inglese, volendo, è l’altro lato della medaglia quando si parla di Ferrari. Due team che sono come Coppi e Bartali. La storia di questo sport. Senza l’uno, l’esistenza dell’altro avrebbe meno senso.

Un ragazzo neozelandese, Bruce McLaren, destinato a una vita da meccanico negli anni sessanta si inventò pilota per passione. Scoprendo di avere del talento. Abbastanza grande da fargli vincere tre gran premi in F1 prima di fondare una propria squadra: la McLaren.

Nel 1968 arrivò la prima vittoria di Bruce con la “freccia arancione”, nel 1970 la tragica scomparsa del pilota proprietario. Ma McLaren, che a quarant’anni di distanza faceva un po’ il verso a Enzo Ferrari, non poteva sapere di aver creato dal nulla l’anti-Ferrari per eccellenza.

Dalla prima vittoria in Gran Bretagna nel 1968 a quella di Jenson Button in Giappone, il filo conduttore è quello di un team all’avanguardia e sempre ai vertici della F1. Da Teddy Mayer a Ron Dennis la filosofia della McLaren è rimasta intatta: ingaggiare i migliori piloti in circolazione per primeggiare, soprattutto contro la Ferrari.

Un’ossessione positiva diventata nei decenni il singolar tenzone per antonomasia. Non una rivalità, ma La rivalità che è poi la quintessenza della Formula 1. Storie importanti che partono da filosofie diverse.

Da un lato c’è l’amata Rossa che mette in campo una concezione di gruppo, squadra e mito che si mescola armonicamente per trasformarsi in qualcosa di magico, di difficilmente afferrabile. Un marchio che viene prima dei suoi interpreti. Il peso, e il fascino, di un leggendario Cavallino.

Oltremanica c’è la spavalderia, l’impeto, la geniale incoscienza di chi è costretto sempre a correre con il pregiudizio di essere l’ eterno secondo.  Primo sfidante, sempre bisognoso di dimostrare di valere quanto gli avversari e per questo pronto ad osare.

Nel modo che piace di più agli appassionati: mettendo insieme piloti stratosferici senza paura di sbagliare e spesso disegnando vetture bellissime.

Dodici titoli Piloti, otto Costruttori. La leggendaria faida tra due amici-nemici come Ayrton Senna e Alain Prost è ceramente la pagina più bella della McLaren, che può vantare di aver vinto ben tre mondiali con ciascuno dei due fuoriclasse.

Ma in questo percorso lungo 699 gare un posto speciale lo ricoprono i duelli iridati con Maranello: Fittipaldi contro Regazzoni, Hunt contro Lauda, Senna contro Prost, Hakkinen contro Schumacher e Irvine. Hamilton al fulmicotone su Massa.

Queste le vittorie. Tante e dolorose sono anche le sconfitte. Contro la Ferrari di Lauda, contro Schumacher, contro l’ex beniamino Raikkonen.

Ferrari e McLaren che se le danno e le prendono di santa ragione. Unica macchia per le frecce d’argento la Spy story del 2007 che non rende onore a un team così blasonato.

Un po’ come se Bartali si fosse dopato per battere Coppi. Per fortuna ora regna un bel rapporto di sana rivalità e stima. Per affrontare chissà quante altre salite insieme, muso a muso, ruota a ruota.

E saranno scintille; perchè i piloti di Ferrari e McLaren, quando ciclicamente si sfidano, sanno benissimo di essere protagonisti di una battaglia che dura da più di quarant’anni.

Ci auguriamo di rivedere un tale duello quanto prima. Ferrari contro McLaren vale sempre il prezzo del biglietto, per qualunque squadra voi tifiate. Buon anniversario Woking!

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