HRT, l’avventura in F1 si è definitivamente conclusa

Toni Cuquerella, direttore tecnico della HRT, ha confermato che l’avventura in Formula 1 per la squadra spagnola è ormai giunta al termine. Pertanto, la stagione 2013 vedrà solamente in pista 22 vetture.

Thesan Capital non è riuscita a vendere il team e, pertanto, non si è iscritta al Campionato Mondiale 2013. La conferma è arrivata un paio di giorni fa, quando la FIA ha comunicato la entry list per la prossima stagione. Nonostante la situazione fosse già piuttosto chiara, ci si attendeva un ultimo colpo di reni ed una proroga della Federazione, per consentire al piccolo team spagnolo di prendere parte al Mondiale.

Cuquerella, invece, ha tristemente confermato che l’avventura in F1 per la HRT è finita: “Sfortunatamente, dopo tre stagioni, oggi è stata scritta l’ultima pagina della HRT”.

Doveva essere una squadra 100% spagnola, ma il sogno è durato poco e il dio denaro ha avuto, ancora una volta, il sopravvento. Anche Marc Gene, collaudatore Ferrari, ha commentato la notizia della chiusura della HRT: “Lascia l’amaro in bocca, perché la probabilità che venga creato un altro progetto tutto spagnolo in F1 è davvero bassa e, per di più, ha un precedente negativo”.

La storia della HRT è stata veramente breve. L’idea di un team spagnolo era stata partorita dopo il famoso Budget Cap, ideato da Mosley, che avrebbe dovuto consentire alle piccole squadre di affrontare una stagione di F1 con un investimento di 50 milioni di euro. Tutto ebbe inizio con l’iscrizione al Mondiale 2010 con il nome di Campos Meta. Il team, infatti, è nato dalla collaborazione tra la Campos Racing e la Meta Image, un’agenzia sportiva con sede a Madrid. La vettura di quella stagione era stata progettata dall’italiana Dallara ed era spinta dai propulsori Cosworth. Ancora prima di cominciare, però, sorsero dei dubbi sulla possibilità che la squadra potesse prendere il via del campionato, a causa delle difficoltà di Campos a reperire i fondi necessari.

Entrò così in scena José Ramon Carabante, che acquistò la squadra e la rinominò in Hispania Racing Team, nome ispirato al Grupo Hispania di proprietà dell’imprenditore spagnolo.

L’anno successivo la HRT passò nuovamente di proprietà. Nel weekend di Silverstone, venne annunciata l’acquisizione da parte di Thesan Capital. Luis Pérez-Sala assunse il ruolo di consulente per il team. Ma la mancanza di fondi non ha permesso agli uomini della squadra spagnola di sviluppare a dovere la monoposto che, spesso, ha girato con gli stessi tempi di una monoposto di GP2.

Da tempo la HRT era nel pieno di una pesante crisi economica e resta avvolta nel mistero quel trasferimento della squadra presso una nuova sede, realizzata nei pressi di Madrid. 11 mila metri quadrati che non avevano nulla da invidiare alle altre factory in termini di spazio. E proprio in quella sede, appena tornati dal Brasile, una decina di operai hanno dato vita ad una rivolta, proprio mentre la dirigenza era occupata a distribuire l’indennità di fine rapporto, come prevedeva la scadenza contrattuale del 30 novembre.

Si chiude così, dunque, il capitolo HRT in Formula 1. Il Circus deve però fare attenzione e studiare un modo di ridurre i costi e aiutare anche le altre piccole squadre, indispensabili per il futuro della categoria. Non dimentichiamoci, infatti, che gli attuali accordi con le TV prevedono che in pista ci siano almeno dieci squadre.

 

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