Alonso uomo squadra: “Dobbiamo essere orgogliosi”

Fernando Alonso lascia Interlagos con un doppio secondo posto: quello in gara e quello in campionato. Con questa F2012, di più non si poteva fare.

La Ferrari, però, può lasciare il Brasile con qualche certezza in più. La prima, in realtà mai messa in dubbio, è rappresentata dalle doti di Fernando Alonso. Anche nel pieno caos della gara, la sua visione globale della corsa è stata sempre impeccabile: si è tenuto lontano dai guai ed ha provato a fare il massimo con una vettura che era nata come la peggiore Rossa degli ultimi dieci anni.

E poi c’è Massa, che sembra aver ritrovato il sorriso e la fiducia, in sé e nella squadra. A Interlagos ha tirato fuori gli attributi in partenza e si è lanciato in mezzo agli avversari con il coltello tra i denti. Ha lasciato strada a Fernando sul finale, quando gli era davanti, e si è commosso una volta salito sul podio. Quei due, insieme, sul podio non ci stavano da quasi due anni. La Ferrari deve ricominciare dai suoi piloti, per ora l’unica certezza. C’è il campione e il perfetto scudiero. Ma deve obbligatoriamente rivoluzionare il modo di progettare, perché è lì che questo Mondiale è stato perso.

Ma Alonso non recrimina ma, anzi, difende la sua squadra: “Abbiamo cercato di dare il meglio. Siamo scattati settimi e finiti sul podio, ancora una volta, come abbiamo dimostrato in tutta la stagione. Sapevamo di non avere l’auto più veloce, è stato un miracolo essere rimasti in lotta per il titolo fino all’ultima gara. E’ grazie al perfetto lavoro degli uomini della Ferrari se ci siamo ritrovati in questa posizione. Dobbiamo essere orgogliosi di aver chiuso il Mondiale al secondo posto. E non tutti possono dire di aver fatto altrettanto”.

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