“Life is about passions. Thank you for sharing mine”

Chi ha pensato che il ritorno fosse un errore.
Chi ha pensato che ogni gara in più rovinasse medie e record della carriera precedente.
Chi non ha perso occasione per chiamarlo anti-sportivo.
Chi ha fatto a gara per sottolineare ogni statistica negativa.
Chi ha parlato di tradimento.
Chi ha creduto che lo smalto fosse andato perduto o, peggio, non ci fosse mai stato.

Per tutti loro che si ostinano a non capire o far finta di non poterlo fare. Ma, indirettamente, la risposta alle critiche è contenuta nella frase stampata sul casco di Schumacher che utilizzerà in questa ultima gara, ad Interlagos. “La vita è fatta di passioni. Grazie per aver condiviso la mia”. 

Ma quella frase, così breve e così sincera, raccoglie in sé i motivi del ritorno. Ma, soprattutto, è dedicata ad altri.

A chi brillavano gli occhi quando Michael chiese di sostituire Massa, dopo l’incidente di Budapest.

A chi ha riprovato ancora quel senso di vuoto, quando l’operazione è tristemente sfumata.

A chi ha avuto un tuffo al cuore, quando ha annunciato il ritorno in F1 a fine 2009.

A chi, a quel punto, non ha badato al colore della tuta. Tradimento o no, il Kaiser era tornato davvero.

A chi, in ogni caso, si è chiesto che effetto potesse fare rivederlo in pista dopo tre anni di assenza.

A chi lo ha supportato nonostante la “squadra sbagliata”, il rientro inopportuno, i risultati che non arrivavano.

A chi lo ha difeso quando qualche sportellata di troppo lo ha condotto alla gogna mediatica.

A chi, come ai vecchi bei tempi, quasi voleva spegnere la TV dopo un ritiro di Michael.

A chi ha trattenuto il fiato dopo la stupenda, incredibile e inattesa pole di Montecarlo 2012.

A chi ha sorriso ad ogni intervista in italiano del Kaiser.

A chi, rivedendolo in pista, ha rivissuto Monza 2006, Suzuka 2000,  Malesia 1999, Shangai 2006, Magny Cours 2002, Interlagos 2006 e tutte le altre perle che ognuno porta nel cuore per un motivo o per un altro.

A chi Schumacher ha insegnato quanto può essere forte una passione; quanto può spingerti oltre il limite la voglia di tentare e ritentare; quanto può farti rischiare l’inseguire un obiettivo.

A chi Schumy ha regalato un sogno e un’emozione che corre su quattro ruote e che continua a volare verso nuovi desideri.

Caro Michael, sei stato il più grande spettacolo dopo il big bang. E non possiamo che essere contenti di aver goduto anche di un bis.

Grazie, Campione.

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