La Ferrari scommette sulle pull-rod all’anteriore. Sarà l’arma vincente?

Spingere o tirare…questo è il dilemma Shakespeariano che devono essersi posti gli ingegneri di Maranello quando hanno disegnato le prime linee della F2012. L’idea della sospensione pull-rod anche all’anteriore, in attesa di scoprire a cosa servano le fessure negli scalini di Red Bull e Sauber, è certamente la più rivoluzionaria ed interessante di questo primo scorcio di 2012.

Ma oltre ad essere rivoluzionaria ed inaspettata, la soluzione adottata sulle Ferrari è anche un clamoroso azzardo; se al posteriore sono ormai noti i benefici di questo sistema (la collocazione e l’inclinazione del puntone favorisce il passaggio dei flussi aerodinamici che interessano l’estrattore), l’utilizzo all’anteriore sulle monoposto di oggi è tutto da scoprire.

Le sospensioni pull-rod all’anteriore non sono certo una novità, essendo praticamente “la regola” negli anni 80. Difatti l’ultima Ferrari dotata di sospensione “a tirante” all’anteriore fu la F1-88c, l’ultima F1 di Enzo Ferrari, con la quale Berger e Alboreto conclusero in parata in prima e seconda posizione uno storico Gp di Italia a Monza nel 1988. Le monoposto di allora erano, però, molto diverse da quelle attuali, soprattutto per quanto riguarda la forma e l’altezza da terra del muso e del cockpit. Con l’avvento dei “musi alti”, la sospensione pull-rod ha ceduto via via il posto al sistema push-rod, più congeniale alle nuove geometrie.

Via via i musetti sono diventati sempre più alti per favorire l’ingresso di aria nel sottoscocca, così come si è praticamente ribaltato l’angolo di lavoro dei triangoli delle sospensioni, che, a differenza degli anni ’90, ora lavorano dall’alto verso il basso rispetto al telaio.

I due sistemi, pull-rod e push-rod, sono tra loro estremamente differenti ed in quanto tali comportano determinati vantaggi e svantaggi (FOTO); se le sospensioni push-rod sono state fino ad ora più adatte alla posizione alta del telaio e all’inclinazione dei triangoli delle sospensioni, comportano però svantaggi in termini di ingombri e pesi, essendo collocati per forza di cose nella parte alta della scocca, cosa che si riflette negativamente sul baricentro e sul centro di rollio della vettura, e quindi sull’assetto. La sospensione pull-rod, invece, consente di spostare i pesi e l’ingombro di tutto il gruppo ammortizzatore e barre di torsione più in basso, spostando verosimilmente più in basso i pesi, cosa che influisce in maniera determinante sul comportamento della vettura in curva.

Da non sottovalutarsi è soprattutto la cinematica della sospensione; la sospensione push-rod è stata preferita alla pull-rod quando gli ingegneri hanno cominciato a “scavare” sotto alla scocca per incrementare il passaggio di aria verso il fondo della vettura. I musetti, però, negli ultimi anni sono diventati sensibilmente più alti e decisamente più puliti (inizialmente il triangolo inferiore era fissato ad una chiglia, ora completamente scomparsa), operazione che è stata possibile inclinando notevolmente verso il basso i triangoli. Con questa posizione, apparentemente “innaturale”, il puntone in versione push-rod deve essere decisamente più lungo e molto più inclinato. Lo schema pull-rod, applicato agli attuali angoli di lavoro delle sospensioni, sembra invece, almeno “all’occhio”, decisamente più funzionale, anche dal punto di vista aerodinamico. La cinematica della sospensione, inoltre, si riflette in maniera determinante sul lavoro delle gomme e sui fenomeni di beccheggio e rollio della vettura; quindi, angoli diversi ed inclinazioni diverse incidono pesantemente sul comportamento di tutto il telaio.

Che sia davvero migliore rispetto alla soluzione “classica” è ancora presto per dirlo, ma, se si rivelasse davvero così funzionale, la Ferrari si ritroverebbe con un’arma impossibile da copiare per la concorrenza, salvo stravolgere completamente il telaio. La medaglia, però, ha sempre due facce, per cui, se l’azzardo della Rossa non pagasse come sperano gli ingegneri, Alonso e Massa avrebbero parecchio da lavorare per tenere il passo degli altri. Vedremo…

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