Trulli out. Jarno non se la prende, ma attacca il sistema Italia

A poche ore dalla comunicazione del suo licenziamento da parte della Caterham F1, Jarno Trulli consegna all’ANSA le sue prime dichiarazioni da ex pilota di Formula 1. Oggi infatti è stato ufficializzato l’avvicendamento con Vitaly Petrov: operazione che era già nell’aria da tempo. Jarno Trulli la prende però con filosofia e altruismo, augurando ogni bene alla sua ex squadra, con la quale aveva un contratto valido per tutto il 2012. Da parte sua arrivano però parole dure contro il sistema italiano, che non consente ai piloti tricolore di crescere e arrivare in F1.

Il pescarese era un “navigato” della F1, con ben 256 GP all’attivo. Secondo, tra i driver in attività, solo a Shumacher con 288 e a Rubens Barrichello con 322 gare nel proprio carnet. Jarno e Rubens sono quindi i due veterani della F1 silurati in questo 2012. Resta Schumy, che vanta però ben altre credenziali. Finiti ormai i volanti disponibili per questa stagione, Jarno sarà assente dallo starting grid. E’ stato presente, ininterrottamente, dal 1997. A vincere sono stati i milioni portati in dote dal russo ex Lotus Renault, Vitaly Petrov. Solfo fondamentali i suoi per la sopravvivenza della squadra.

Ed è proprio rivolto alla squadra il primo pensiero di Trulli, che con amarezza e disillusione si fa da parte, convinto che le sponsorizzazioni dietro a Petrov possano garantire un futuro al team di Fernandes e ai suoi dipendenti. Il tutto però ha l’amaro sapore della sconfitta dello sport, dei talenti italiani e del buon gusto. Il dio denaro vince. Queste le dichiarazioni di Jarno, che non si è detto sorpreso da come sia finita la vicenda:

Personalmente non sono dispiaciuto: ero preparato ad un divorzio dalla Caterham, sapendo che le difficoltà economiche avrebbero spinto il team a trovare un adeguato pilota supportato finanziariamente. I piccoli team hanno determinate esigenze e i contratti sono chiari. Adesso spero che con il contributo di Petrov, tutte le persone che lavorano lì possono avere un futuro più sereno. E’ un peccato che non ci siano più piloti italiani in Formula 1. Mi dispiace, ma il problema non è mio: altri devono prendersi la responsabilità di questo impoverimento, per una situazione che dopo tutto non è iniziata ieri, e per la quale non è stato fatto nulla. In Italia non c’è un sistema che aiuti i piloti ad emergere ad alto livello, quindi è normale che finisca così. Ci sono talenti, ma senza alcun supporto sono senza speranza. Mi piacerebbe vedere più coinvolgimento da parte di ognuno, ma in un simile momento di crisi per il Paese non riesco a vedere come un giovane pilota (italiano ndr) possa trovare aiuto ed essere considerato da qualche team“.

Una considerazione amara questa lasciataci da Trulli, abbastanza diversa da quanto invece ci ha riferito il collega di Autosprint, Roberto Chinchero, secondo il quale la sfortuna dei talenti italiani sarebbe invece una “balla”. Adesso comunque Trulli, oggi 37enne, garantisce che rimarrà nel mondo delle corse, con o senza Formula 1, nella quale non si correva in totale assenza di italiani dal lontano 1970. Si dice comunque molto impegnato anche nelle sue altre attività: un’azienda di vini e un hotel in Svizzera. Bisogna comunque sottolineare l’uscita in grande stile di Jarno, che fa un passo indietro sperando che i “milioni” di Petrov garantiscano un futuro alla squadra. Se fosse un politico si direbbe che non è affatto attaccato al poltrona, nel suo caso non lo è al volante della CT-01. Chapeau!

 

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