GP Belgio: è il momento di Iceman

E’ esattamente dalla seconda gara di questa stagione che Lotus è una delle più serie candidate alla vittoria di un GP, ovvero dal momento in cui il Circus ha potuto prendere coscenza delle enormi potenzialità della E20, in mano al quasi debuttante Grosjean ed al “figliol prodigo” Raikkonen, stella della F1 emigrata ai rally troppo frettolosamente, per sè e per la F1.

Ora, tutti gli appassionati sapranno che, ogni pronostico favorevole alla vittoria della vettura nata ad Enstone, è andato clamorosamente in fumo, come una sigaretta lasciata incautamente esposta ad una folata di vento triestino, nel pieno del suo vigore. Tutti sanno anche che, proprio nella sede inglese della ex Renault, ci sperano eccome in questa prima e tanto agognata vittoria.

Hanno due piloti velocissimi, uno molto incostante, Grosjean, capace di picchi di rendimento altissimi come di errori clamorosi, al limite del “novellino alle prime armi con un volante” e l’altro, di rientro – come già detto – da un’esperienza quantomeno discutibile nel mondo dei rally, ma sempre un fenomeno delle quattro ruote su pista, poche balle.

Ora, di occasioni per cogliere il primo successo in questo 2012, ce ne sono state eccome nella prima metà della stagione. Per un motivo o per un altro, che possono essere identificati come: difficoltà in qualifica, difficoltà della vettura a sfruttare i Pirelli P Zero con temperature medio-basse dell’asfalto, ruggine di Kimi da eliminare, sgrezzare Romain, e chi più ne ha più ne metta, Lotus ha sempre fallito l’obiettivo primario, anche se gli uomini diretti da Boullier non ammetteranno mai che la vittoria di un GP sia il reale obiettivo. Anzi.

In Lotus volano tutti molto bassi, ma ormai è inutile quanto stucchevole continuare a negare il fatto che la vittoria sia un obiettivo. Eccome se lo è. Sta diventando quasi un inseguimento ossessivo. Arriva Spa-Francorchamps, la pista preferita, senza ombra di dubbio, dal pilota di punta della scuderia nero-dorata, Kimi Raikkonen. 

Iceman ha colto sul tracciato adiacente alle Ardenne ben quattro successi nella sua carriera. Il record, però, appartiene al solito Michael Schumacher, vero e proprio cannibale di quasi tutte le statistiche riguardanti la F1, il quale ha colto sei centri nella sua quasi ventennale e sfolgorante carriera. C’è un però, e non propriamente insignificante: Schumi corre ancora, eccome se corre, ma attualmente non possiede certo la vettura per aver velleità di vittoria in questa edizione di Spa.

Kimi invece ha il mezzo e le capacità tecniche tali da poter infrangere questa maledizione che ha assunto toni drammatico-fiabeschi, riuscendo così a smuovere il numero di GP vinti in carriera (sin’ora 18) e la classifica Costruttori della Lotus. Due obiettivi fondamentali, insomma.

Ricordiamo inoltre che, proprio a Spa, Kimi conquistò nel 2009 la sua ultima vittoria in F1, con la Ferrari F60, per l’occasione (ma solo in quella) davvero in gran spolvero. Il sospetto lo avemmo tutti: merito della vettura che si sposa perfettamente con il tracciato o merito delle grandi capacità di Kimi?

Forse, al prossimo GP, potremmo avere una conferma. Intanto sappiamo una cosa, di per certo: Kimi non ha ancora abdicato, vuole rimanere a tutti i costi “The King of Spa”, titolo affibbiatogli dopo l’impresa di 3 anni orsono. Alonso e soci sono avvisati.

 

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