Volata per il secondo posto: analisi dei protagonisti

India, Abu Dhabi, Brasile; tre gare al termine di un campionato chiuso formalmente a Suzuka, ma sostanzialmente molto tempo prima. Eppure dietro al travolgente Vettel ci sono tre piloti, tre più uno per l’esattezza, in lizza per la piazza d’onore iridata. Il “primo dei perdenti” potrà comunque fregiarsi dell’appellativo di vice campione del mondo.

La Red Bull ha ammesso che farà di tutto in queste ultime gare per far “sbloccare” Mark Webber e aiutarlo a conquistare la vice corona. Per gli angloaustriaci sarebbe motivo di orgoglio e riprova di dominio. Come la McLaren di Senna e Prost, come la Ferrari di Schumacher e Barrichello. Un uno-due da paura, da consegnare ai tanto ambiti annali.

C’è poi Jenson Button che si è conquistato sul campo i galloni di prima guida McLaren e che all’indomani di Suzuka candidamente ha ammesso: “Certo che mi farebbe piacere chiudere secondo in classifica, potrei dire di essere il primo dei normali che con un Vettel così non è poco…” .

Terzo contendente e terzo attualmente nel mondiale è il ferrarista Fernando Alonso. Che ci sta mettendo molto di suo in ogni gara per strappare un podio mondiale altrimenti proibitivo.

Non va però ignorato l’outsider di lusso: Lewis Hamilton. Il funambolo caraibico  ha ancora tutte le possibilità di giocarsi il podio con gli altri, sebbene sia un po’ attardato in classifica.

Quattro piloti che sembrano ciclisti in volata. Mark è quello che ha dalla sua la squadra più forte, e potrebbe trovare in Vettel il “gregario” che non t’aspetti. Jenson è il corridore da classica in cerca della fuga decisiva. Fernando e Lewis due velocisti tutti sguardi cattivi e spallate.

Proviamo a fare un’analisi dei quattro in volata, ipotizzando le carte che possono mettere in tavola ma anche i punti deboli da cui devono guardarsi.

Jenson Button 222 punti, 3 vittorie, 9 podi

Pro: Come sempre in questi casi, chi ha più punti è in netto vantaggio. Jenson è secondo in classifica con un discreto margine sui rivali. Dei quattro è quello con più vittorie all’attivo e probabilmente quello più in forma. Un mondiale, il suo, positivo oltre le più rosee aspettative. Presenza fissa sul podio, competitivo in ogni condizione. Costante e velocissimo. Per come ha guidato meriterebbe lui di arrivare secondo.

Contro: Se continuasse a gareggiare come ha fatto sinora non dovrebbe avere grossi problemi a centrare l’obiettivo. Le incognite sono rappresentate da quelle giornate di pausa che in passato lo hanno più di una volta limitato e dagli sforzi che la Red Bull farà per portare in alto Webber.

Fernando Alonso 212 punti, 1 vittoria, 8 podi

Pro: Consistente e pragmatico come pochi. Anche quando la sua auto lo abbandona in qualifica, in gara lo vediamo lì a giocarsela con i migliori. E se va male chiude in top five. Di solito in posizioni più nobili, sono tanti i podi arrivati grazie ad un talento innato che fa la differenza. E che gli permette di tenersi dietro piloti che guidano auto migliori. Il rendimento costante alla lunga può pagare, per come ha guidato meriterebbe di salire sul podio mondiale.

Contro: La 150° Italia, terza vettura del lotto. La posizione naturale della vettura è la quinta. E i “numeri” che Matador fa in successione non è detto possano bastare per battere le McLaren e la seconda Red Bull. Quando si balla sul filo dei punti la competitività della macchina ha un peso specifico enorme, e sotto questo punto di vista Nando è messo maluccio…

Mark Webber 202 punti, 0 vittorie, 9 podi

Pro: Guida un missile e, nonostante il campionato sottotono, rimane un pilota affidabile capace di riscattare con gare oneste le brutte partenze. Lo specchio del suo essere “seconda guida” è racchiuso tutto in quei nove podi macchiati da uno zero in casella, i trionfi, che pesa come un macigno. Ma l’aiuto, pubblicamente promesso, della premiata ditta Horner&Vettel potrebbe catapultarlo a Parigi alla premiazione di fine anno senza che nemmeno se ne accorga…

Contro: In difficoltà da inizio anno con le Pirelli. Gomme che richiedono una guida pulita e una sensibilità di piede che forse gli difettano. E’ più spigoloso e meno morbido nelle traiettorie di Vettel, più semplicemente non ha le stesse capacità. Mettiamoci che si qualifica maluccio e parte peggio. Lo può salvare soltanto la Red Bull, intesa come macchina e squadra. Ma il pilota, questa stagione, non è da secondo posto.

Lewis Hamilton 196 punti, 2 vittorie, 5 podi

Pro: Un pilota capace di inventarsi traiettorie “guidate” nel misto in Corea e strappare la pole alla Red Bull, e poi resistere in quel modo agli attacchi di una vettura superiore, ha tutte le carte in regola per partecipare alla volata finale. Talento, velocità, aggressività…

Contro: …Irruenza, sconsideratezza, discontinuità. Due vittorie da urlo e una pausa di riflessione lunga due mesi costellata di errori, sviste, indecisioni. Un pilota da mal di testa e per la prima volta in carriera surclassato dal team mate. Talento puro, si, ma quest’anno gli è mancato quel pizzico di costanza che risulta fondamentale quando bisogna serrare le fila.

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