Red Bull’s 4° e 5° in Cina: bicchiere mezzo pieno?

Sesto e undicesimo in griglia di partenza, quarto e quinto all’arrivo. Se lo si guarda da questa prospettiva, il GP di Cina è stato positivo per gli alfieri Red Bull, Webber e Vettel. Certo è che sembra di parlare di una normale scuderia di secondo piano e non dei Campioni del Mondo in carica. In effetti però, fa bene Vettel a dirsi soddisfatto di quello che sono riusciti comunque a portare a casa dopo una gara che era partita male e che si era messa peggio. Alla fine Webber è quarto, ai piedi del podio e Vettel è quinto. Quest’ultimo era stato protagonista di una qualifica disastrosa, per i suoi standard da prima fila fissa. 11esimo al via, con uno start che peggio non si può: Seb si ritrova di botto al 15esimo posto. Webber, notoriamente non un fulmine di guerra in partenza, scivola anch’egli dal 6° al 10° posto.

10° l’australiano e 15° il tedesco: fosse finita così parleremmo di crisi Red Bull, di stagione finita. Ma così non è. I due tori hanno comunque il loro bel da fare nelle prime fasi di gara. Vettel non riesce a sfruttare a dovere il DRS. Lo si è visto, per esempio, nelle difficoltà incontratre dal bi-campione del mondo nel superare lo scozzese Di Resta in rettilineo. Siamo solo al 6° giro. Una tornata più tardi, Webber, anticipando tutti, è già in pit. Monta gomme Pirelli medium. Vettel lo imita al 10mo giro. Intorno al 13esimo giro cominciano ad entrare ai box anche tutti gli altri. Dopo la prima tornata di soste in pitlane, colui che c’ha guadagnato di più è proprio Webber. Che si ritrova quarto. Azzeccata la sua mossa di cambiare le gomme prima di tutti gli altri. Al 20simo giro Mark è già al suo secondo pit. Al 27esimo passa Massa. Intanto anche Vettel recupera posizioni, anche se al 31esimo giro viene superato dal brillante Button, che sembra l’unico a potersi giocare la vittoria con Rosberg.

Al 33esimo giro, Webber è 5°, Vettel ancora fuori dalla zona punti. Webber andrà poi al terzo pit stop, dopo un piccolo brivido, simile a quello visto in Australia lo scorso anno, quando fu autore di un decolo con loop da 180°. Arriva lungo, rientra in pista, ma becca un dosso e noi vediamo il fondo dell’auto che si impenna. Per fortuna poi atterra. Al 43esimo giro i giochi sembrano fatti: Rosberg è davnti con un rassicurante distacco di 22 secondi sul secondo. Poi abbiamo Raikkonen, Vettel, Button, Grosjean, Webber, Hamilton, Senna, Maldonado, Perez, Alonso ecc. Mentre Nico rimane lontano, il gruppetto degli inseguitori si compatta. Al 48esimo giro Vettel si sbarazza di Raikkonen, seguito da Webber. Le cose sembrano mettersi anche troppo bene per i Red Bull boyz. Ma subiscono il ritorno delle McLaren, evidentemente meno in crisi con le gomme. Button e Hamilton si involano verso il podio. Vettel e Webber ne rimangono fuori. Anzi c’è ancora tempo per un piccolo “smacco fatto in casa”: Vettel ha finito gli pneumatici e non può difendersi dall’attacco di Webber, che lo passa. Finiscono appunto 4° e 5°. Meglio guardare il bicchiere mezzo pieno, ma ancora meglio guardare avanti. Horner, Mateschitz, Newey e compagni non potranno certo accontentarsi di inseguire e guardare il podio dal basso, con altri che sorseggiano il “loro?” champagne”!

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