Arrivederci Italia: Petrov al posto di Trulli

Cade anche l’ultimo baluardo di un movimento ormai in crisi nera. Piloti italiani in massima formula? Roba sconosciuta.

Sono finiti i mitici anni ’80 e ’90 con griglie piene zeppe di piloti nostrani in cerca di fortuna. Dopo ben 41 anni non ci sarà nemmeno un pilota del Belpaese a difendere il tricolore.

Certo c’è la Ferrari, sempre. Ma dinanzi a una disfatta di queste proporzioni  si tratta di una magra consolazione perchè la sconfitta è totale. Fa male all’orgoglio sapere che Vitaly Petrov sostituirà Jarno Trulli alla guida della Catheram.

Certamente in Italia le istituzioni motoristiche non hanno fatto il massimo per proteggere i nostri alfieri.  Troppa superficialità in un ambiente che segue ormai soltanto le dure leggi del mercato e del vil denaro.

Più di metà schieramento è deciso a tavolino da interessi “superiori”. Leggasi sponsorizzazioni, la magica, ma per niente fatata, parola che significa sopravvivenza per tanti team.

Non fa eccezione a questa regola il solido team costruito da Tony Fernandes. L’ombra di Petrov aleggiava su Trulli già da un po’ di tempo e le notizie erano sempre meno rassicuranti. Non è proprio un fulmine a ciel sereno quello che si è abbattuto su Jarno, che dice addio dopo una lunga carriera.

Il pescarese, trentasett’anni e splendido vincitore a Montecarlo nel 2004, ha comunque ringraziato il team per il lavoro di questi due anni dicendosi “orgoglioso di aver contribuito alla nascita e alla crescita di una squadra diventata ormai una presenza stabile in F1”.

A nostro avviso Trulli avrebbe meritato per velocità e intelligenza successi in maggior quantità. Sarà ricordato come uno dei migliori piloti sul giro secco. Incredibili i suoi numeri in Jordan e Toyota.

Raggiante dall’altra parte Vitaly Petrov che ringrazia la Caterham-Renault “per la grande opportunità concessami” dicendo di essere “orgoglioso di entrare a far parte di un team con questo spirito e tanta voglia di fare bene”.

Le solite frasi di circostanza che vorrebbero dipingere come scelte sportive quelle che sono esclusivamente  logiche commerciali.

Il rammarico aumenta pensando al generale snobismo e alla insofferenza che il Circus dimostra verso gli italiani. Giorgio Pantano è l’unico campione di Gp2 che l’anno successivo al titolo non ha fatto il salto di categoria. Luca Filippi ha fatto fuoco e fiamme nel 2011 ma è stato costretto a guardarsi intorno, puntando oltreoceano alla Indycar.

Per anni abbiamo simpaticamente fatto affidamento sui dioscuri Fisichella-Trulli. Al di là della scottante decisione della Catheram è un peccato che l’Italia non abbia presentato degli eredi. O meglio non abbia saputo valorizzare i tanti talenti in giro e supportarli a dovuto, magari lottando contro l’incomprensibile ostracismo della F1.

La stessa Ferrari, l’amata nazionale dei motori, fa lavorare Rigon al simulatore ma i piloti di punta del Driver Academy sono un francese (Bianchi) e un messicano (Perez). Non è una barzelletta ma è la triste realtà. E c’è da rifletterci…

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