Terminator Button: “Dopo Hamilton vorrei Alonso…”

Il coraggio del campione è anche quello di arrampicarsi per sentieri impervi con l’entusiasmo e la curiosità di un ragazzino.

E Jenson Button ha dimostrato di avere fegato nel 2010, quando ha preferito fare un salto nel buio in McLaren piuttosto che continuare a lavorare con la squadra campione del mondo.

Da iridato in carica Button volle a tutti costi passare alla McLaren, rimettendosi in gioco come una spalla qualsiasi pur di paragonarsi a Lewis Hamilton sullo stesso piano. L’adrenalina della sfida preferita alla comodità di continuare a lavorare da primadonna con Ross Brawn.

La scelta gli ha detto a dir poco bene, considerando le sei vittorie e le tante soddisfazioni racimolate con il team di Woking mentre la nuova Mercedes (sorta sulle fondamenta della sua Brawn Gp) si è rivelata meno performante del previsto.

Il motto di Jenson è: “Non sono il migliore ma lavoro per diventarlo“. L’inglese è desideroso di confrontarsi con compagni anche più veloci di lui purchè ciò gli serva a crescere agonisticamente.

Il mio compagno di squadra Lewis Hamilton è molto veloce, lo vediamo in ogni gara ed è davvero eccitante avere un compagno di squadra così.  E’ difficile in alcuni giorni affrontarlo, ma in altri giorni è fantastico, ed è una vera sfida, mi piace averlo accanto”.

Gli dà soddisfazione averlo accanto e magari batterlo come sta succedendo nell’ultimo anno, ma se non fosse Hamilton il compagno di squadra dovrebbe essere comunque un fuoriclasse.

Ad esempio Fernando Alonso, il fresco vincitore di Sepang:

“Se Lewis non fosse in Formula Uno, personalmente credo che sarebbe interessante avere Fernando Alonso come compagno di squadra. Fernando è un grande talento, è un due volte campione del mondo, è veloce”.

L’asturiano agli occhi di Jenson è un driver completo più che una furia cieca: “E’ lui il più veloce F1? Probabilmente no, e lui probabilmente direbbe lo stesso, ma è molto intelligente. Per certi versi siamo simili, in altri particolari sicuramente non lo siamo. Siamo simili nel volere attorno a noi un team affiatato che lavora all’unisono. Penso che sarebbe interessante lavorare con lui, come compagno di squadra e allo stesso tempo come avversario. Sono sicuro che sarebbe un ottimo antagonista”.

Button per certi versi si rivede in Alonso. Soprattutto per la capacità di trascinare la squadra e metterla dalla sua parte. Caratteristica, questa, prepotente ed evidente in Fernando, mentre l’inglese che buca lo schermo lavora ai fianchi, corrode lentamente il team-mate conquistando step by step la fiducia della scuderia.

Un cyborg con il sorriso, amichevole, disponibile. Ma implacabile quando si tratta di cacciare fuori i secondi. Più in gara che in qualifica a dire il vero, ma sono stilettate di guida pulita che fanno male. Traitteorie belle da vedere ma traditrici per chi le subisce.

Perchè in fondo il mantra di Jb è uno solo: confrontarsi con i migliori per dimostrare a se stesso di non essere da meno. E’ il carattere competitivo che ti aspetti da un ragazzo che per hobby non gioca a calcetto o a tennis ma pratica il triathlon come un ossesso.

Peccato che, considerando la politica piloti di Maranello, difficilmente vedremo un derby interno tra Alonso e Button sotto le insegne della Ferrari.

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