E se James Key fosse il prossimo obiettivo della Ferrari?

Spenti i motori in Bahrain, sulla Ferrari si sta concentrando tutta l’attenzione di fan e dei media in vista dei prossimi appuntamenti del Mugello e Barcellona. Una marea di aspettative che potrebbe travolgere tutti al primo passo falso, causando il solito malcontento degli appassionati che – puntualmente – sarà cavalcato anche dai media. Storia già vista.

Quello che si ignora, spesso anche volutamente, è che il problema della Ferrari è gran parte di uomini e non di mezzi. E bisogna andare anni indietro per poterlo scovare, ma è un’operazione che non ci compete. Scelte aziendali che hanno portato, discutibilmente, all’allontanamento di figure chiave che rappresentavano la linfa vitale della Rossa. Roba che per uscire dal tunnel ci vorrà del tempo e del gran lavoro. Anche un maxi aggiornamento come quello di Barcellona non potrà mai valere quanto una squadra veramente sinergica in tutti i settori. Ecco dove la Ferrari deve lavorare, non certo solo in fabbrica ed in galleria del vento. E creare un gruppo compatto, potrebbe essere anche più difficile di avere a che fare con dati scientifici di simulatori, CFD et similia.

Questa non è, ovviamente, una novità. L’arrivo di menti nuove a Maranello è la conferma che la Casa del Cavallino Rampante è in pieno rinnovamento, come avevamo già approfondito nei giorni scorsi, definendola come una Ferrari da “All in”.  Tra i più recenti acquisti tecnici della Ferrari c’è anche l’aerodinamico Ben Agathangelou, del quale abbiamo giusto parlato qualche giorno fa. Ma il quotidiano “La Gazzetta dello Sport” riferisce di rumors legati ad un presunto nuovo obiettivo: James Key. Il quarantenne brittanico, ex direttore tecnico alla Sauber, manca dalla Formula 1 da qualche mese. Pare che Key fosse stato chiamato a  Norfolk come DT delle attività prototipi legate a Lotus Cars, dopo essere stato fortemente voluto dal direttore motorsport Claudio Berro.

Il nome di Key è stato invocato da molti. Si capisce, comunque, che sarebbe un arrivo gradito. L’inglese conosce alla perfezione il propulsore Ferrari, ma anche cambio e KERS, presenti sulle monoposto con cui ha lavorato a Hinwil. Bastererebbe una chiamata del Cavallino a farlo tornare nel Circus?

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