La Red Bull stupisce con il nuovo diffusore soffiato

Fatta la regola, trovato l’inganno. E dire che la Fia era convinta di aver messo definitivamente il punto alla questione “diffusori soffiati”; basta mettere gli scarichi un pò più indietro e puntarli verso l’alto… che ci vuole! Ma mai fare i conti senza l’oste, soprattutto se l’oste si chiama Adrian Newey.

Quello presentato dalla Red Bull stamattina è, difatti, un vero e proprio diffusore soffiato a tutti gli effetti e nel suo disegno c’è tutto l’estro del progettista inglese. Nessuno come lui riesce ad aggirare i regolamenti con tale naturalezza, con cotanta sconvolgente semplicità. Già, perchè vedendo quel diffusore siamo rimasti tutti di stucco, inutile negarlo.

Ciò che rende geniale l’idea è, infatti, non la posizione e la forma degli scarichi, molto simile a quelli della McLaren, né lo scivolo, di cui si è dotata anche la Sauber, ma il condotto di “aspirazione e soffiaggio” presente a valle delle pance. Ancor più geniale è l’effetto che questo condotto dovrebbe creare.

Prima di analizzare la soluzione nel dettaglio, dobbiamo però prima menzionare necessariamente il principio a cui è inspirata l’idea di Newey (così come per la McLaren, che sfrutta lo stesso principio fisico), che non è affatto nuovo in F1, visto che è alla base delle principali nozioni di aerodinamica: l‘effetto Coanda. Secondo questo principio, ogni fluido, muovendosi lungo la superficie provoca attrito, che tende a farlo rallentare. La resistenza al movimento del fluido viene applicata però solo alle particelle di fluido immediatamente a contatto con la superficie. Le particelle di fluido esterne, a causa delle interazioni molecolari che tendono a tenerle unite a quelle interne, “ruoteranno” dunque su di esse a causa della differenza di velocità, facendo quindi aderire il fluido alla superficie stessa. (tratto da Wikipedia).

Newey quindi non ha scoperto nulla di nuovo, ma ha sfruttato un principio ben conosciuto per farne una delle sue. Vediamo il dettaglio:

A valle delle pance è presente un’ampia feritoia (A) che conduce i flussi provenienti dalle fiancate, grazie ad un canale, verso il centro del diffusore. Grazie all’effetto Venturi, all’interno del canale si crea una depressione, che, oltre ad aspirare parte dei gas roventi provenienti dagli scarichi (notare la loro forma svergolata verso l’esterno), aumenta in maniera considerevole la velocità dell’aria in uscita dal canale (B), che quindi “aspira” l’aria calda proveniente dagli scarichi in alto e la “soffia” sul diffusore. Un’altra parte di aria calda viene deviata tra gomma e paratia dell’ala da una piccola deriva (C).

Da questa angolazione è poi possibile notare un ulteriore elemento aerodinamico dalle generose dimensioni (A) che contribuisce a canalizzare i flussi in maniera più precisa. Inoltre è presente il noto foro per il meccanismo di messa in moto, anch’esso chiaramente utilizzato come elemento aerodinamico ma perfettamente in regola.

Grazie a questo escamotage tutta l’aria calda proveniente dagli scarichi viene utilizzata per incrementare la deportanza generata dal diffusore, che risulta quindi “soffiato” a tutti gli effetti e risulta perfettamente in linea con i regolamenti vigenti. Questi infatti impongono solo che gli scarichi non devono essere posizionati al di sotto di una certa altezza e devono essere orientati verso l’alto. Nessuna norma vieta di creare canali di “aspirazione” dell’aria calda indirizzati nel diffusore.

L’idea di sfruttare l’effetto di Coanda per “risucchiare” i gas roventi verso il diffusore è alla base anche delle idee di Ferrari e McLaren, ma l’interpretazione data da Newey è certamente particolare. Vedremo solo a Melbourne se sarà la soluzione definitiva o se si ritornerà alla configurazione con gli scarichi posti al di sotto del triangolo superiore. Intanto questa soluzione ha certamente disorientato la concorrenza, specialmente la Ferrari, che aveva cambiato la posizione degli scarichi proprio in linea con l’idea iniziale della Rb8.

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