Gp Bahrain: le pagelle di Sakhir

Sebastian Vettel 10 In Bahrein si presenta una Red Bull consistente, stabile, ben messa a punto. La Rb8 va che è una bellezza e il tedeschino tira fuori la sua arma migliore: il giro strabiliante in qualifica. La pole è il preludio a una fuga solitaria prevista ma sofferta, resa difficile dalla rincorsa di Raikkonen. Vedendo anche Webber la sensazione è che per vincerla, questa gara, Seb ci abbia messo molto del suo, sudando le note sette camicie. Prima vittoria stagionale, ventiduesima in carriera (raggiunto Damon Hill). BENTORNATO

Kimi Raikkonen 10 Iceman “gela” tutti e pesca dal cilindro una delle sue imprese più belle. Parte undicesimo, tranquillo, ma dopo pochi giri è una furia mortifera che a suon di traiettorie impeccabili e giri veloci stordisce le McLaren, le Ferrari, Webber e per poco non beffa anche Vettel. Una progressione vecchio stampo, tutta passo “monstre” e pedalare. Il martello del 2005 e del 2007, che quando guida così ha ben pochi rivali. Primo podio alla quarta corsa dal suo ritorno, Schumi aspetta ancora… IMPLACABILE

Romain Grosjean 8,5 Bravo, intelligente, maturo. Un altro Romain rispetto a quello impulsivo delle prime due gare. Sfrutta al meglio la velocissima Lotus, sa alzare il piede e capire quando fare gioco di squadra. Magistrale nella gestione di un risultato importante, che gli vale il primo podio in carriera. Un terzo posto che vale tanto. CONCRETO

Mark Webber 7 Se arrivi quattro volte 4° qualcosa che non va c’è. Oppure, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno qualcosa che va c’è. Ovvero una costanza di rendimento, un continuità, da paura che però non sfocia mai in qualcosa di migliore. Gregario di lusso, Mark continua a fare incetta di punti, ma per adesso il podio sembra ancora lontano. A Sakhir corre da solo un Gp relativamente facile. PIAZZATO

Nico Rosberg 6,5 Quinta posizione in griglia e al traguardo, in mezzo una gara maschia, forse troppo. Non parte granchè ,poi recupera; la Mercedes è lontana parente di quella ammirata a Shanghai e Nico dà tutto se stesso per arrivare tra i primi galvanizzato com’è da un ruolo di leadership in squadra sempre più suo. Citando Machiavelli “il fine giustifica i mezzi“, ma le manovre su Hamilton e Alonso sono da codice penale. Dove voleva mandarli? Qual è il limite normativo tra una difesa dura e un mezzo speronamento? UN PO’ ESALTATO

Paul di Resta 8,5 Parte decimo, dopo una buonissima qualifica. La sua gara è tra le più interessanti di giornata perchè lo scozzese azzarda una tattica di sole due soste. Qualcosa di impensabile alla vigilia. Ritarda il primo pit stop e, complice la gentilezza della VjM05 con le mescole, riesce a mantenere un ritmo soddisfacente per più giri. Detto fatto, in un attimo beffa McLaren e Ferrari conquistando un sesto posto importantissimo per il team. RITMO OK

Fernando Alonso 6,5 Si qualifica in top ten facendo il massimo con questa F2012. Decide di risparmiare le gomme medie e tutto fa pensare a una tattica a sorpresa. Invece si accoda agli altri, su tre soste, e alla fine arriva settimo. Forse con un passo più incisivo poteva avere ragione della Force India. Si lamenta giustamente per la manovraccia di Rosberg ma si dice “soddisfatto per la gara” e “moderatamente ottimista” per la classifica. Non vorremmo si arrendesse anche lui, l’ultimo baluardo di una Ferrari leggermente spaesata.

Lewis Hamilton 6,5 Un ottavo posto dal sapore tragicomico, spreca una splendida prima fila per colpe non sue. Cosa si può chiedere a un pilota se in tutti e tre i pit stop la scuderia gli fa perdere manciate di secondi preziosi. Colpa del dado difettoso sulla ruota posteriore sinistra. Lui lotta, ci prova, testa bassa e sorpassi decisi a Massa e soprattutto a killer Rosberg. Ma la McLaren fa il “Gioco dell’oca” e si diverte a ributtarlo dietro. INCOLPEVOLE

Felipe Massa 7 Inciampa in qualifica, perso tra la convinzione di avercela fatta (con Smedley che esulta!) e una strategia non proprio delle migliori. Ma in gara, finalmente, si rivede un pilota vero. Stacco di frizione meraviglioso, lucido, concentrato e costante nei tempi sul giro. Nessun misterioso calo, nessuna crisi di gomme. Visto il periodo, un distacco di solo sette secondi da Alonso sotto la bandiera a scacchi è un mezzo successo. E chiude a punti. CONVINCE

Michael Schumacher 8 Non era facile, con questa Mercedes tornata bruscamente con i piedi per terra, partire in ultima fila e chiudere a punti. Lui ce la fa, con una rimonta silenziosa ma perentoria, a quarantatrè anni non demorde e lotta come un ossesso anche solo per conquistare un punticino. Peccato per la presunzione in Q1, errore madornale da condividere con la squadra. BRILLANTE

Jenson Button 6 Non granchè sabato, parte così e così e non sembra poter fare fuoco e fiamme. Ma il quinto poso è agevolmente alla sua portata quando fora una gomma. Gara rovinata e poi definitivamente chiusa per un ritiro a causa del differenziale. GIORNATA NO

Sergio Perez 6 Checo si piazza ottavo in griglia ma la Sauber manca di consistenza su questo circuito, rivelandosi troppo lenta. Scivola fuori dalla zona punti, beffato per 1″ da Schumacher.

Nico Hulkenberg 5 Il compagno fa numeri da circo, lui rimane un passo indietro sia in qualifica che in gara. Alla fine è mesto dodicesimo.

Kamui Kobayashi 5,5 Dodicesimo in prova, tredicesimo in gara. Si lamenta della velocità della Sauber, e viene sorpassato un po’ da tutti.

Jean-Eric Vergne 5,5 Fuori dalla Q2 in prova, un risultato molto modesto. Raddrizza le cose in gara, chiudendo quattordicesimo ma navigando un po’ nella terra di nessuno.

Daniel Ricciardo 5 Un giorno da fenomeno, con il sesto posto in qualifica, che però non porta punti. Perchè in gara non gli riesce l’exploit, gli rimane la frizione in mano e ti saluto e sono. Con tanto di ala rotta nella bagarre iniziale. Si dice che quando un pilota ha talento sa fare risultato anche con macchine inferiori. Lui vorrebbe emulare il Vettel del 2008 ma in pochi giri si è ricordato di essere semplicemente Ricciardo.

Vitaly Petrov 6 Zitto zitto, quatto quatto, è ancora una volta il primo della serie C a passare il traguardo. Beffa Heikki Kovalainen (6) che viene rallentato da una foratura nei primi giri.

Pastor Maldonado 6,5 Deve interrompere la sua ottima rincorsa ai punti dal ventunesimo posto a causa di una fortatura che lo fa anche andare in testacoda. Peccato perchè sarebbe stata una gran rimonta.

Ecclestone 3 C’è bisogno di spiegare il perchè?

Ferrari 5 Ancora una prestazione mediocre della macchina. Adesso si attendono i test del Mugello come la panacea a tutti i mali. Ma Domenicali dice “Mi attendo una reazione dai tecnici” e Fry risponde: “Ci vuole tempo, bisogna cambiare metodologia di lavoro”. Acque agitate in quel di Maranello?

Alea iacta est 7  – Digressione storica: “Il dado è tratto” è una celebre espressione che Svetonio attribuisce a Giulio Cesare. Nel 49 a.c. l’illustre condottiero romano decise di attraversare il Rubicone con l’esercito, entrando di fatto con la sua legione dentro l’Urbs (i cui confini all’epoca si estendevano fino all’Emilia). Cesare con quella famigerata decisione violò una suprema legge che vietava assolutamente di portare l’esercito a Roma, e per farsi coraggio pronunciò la fatidica frase. Fine digressione –  2061 anni dopo la celebre frase l’ha urlata esausto il meccanico di Hamilton addetto alla gomma posteriore sinistra dopo essersi incastrato una cinquantina di volte lui, le mani, la pistola, il dado, la ruota. Un vero e proprio coacervo di uomo e macchina, un pasticcio ripetuto con diabolica precisione per ben tre volte.

Tattica Force India 8 Ecco il motivo della scelta indovinata di fare solo due soste: i meccanici del pilota scozzese, spaventati per la molotov che ha colpito la loro auto giovedì, hanno detto a Vijay Mallya: “Senti Vijjì ci hai portato qui e ci siamo quasi presi una bomba in biiiip, adesso lavoriamo la metà, più di due pit non facciamo”. Serafico il pacioso proprietario indiano così ha risposto: “Okay tanto ci pensa il polpo Paul (cugino di quello chiaroveggente dei mondiali di calcio) a stare con i propri tentacoli attaccato all’asfalto”. E così fu.

Agatino Angelo 5 Chiamato nell’ambiente Ben Agathangelou, è un nuovo aerodinamico (!) della Ferrari. La reazione dei tifosi a questo ingaggio è stata più o meno: “Machìcavoloèèè quèsto!” Da leggere ad alta voce un po’ alla Rocco Papaleo.

Rispondi a Anonimo Annulla risposta