La Red Bull ha il doppio DRS!

La sorpresa che non ti aspetti: la Red Bull ha il doppio DRS! E’ stato un po’ un fulmine a ciel sereno, visto che, con cinque gare ancora da disputare, il mezzo fallimento di quello made in Lotus ed il divieto di utilizzarlo dalla prossima stagione, il DDRS sembrava ormai una soluzione sconveniente. Ed invece, il genio dell’aerodinamica Adrian Newey ha deciso comunque di dotare le sue vetture del diabolico dispositivo.

Difficile accorgersene, visto che il dispositivo Red Bull, pur essendo simile a quello in stile Mercedes, non utilizza tubazioni visibili. Va aggiunto, inoltre, che il dispositivo è stato provato interamente in galleria del vento, visto che il suo primissimo test è avvenuto nelle prove libere di venerdì mattina (FOTO). Il risultato è evidente: prima fila tutta Red Bull con ben quattro decimi di vantaggio rifilati a Button in qualifica, dove il DRS può essere azionato lungo tutto il circuito.

Come accennato poc’anzi, la versione firmata Newey è sostanzialmente diversa da quella Lotus e molto simile a quella Mercedes:

Sulla parte interna della paratia dell’ala posteriore è, come nel DDRS Mercedes, presente un foro, il quale viene chiuso da un tappo di carbonio fissato al flap del DRS quando questo è chiuso (FOTO). Nel momento in cui il pilota aziona il DRS (FOTO), il foro si apre e lascia defluire l’aria, che in quel punto è alla massima pressione, all’interno della paratia, che è concava al suo interno. A differenza del DDRS Mercedes, però, l’aria non viene convogliata verso l’ala anteriore, ma viene espulsa, con altissima probabilità, da slot posizionati al di sotto del supporto inferiore dell’ala (FOTO). L’effetto che si ottiene, di conseguenza, è quello di “scaricare” ulteriormente l’ala posteriore, visto che in alta velocità, la pressione aerodinamica è massima proprio nelle zone esterne del flap.

La soluzione è più semplice di quella escogitata dal team tedesco e, visti i risultati ottenuti in qualifica da entrambi i piloti, decisamente efficace. Sorprende il fatto che la Red Bull abbia studiato questo dispositivo interamente in fabbrica, a differenza della Lotus, invece, che è da diverse gare che lo prova e ne rimanda il debutto ufficiale.

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