Gp del Giappone: pagelle senza alibi…

Sebastian Vettel 10 e lode Un po’ per bravura, un po’ per fortuna, eccolo che di botto il tedeschino è tornato ad essere il favorito per il titolo. Complice una Red Bull di nuovo “maledettamente” veloce e un “Grand Slam”, quello di Suzuka, da urlo. Seb ha annichilito i rivali partendo dalla pole – che ha rischiato di perdere per aver fatto il furbetto con Alonso – senza mai cedere la prima posizione. I giri veloci nel finale sono una coltellata che fa male a chi invocava “sant’alternatore” da Renault. La Red Bull c’è e la Ferrari trema. Terza vittoria stagionale, raggiunge Fangio a quota 24 in assoluto. DITINO

Felipe Massa 9 La gara che non ti aspetti nel giorno che non desideri. Perchè il cavallo su cui puntare era un altro, ma va out subito e la macchina rossa per cui tifare torna improvvisamente quella di quattro anni fa. E la numero sei non tradisce, tutt’altro. Mai Felipe dal 2010 aveva corso così bene (eccetto che nella famosa Germania di “Fernando is faster..” e va’ bè). Velocissimo, cattivissimo, soprattutto costante e efficiente nell’applicare l’ottima strategia. Tutto questo su una pista molto tecnica. Una performance che aiuta la Rossa a restare aggrappata nel Costruttori alla McLaren. Torna sul podio dopo quasi due stagioni e nelle ultime cinque gare ha totalizzato sei punti più di Nando (46 a 40). Oggi filava come nemmeno la Berta di Rino Gaetano. GIORNATONA

Kamui Kobayashi 9 Due anni fa fece letteralmente impazzire gli addetti ai lavori per una gara disputata con il coltello tra i denti, eroica per mole e qualità dei sorpassi. Il ragazzo, un po’ samurai un po’ kamikaze, è cresciuto e, con una Sauber diventata una signora macchina, ha regalato un podio in casa che mancava dal 1990 ai calorosi tifosi del Sol Levante. Infiamma il pubblico per la tenacia con cui tiene dietro Button. Si merita alla grande la prima coppa in carriera. MATURO

Jenson Button 7 Tra sostituzione del cambio e una McLaren che tentenna, JB fa la sua onesta gara. Probabilmente avrebbe meritato il podio ma il non essere riuscito a costruire un attacco decente a Koba non è un’attenuante bensì un’aggravante. Mettiamola così; non fa un dispetto a un pubblico al quale lo lega un affetto sincero. PIAZZATO

Lewis Hamilton 6 La cosa più triste è che la McLaren lo sputtana allegramente, mandandolo in pasto ai pescecani: “L’assetto sbagliato l’ha voluto il pilota”. Una risposta secca al famoso tweet del Belgio. Separati in casa e senza troppa voglia di sopportarsi ancora. Lo sguardo di Martin Whitmarsh sulla griglia di partenza mentre guarda Hamilton in macchina è quello di un padre che non riconosce più il figlio. Lewis-McLaren come una tragedia shakespeariana, non si capisce più di chi sono e dove iniziano – e finiscono – le colpe. Ma ci sono andati a perdere tutti. AMLETICO

Kimi Raikkonen 6,5 Mai come questa volta sembra quello che forse realmente è, ovvero l’opposto di Alonso. Gli rovina indirettamente la qualifica. Gli distrugge, involontariamente, la gara. Gli pregiudica il mondiale e gli soffia il record stagionale di piazzamenti a punti (14 su 15). E dopotutto, con una Lotus che fa più danni che altro, è lì terzo in classifica a -37. NEMESI

Nico Hulkenberg 7 Quanto sia vero che piace alla Ferrari non ci è dato saperlo; ma se , per motivi di mercato, doveva mettersi in mostra c’è riuscito più che bene. Partendo quindicesimo e chiudendo settimo. Approfitta magistralmente dell prime, caotiche, fasi di gara per portarsi in zona punti. E corre con piglio e freddezza una gara molto tirata. Tra piloti tosti come Perez, Raikkonen e Maldonado. BRAVO

Pastor Maldonado 6,5 Per il “pirata dei caraibi” la maledizione post Spagna è finita. Dopo un numero irragionevole e infinito di gare a secco finalmente il simpatico scassamacchine venezuelano torna a marcare punti. Un ottavo posto discreto, la vera notizia è che la gara scivola senza guai che è una bellezza. TRANQUILLO

Mark Webber 6 Ottima la prima fila in qualifica, sfortunata la gara con lo speronamento gratutito del solito Grosjean che gli toglie la possibilità di conquistare un buon risultato. Risale la china e chiude raccogliendo due miseri punticini.

Daniel Ricciardo 6,5 Tra incidenti e penalità la Toro Rosso riesce a chiudere la trasferta nipponica in zona punti grazie alla gara onesta e consistente di Daniel. Bravo soprattutto a mantenere la calma negli ultimi giri quando è marcato stretto da Michael Schumacher.

Fernando Alonso sv E cosa gli vuoi dire? In qualifica becca la gialla più banale del mondo e si qualifica in settima (poi sesta) posizione. In gara non ha nemmeno il tempo di pensare al da farsi che si trova con la gomma posteriore sinistra bucata dall’alettone di Raikkonen e ciao. Secondo, doloroso, ritiro dopo quello di Spa. La cosa più giusta la fa davanti ai microfoni, quando con una faccia che più nera non si può striglia la squadra: “Abbiamo la stessa macchina da cinque gran premi, dobbiamo lavorare di più”. PREOCCUPATO

Sergio Perez 4,5 Paga la partenza folle di Grosjean scivolando un po’ indietro. Si rimbocca le maniche e si scatena dimostrando una invidiabile velocità e manifestando il grande potenziale della Sauber. Sorpassi e giri veloci in ripetizione. Il problema è che il contratto con la McLaren ha finito per esaltarlo ancora di più; cerca un sorpasso ai limiti della fisica, all’esetrno al tornantino Hairpin, ai danni di Hamilton (sarà mica un caso) mette le gomme un po’ sull’erbetta e via in testacoda. Mesto e a testa bassa. Gli servirà da lezione. MONTATO

Romain Grosjean 4 Si ritira per problemi tecnici, a due tornate dalla fine, dopo una gara anonima. Ma come sempre si fa notare in partenza, stavolta frenando dritto nella macchina di Webber. I commissari gli rifilano un anacronistico ma quanto mai significativo “stop and go” Insomma il solito menù e meno male che aveva imparato la lezione. Le due Lotus come due schegge impazzite. PESSIMO

Michael Schumacher 8 Parte ventiquattresimo con un mezzo catorcio e chiude, rabbioso, in ‘undicesima piazza. Per poco non va a punti e, a quarantatrè anni suonati, dimostra ancora una freschezza mentale e fisica encomiabile. Certo ci sono le giornate come Singapore, quelle da “controllo della prostata” per dirla con Baldisserri, ma ci sono anche queste giornate qui. Che fanno aumentare i rimpianti per il definitivo ritiro. Vecchio si, brocco MAI

Bruno Senna 5 Tocca Rosberg in partenza costringendolo al ritiro e per questo viene, tardivamente, penalizzato dai commissari. Una gara tutta in salita tra alettone rotto e drive thru‘. Meglio pensare alla Corea.

Nico Rosberg sv La sua gara dura una frazione di secondo, quella utile per ritirarsi. E forse è meglio visto che questa Mercedes fa passare la voglia di essere guidata. Aspetta Hamilton in squadra ma nelle ultime gare soffre la presenza e le performance di Schumi. TEMPI DURI

Heikki Kovalainen 6,5 La tenacia con la quale prova a “restituire” il dodicesimo posto alla Marussia è da applausi. Lotta, si sbraccia, resiste. Ma alla fine lo infilano tutti, visto che la Caterham più di così non può andare.

Timo Glock 6 L’eroe di Singapore torna nel profondo anonimato ma si sarà lasciato scappare un sorriso nel constatare che il suo record di serie C ha resistito senza troppi affanni.

Altri: Paul di Resta (5,5); Jean Eric Vergne (5,5); Vitaly Petrov (5); Charles Pic (5); Narain Karthikeyan (5)

La Ferrari e la sfortuna che gira 4 Basta appigliarsi a questa storiella della sfortuna che gira, del caso avverso e al fatto che “un giorno tocca a noi, un giorno agli altri“. La Ferrari ha toppato clamorosamente il pacchetto di sviluppo di Singapore ed è rimasta molto indietro rispetto alla concorrenza. La bontà della vettura in gara rischia di celare un problema insormontabile e gravissimo in ottica titolo: la qualifica. Perchè se parti sempre dietro il rischio di trovarsi coinvolti in collisioni (come quelle di Spa e Suzuka) aumenta in modo esponenziale. Con questa F2012 da “sabato del villaggio” il mondiale è bello che perduto. Testa bassa a lavorare e fuori i secondi. NIENTE ALIBI

Gp di Giappone 7 Perchè, nonostante manchi fin da subito uno dei grandi protagonisti del mondiale, la pista è uno spettacolo di tecnica e difficoltà. I sorpassi impegnano il pilota e le curve sono insidiose. Le “Snake” e la “Spoon” sono roba da manici veri. Gli errori, per fortuna, non vengono perdonati da vie di fuga in stile autostrada. Siano benedetti tracciati così! Se ne vedono pochi ormai.

L’efficienza dei giudici di gara 3 Come le tre, interminabili, ore passate per emettere il loro verdetto di assoluzione nei confronti dei pluri-indagati delle qualifiche, chi per aver ostacolato qualcuno, chi per aver ignorato la bandiera gialla provocata da Raikkonen. Ovviamente tutti innocenti, guai a toccare qualcuno troppo in alto. Paga Vergne per tutti, reo di aver rallenato Senna in Q1. GIUSTIZIA?

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