Alonso: “Vettel terzo? Il bicchiere è comunque pienissimo”

Fernando Alonso è il solito samurai, quello degli aforismi su twitter, il mastino che non molla la presa: “Ho lottato contro tutti, Maldonado poi Button; è stata una gara tirata dall’inizio alla fine. Sono contento di com’è finito questo fine settimana. E’ vero, con Sebastian ultimo c’era l’opportunità di ridurre il distacco più sensibilmente ma è altrettanto vero che la nostra prestazione e la nostra posizione sulla griglia potevano anche farci perdere dei punti in questo Gran Premio”.

Guai quindi a fargli notare che Sebastian ha fatto la gara della vita, finendo su un podio che in molti volevano esorcizzare: “Loro hanno la macchina più veloce, noi la squadra migliore. Ognuno lotta con le armi che ha a disposizione: non riusciremo a trasformare la nostra vettura in quella più veloce del lotto con un tocco di una bacchetta magica ma opporremo alla loro prestazione la nostra perfezione di squadra. La simulazione ci metteva in una posizione fra la quarta e la sesta: siamo finiti secondi quindi è stata ancora una volta una gara più che perfetta, corsa al massimo dall’inizio alla fine. Certo, un numero di ritiri inconsueto e due neutralizzazioni dal tempismo poco propizio non hanno giocato a nostro favore ma queste sono cose che non dipendono da noi: dovevamo soltanto rimanere concentrati sulla nostra gara ed è quello che abbiamo fatto”.

Il bicchiere, quindi, è tutt’altro che vuoto. “Pienissimo” lo definisce Fernando che, insieme al team, considerava questa trasferta come una delle più dure del campionato. Ormai è nota l’idiosincrasia costante tra la Ferrari e la pista degli Emirati Arabi, nonostante la presenza del noto parco tematico dedicato al Cavallino. Splendido il contorno, un po’ meno quell’insieme di curve ad angolo retto tra le quali la Rossa non si è mai sentita troppo a suo agio.

“Stanotte andrò a dormire pensando che il bicchiere è pienissimo, altro che mezzo vuoto: dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo fatto, del lavoro svolto dai meccanici in pista e dagli ingegneri che hanno cercato di mettere a punto la vettura”.

Matador saluta l’Asia con un timido sorriso sul volto; il mondiale è una chimera ma i punti di distacco dopotutto sono dieci, mica cento. E allora tanto vale provarci, già in Texas: “Adesso andremo su una pista sconosciuta per tutti, speriamo di fare un grande risultato ad Austin…”. Un dato positivo già c’è: almeno non si chiama Abu Dhabi.

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