“Sliding doors” Trulli: fu a un passo dalla Ferrari!

Da perfetto veterano gli mancano solo le cicatrici quali segni di tante battaglie. Ma chissà che dopo 252 partenze non abbia qualche indelebile callo sulle mani.

Jarno Trulli non parteciperà al prossimo mondiale di F1, sostituito alla Caterham da Vitaly Petrov. Quindici anni in Formula 1 costellati di soddisfazioni e delusioni. Un ragazzo perbene e veloce Jarno, uno dei migliori “manici” della prima decade del nuovo millennio.

Allo stesso tempo un pilota forse incompiuto, rispetto a quelle che erano le sue capacità. Una vittoria, meravigliosa, a Montecarlo nel 2004. Quattro pole position, undici podi. E la sfortuna di non trovarsi mai al posto giusto nel momento giusto.

Gli anni in Prost e in Jordan, poi scudiero controvoglia di Alonso alla Renault. Lui non ci sta, chiede spazio. Gli viene dato il benservito e si apre la strada della Toyota.

Un contratto pluriennale e la poosibilità di portare ai vertici un marchio ambizioso. Inizia bene l’avventura all’ombra del Sol Levante per il pescarese. Tantochè nei primi Gp del 2005 Trulli sembra quasi sfidare di Alonso per il titolo.

E’ a questo punto della carriera che si snoda un interessante intreccio di possibilità per Jarno. Le più classiche delle “Sliding doors”. Porte che si aprono e chiudono troppo in fretta per avere la lucidità necessaria per decidere. E’ un attimo, il tempo di un pensiero, “una quotidiana guerra con la razionalità” per dirla con Max Pezzali. E la storia può cambiare.

A motori spenti, ormai da ex, Jarno parla a cuore aperto. Da gran signore qual è ha aspettato di chiudere con la F1 per una rivelazione a tratti scottante fatta al settimanale Autosprint: “La Ferrari quando ero in Toyota mi ha cercato, davvero per poco non sono stato un pilota della Rossa”.

Ebbene si, fu Jean Todt in persona a contattare l’abruzzese per consegnargli il sedile della “Nazionale dei motori”. Non devono essere stati giorni facili per Jarno, sospeso tra la realtà nipponica e il sogno italiano.

Alla base un ricco contratto pluriennale firmato poco prima con la Toyota: “Nessuno lo sa, ma a questo punto credo di poter pubblicamente ringraziare Jean Todt per essere stato uno dei pochi team principal di top team a credere in me. Todt mi offrì un posto alla Ferrari”.

“Però in quel periodo (non vuole specificare quando, presumibilmente tra il 2005 e il 2007 ndr) avevo un contratto piuttosto lungo con i giapponesi, e in carriera ho sempre rispettato gli impegni presi. In quindici anni non ho mai avuto bisogno di avvocati.”

“Ci tengo a ringraziare Todt per come si è comportato con me, non ho potuto accettare l’offerta della Ferrari ma per un attimo non nascondo di essermi sentito un loro pilota, ed è stato davvero un onore”.

Jarno in quegli anni crede fermamente nel progetto Toyota, inebriato com’è dai primi podi in biancorosso. L’incapacità di crescita della squadra con sede a Colonia l’avrebbe riportato troppo presto con i piedi per terra:

“L’avventura in Toyota era iniziata sotto i migliori auspici, nel 2005 per molto tempo sono stato secondo in campionato. C’è mancata la capacità di sviluppare l’auto e di crescere velocemente, qualità importanti che si acquisiscono col tempo. Peccato perchè fino al 2009 ho provato in tutti i modi a vincere almeno una gara. Glielo dovevo. Magari vincerò per loro in un’altra serie…”.

Trulli è sereno e soddisfatto dei suoi tre lustri in F1. E’ stato leale Samurai quando poteva essere Cavaliere di Maranello.

“Carpe diem quam minima credula postero” cantava nelle “Odi” l’immortale Orazio. Cuore e passione avrebbero chiesto un finale diverso, da film. Jarno poteva stracciare i contratti, pagare penali e inseguire il suo sogno in Rosso.

Non l’ha fatto per correttezza e serietà, ha perso con consapevolezza e la più grande occasione della sua carriera. Non ha mai vinto un Gp con la Toyota mentre la F2007 e la F2008 facevano sfraceli. Poteva guidarle lui e forse sarebbe stato il giusto coronamento di una carriera che un po’ di credito con la fortuna lo ha.

“Pilota ferrari per un attimo”; non basta, ha vinto la razionalità ed è troppo facile parlare a posteriori di scelta sbagliata, di sconfitta. Magari lo è, ma di quelle a testa alta, di cui poter andare fieri. Trulli dimostrò di essere un vero uomo prima ancora che un grande pilota.

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