Pagelle finali 2012: i voti a tutti i protagonisti della F1!

Mondiale vivace e combattuto fino all’ultimo, proviamo a tirare le somme.

Da Vettel a Karthikeyan, voti a tutte le squadre e ai piloti che hanno allietato le nostre domeniche di Formula 1, in uno dei campionati più lunghi e affascinanti di sempre. Grazie per la pazienza, buona lettura.

Red Bull 9
Non è la schiacciasassi da dodici vittorie del 2011 ma resta comunque la regina del Circus. Merito del genio diabolico di Adrian Newey (9) capace di rivoltare come un calzino la Rb8, monoposto nata bene ma notevolmente complicata. Scarichi, muso “estremamente flessibile”, estrattore modificato e la lattina blu è tornata a fare l’andatura. Non senza qualche polemica di troppo, ovviamente. Ma i top team dominanti non sono mai risultati troppo simpatici a chi perde.

Sebastian Vettel 10 Stagione a due facce per il prode tedeschino, con una sola vittoria nella prima parte e ben quattro di seguito in autunno. Ma nel complesso Seb ha dimostrato – oltre alla solita velocità da urlo e al talento indiscutibile – di essere maturato sotto tutti i punti di vista. Basti pensare al Canada, a Spa e alle rimonte pazzesche di Abu Dhabi e San Paolo; tutte gare disputate con una freddezza che prima probabilmente gli difettava. Ma Vettel (finchè non arriverà in Ferrari?) non metterà mai tutti d’accordo. Per qualcuno i suoi successi saranno sempre merito della monoposto ultra competitiva, per qualcun altro Sebastian dovrebbe ringraziare la dea bendata (vedi il botto con Senna). Lui fa orecchie da mercante e si porta a 26 vittorie totali e tre titoli vinti. A soli 25 anni; per ora è ancora Formula Vettel.

Mark Webber 6,5 Terzo nel mondiale l’anno scorso, anche se con l’aiutino finale, il cangurone è protagonista di una stagione in chiaroscuro che a conti fatti lo vede peggiorare di tre posizioni in graduatoria, e piazzarsi dietro Raikkonen e il duo McLaren nonostante disponesse della miglior vettura. Eppure la sufficienza è piena grazie a due lampi di classe, ovvero le splendide vittorie di Montecarlo e Silverstone. L’australiano fa comunque la sua parte, aiutando la Red Bull a vincere il Costruttori. Spera in un 2013 da protagonista ma il rinnovo sembra avergli spianato la strada per una pensione da perfetto gregario.

Ferrari 7
Il Cavallino, nel complesso, si becca un voto positivo per la capacità di giocarsi il mondiale, fino alle ultime curve, con una monoposto nettamente inferiore alla concorrenza, e di chiudere in classifica davanti alla più performante McLaren. Non più di 5 quindi all’ufficio tecnico, confusamente guidato dal poco (aero)dinamico duo Fry-Tombazis (5), incapace di trovare la formula giusta da Spa in poi. Stefano Domencali merita un 6 di stima. Per la capacità di fare squadra e le doti diplomatiche non sempre apprezzate dall’infuriata folla che segue la dura legge del risultato.

Fernando Alonso 10 Un condottiero eroico che anela ai massimi livelli lo spirito di “tremendismo” Ferrari degli ultimi anni. Soffre e vince con una monoposto nata male. Le imprese di Sepang e Valencia hanno fatto letteralmente saltare sul divano i tifosi. Fernando ha affrontato ogni gara come se fosse una finale, giornate campali nelle quali – con talento e generosità – ci ha messo tutto: grinta, cattiveria, classe. Alla fine sono tredici podi e tre vittorie. Ma soprattutto un mondiale prima comandato con autorevolezza e poi perso al fotofinish in un mix di emozioni, disillusione e un pizzico di nervosismo. Quest’ultimo, appunto, è l’unica nota stonata di una stagione da incorniciare; con il morale a terra e deluso dai mancati sviluppi sulla F2012 Nando si è incupito un po’ troppo, tirando più di una frecciatina alla squadra e risultando in qualche gara meno brillante di Felipe Massa. Ma stiamo davvero mettendo i puntini sulle “i”, dopotutto se le Lotus non lo avessero buttato fuori due volte…

Felipe Massa 6,5 Si è risvegliato all’improvviso da un lungo sonno, un po’ a sorpresa. Dimostrando tutti i pregi e i difetti di un carattere tipicamente brasiliano. Un pilota come Massa deve sentirsi importante, coccolato dalla squadra. Felipe al giro di boa ha riscoperto il piacere di guidare, di divertirsi. La Ferrari gli ha dato fiducia e lui ha risposto nel modo migliore. Seconda metà di stagione di altissimo livello, nella quale ha raccolto punti importanti per la classifica Costruttori e in più di un’occasione ha aiutato Alonso. Si è sbloccato psicologicamente, ora deve lasciarsi i fantasmi dietro.

McLaren 6
Lo squadrone inglese è stato capace di chiudere terzo nel Costruttori nonostante abbia raccolto ben sette vittorie, ovvero le stesse della Red Bull. Un contro-record le cui cause sono state la poca affidabilità, amnesie, errori ai box, e questioni contrattuali deleterie per la serenità del team. Voto alto alla Mp4-27 (8,5) vettura con baricentro più basso della concorrenza e senza scalino sul muso. Diversa, originale e performante. Peccato che nel momento topico del campionato Martin Whitmarsh (5,5) si sia lasciato scappare Lewis Hamilton. Un brutto colpo per la squadra, che tra ritiri e gare a vuoto si è vista costretta a puntare alle singole vittorie di tappa. La sensazione è che gli inglesi abbiano gettato al vento la possibilità di vincere il Giro.

Lewis Hamilton 9,5 Probabilmente la sua migliore stagione per ispirazione e livello di guida. Meriterebbe il voto di Vettel e Alonso se non fosse che nel bel mezzo del campionato – tra una pole e una prodezza – si sia messo a fare i capricci per i trofei, a twittare telemetrie e a rompere con la squadra. Ma il voto resta altissimo perchè Lewis ha vinto quattro gare che potevano essere sei o sette senza gli errori ai box e i ritiri “telefonati” di Singapore e Abu Dhabi. Quasi rassegnato a causa della sfortuna ha fatto le valigie per emigrare verso una squadra tutta da plasmare. Una scomessa coraggiosa.

Jenson Button 7,5 Meno brillante e incisivo del 2011, JB fa gli onori di casa, vincendo la prima e l’ultima gara. Qualche errore di troppo in un campionato corso vivacchiando in posizioni di rincalzo eppure nel computo finale chiude in classifica a soli due punti dal travolgente compagno di squadra. Ancora una volta, con la sua serafica strafottenza, tiene botta alla grande. Per la prima volta in carriera si “laurea” a Spa; trofeo che, da campione del mondo, gli mancava. E adesso, sornione, aspetta Sergio Perez per bastonarlo a modo suo. Ovvero con discrezione. Nel 2013 dovrà dimostrare di poter assurgere a tutti gli effetti al ruolo di prima guida McLaren.

Lotus 8
Il team anglo-belga con sede a Enstone sogna in grande ed è protagonista del miglior mondiale per costanza di risultati e posizione finale dall’era dei fasti di Briatore. Bravo Eric Boullier (8) a indovinare il colpo di mercato Raikkonen e gran lavoro del direttore tecnico James Allison (8) nel progettare una vettura elegante, aerodinamicamente raffinata e competitiva. Alla Lotus è mancato il piglio del top team, ovvero la capacità di perseguire con decisione una strada vincente. Gli sviluppi sono stati altalenanti ma alla fine è arrivata quella vittoria che mancava dal 2008. La prima, tra l’altro, del nuovo ciclo giallo-nero.

Kimi Raikkonen 9 Sempre a traguardo, diciannove volte a punti su venti gare, una vittoria, sette podi e terzo posto in campionato. Tutto questo dopo due anni lontani dalla pista, dove si è tenuto in allenamento nel mondiale Rally. Fenomeno vero per la capacità di martellare giro dopo giro e di tirare fuori il meglio dalla vettura. Tenersi dietro in campionato i dioscuri della McLaren non è cosa da poco. E poi c’è il carisma, il carattere nudo e crudo, di un personaggio ante litteram che mancava a un mondo fin troppo piatto. Le sue imprecazioni per radio, il suo “Si, si, si…lasciatemi solo, so quello che sto facendo” la sua nonchalance nell’andare per prati a Interlagos e rientrare in pista come se nulla fosse. Insomma un Kimi di tutto di più, che si conferma in pista e si dimostra sorpresa fuori. Il finnico incarna lo spirito di una F1 che non c’è più. Ultimo baluardo di una generazione di piloti “scorretti” al punto giusto. Se ne sentiva la mancanza.

Romain Grosjean 5,5 Ahi..è il turno del franco-svizzero che ha provato a decapitare Alonso e che ha fatto casini in partenza una volta su due. Il ragazzo non conosce la parola limite, risultando spesso pericoloso. Meriterebbe un voto basso ma se parliamo del pilota dobbiamo anche sottolineare la velocità in qualifica, i tre podi, il piede pesante mostrato in più di una circostanza, vedi la rimontona di Silverstone. Stagione a tinte fosche, ma è giusto che gli venga data un’altra possibilità. La velocità innata è merce rara al giorno d’oggi.

Jerome D’Ambrosio 5 Sostituisce Grosjean a Monza e si comporta in modo impeccabile con la squadra e con gli altri piloti. Peccato che becchi otto decimi in qualifica da Kimi e che in gara si limiti a portare la vettura al traguardo. Una gara, un tredicesimo posto. La Lotus non era granché quel giorno, ma un pilota talentuoso avrebbe fatto vedere qualcosa in più.

Mercedes 5
Tanto innovativa (il Drs-Duct) e brillante nelle prime gare, quanto deludente per il resto della stagione. La Mercedes Gp, guidata da un Ross Brawn (5) mai apparso così perplesso, è la grande delusione della stagione. Il quinto posto nel Costruttori è un tonfo pesante, per una squadra che quattro anni fa si laureava campione del mondo. E che dopo è andata sempre peggiorando. La W03 (5) si è guadagnata l’appellativo di “mangiagomme” per l’inusuale degrado patito con le mescole. L’unica nota positiva è la prima vittoria del nuovo corso di Stoccarda, arrivata a gara tre, in Cina. Poi il nulla più totale.

Michael Schumacher 7 Il kaiser esce di scena a testa alta. Pochi punti racimolati e un tredicesimo posto in campionato che fa inorridire, eppure ha guidato bene. Ha fatto intravedere lampi di un talento etereo, inafferrabile, unico. La pole, pazzesca, di Montecarlo e il podio di Valencia sono “numeri” degni dei tempi che furono. E, nonostante la classifica dica diversamente, nel suo ultimo anno ha più di una volta regolato Rosberg, sia in qualifica che in gara.

Nico Rosberg 7,5 Il biondino poliglotta metà tedesco e metà finlandese è quasi ingiudicabile. Perchè nella prima parte di stagione si fa notare eccome, con la splendida vittoria in Cina e il secondo posto di Montecarlo. Poi sparisce a causa della scarna competitività della monoposto e cade nell’oblio, sospeso tra i dubbi su una squadra che non vuole saperne di migliorare e l’apprensione per l’arrivo in squadra di un cannibale come Lewis Hamilton. Vita dura per Nico.

Sauber 8
Senza dubbio la migliore squadra per rapporto budget-risultati. Efficienza svizzera, nulla obiectio. Sesto posto in campionato e ben quattro podi ma soprattutto una monoposto, la C31 (8), che ha fatto “scuola” sugli scarichi esterni/bassi. Non a caso il progettista dimissionario James Key (9) è stato prontamente ingaggiato dalla Toro Rosso. Hinwill ha lanciato Sergio Perez e il tecnico che da molti è indicato come il nuovo Newey. Ed è l’unica scuderia a presentare un team principal donna, Monisha Kaltenborn (7). Insomma la lieta storia di una squadra da zona salvezza che si è qualificata per la coppa Uefa. Mezzo punto in meno per non aver saputo proteggere Perez dalle luci di una ribalta troppo precoce e per il siluramento di un pilota valido come Kamui Kobayashi. Per quanto riguarda questa ultima nota stonata, la legge del dio denaro spezza le favole più belle.

Kamui Kobayashi 6,5 Meno incisivo e brillante rispetto alle altre stagioni, ma comunque veloce e affidabile. Perde il confronto interno con Perez per sei punti ma è lui a prendere sulle spalle la Sauber quando il messicano inizia a dare i numeri. Un podio, strappalacrime, nel suo Giappone e altre prove importanti come il quarto posto di Hockenheim e il sesto di Abu Dhabi. Buone prove che non gli sono valse la riconferma.

Sergio Perez 7,5 Tre podi (Malesia, Canada e Italia) su sette arrivi a punti sono una percentuale interessante se guidi una Sauber. Sergio è autore di quattoridici gare da talento vero; veloce, prepotente nel corpo a corpo, gentile con la meccanica e guanto di velluto con le mescole. E’ nata una stella…forse. Perchè dopo la firma con la McLaren si monta la testa; inizia a strafare, a sbagliare, a parlare troppo e guidare poco. E manca la zona punti per un preoccupante filotto di sei gran premi. Umiltà ragazzo, umiltà.

Force India 7
Peggiora il sesto posto della passata stagione nel Costruttori ma conferma di essere una squadra veloce, capace di assestarsi in più occasioni in posizioni di tutto rispetto. Seconda metà di campionato di profilo più alto, soprattutto grazie all’estro di Hulkenberg. Con un po’ di continuità in più poteva impensierire la Sauber. Comunque bene.

Paul di Resta 6 Da uomo mercato (si parlava di McLaren) a carneade. Meno frizzante rispetto alla stagione del debutto ma comunque un signor professionista. Il risultato più bello è il quarto posto di Singapore, davvero un garone. Ma soffre leggermente il confronto con Hulkenberg nella seconda parte di stagione.

Nico Hulkenberg 7+ Una delle sorprese della stagione. L’inizio è un po’ troppo timido, sembra quasi deludere dopo un anno di inattività. Poi migliora in modo esponenziale, con l’esplosione finale di talento a San Paolo. Bravo in qualifica, consistente sul passo gara, undici volte a punti. Il venticinquenne tedesco può fregiarsi di un quarto posto a Spa (non male) e di due piazzamenti in top five. Nelle ultime gare impensierisce da solo la Sauber, che poi è la sua nuova scuderia. Per alcuni un trampolino di lancio verso un futuro in Rosso…

Williams 6-
La gloriosa scuderia di Grove chiude ottava il campionato dei rimpianti, perchè la FW34 (7) motorizzata Renault è una monoposto valida affidata a piloti incostanti. La posizione in classifica è poca roba, molto più gratificante la centoquattordicesima vittoria della sua storia, arrivata a Barcellona e in modo alquanto autoritario. Peccato che la squadra non sia riuscita a dare seguito a quella prova, perdendosi tra incidenti e ritiri meccanici. Intelligente, invece, il cambio ai vertici tra Adam Parr (4,5) e il più “corsaiolo” Toto Wolff (7).

Pastor Maldonado 5,5 E’ il nuovo Juan Pablo Montoya, non solo perchè ha riportato al successo la Williams dopo otto anni (l’ultimo pilota fu proprio il colombiano, in Brasile nel 2004) ma perchè guida con quell’irruenza, quella spavalderia e noncuranza per la meccanica tipica dei piloti latini. Con il coltello tra i denti, il “Pirata dei Caraibi” dà spettacolo e convince per la prestazione velocistica. Ma lascia a desiderare sotto il punto di vista comportamentale, speronando colleghi (leggi Perez) qua e là e ignorando regole e bandiere. Raro caso di pilota sanzionato per somma di ammonizioni (!). I cinque arrivi in zona utile sono un bottino davvero troppo magro. Ben venga la riconferma ma deve darsi una calmata, meno muri e più traguardi amigo!

Bruno Senna 5+ Alla fine siam sempre lì, si toglie di dosso quell’aria da raccomandato che si porta dietro a causa del cognome pesante e dimostra di essere un vero professionista del volante. Ma le belle notizie finiscono qui. Dieci arrivi a punti dignitosi ma un solo vero exploit, in Malesia sul bagnato. Troppo poco se ambisci a diventare qualcuno, troppo poco anche per quella ambita riconferma che alla fine non è arrivata.

Toro Rosso 5
La cuginetta italiana della Red Bull, dopo aver licenziato Buemi e Alguersuari, è ripartita da capo con due nuovi piloti giovani: Vergne e Ricciardo. Il campionato è stato deludente e il direttore tecnico Giorgio Ascanelli ha pagato la poca competitività della Str7 (5). Vettura dalle linee affascinanti (una delle più belle) ma particolarmente lenta sul giro secco. Le cose sono andate molto meglio con l’arrivo di James Key. Dal suo arrivo la Str è andata sei volte a punti su nove gare. Il futuro sembra più roseo.

Daniel Ricciardo 6+ Due punti in casa, in Australia, poi soffre tantissimo le aspettative intorno a lui e sembra sparire dai radar. Dopo la pausa estiva appare trasformato; convinto, concreto, deciso. E’ autore di belle rimonte che lo portano spesso in zona punti. Ci ha messo un po’ di tempo a uscire dal guscio ma ha dimostrato che le cose buone che si dicono sul suo conto sono vere. Può diventare un buon pilota, ma serve anche la macchina. Più carismatico del compagno di team, è un comunicatore nato.

Jean Eric Vergne 6 Quattro volte a punti e quattro ottavi posti. A dir poco regolare. Meno veloce in qualifica di Ricciardo ma più intraprendente in alcune gare. E’ un talentino tutto da scoprire, che non sembra soffrire complessi di inferiorità verso altri piloti più quotati. Mezzo voto in meno per il servilismo davvero esagerato nei confronti di Vettel. Capiamo il terrore che incute Helmut Marko ma l’atteggiamento di Abu Dhabi e San Paolo è inammissibile. Comunque un ragazzo serio, come per Ricciardo va valutato alla guida di una vettura più competitiva.

Caterham 4,5
Si salva in calcio d’angolo grazie all’undicesimo posto di Vitaly Petrov in Brasile, ma per il resto è sempre la stessa storia. A inizio stagione, con il motore Renault, le ambizioni erano ben altre. Ma la zona punti è ancora lontanissima.

Vitaly Petrov 6 Stagione accettabile, considerando che in svariati Gran premi il russo è stato più veloce dell’esperto Kovalainen. E poi c’è stato l’acuto di San Paolo che è il miglior piazzamento di sempre per quanto riguarda le “nuove squadre“.

Heikki Kovalainen 5,5 Per costanza si conferma per il terzo anno consecutivo il migliore della serie C, ma chiude in classifica dietro al compagno di team e al duo della Marussia. E’ sembrato stanco di una situazione che deve essere molto frustrante. E la sua permanenza nel Circus è a serio rischio.

Marussia 5-
Paradossalmente meglio degli altri anni. In alcune gare più competitiva della Caterham, quasi decima in classifica grazie al dodicesimo posto di Glock a Singapore. Un vero dramma sportivo il sorpasso subito in Brasile dalla Caterham.

Timo Glock 5+ Fa sognare la squadra a Singapore, per il resto è il solito trascinarsi degli ultimi anni.

Charles Pic 6 Esordiente assoluto in F1, qualche cosa di interessante l’ha fatta vedere. Si è tenuto dietro Glock in qualifica due, tre, volte ed è apparso subito competitivo (in relazione alla macchina, ovviamente). “Promosso” in Caterham nel 2013.

Hispania Racing Team 2,5
La F112 (3) non è malaccio di linea ma è più ferma che mai. Se ci mettiamo che entrambi i piloti non erano proprio di primo pelo…Una comparsa che dà più fastidio che altro. Chicane mobile che procura qualche pericolo di troppo, chiedere a Rosberg per quanto riguarda la gara di Abu Dhabi. In più il team è anche fallito e quindi niente Hrt nel 2013. Difficile che gli appassionati sentiranno la mancanza di questa squadra, la cui avventura in F1 è stata abbastanza tumultuosa e sfortunata.

Pedro De la Rosa 4,5 Il sogno di un team tutto spagnolo è naufragato presto, almeno l’ex pilota Arrows e test McLaren si è tolto lo sfizio di “difendere” a fine carriera i colori di casa.

Narain Karthikeyan 3 Tanto simpatico fuori dall’abitacolo quanto pericoloso in pista. La sua gita biennale in F1 è finita e il suo miglior piazzamento è stato un diciottesimo posto.

Mondiale 2012 (9) Campionato mozzafiato, con la legge dei sette vincitori diverse nelle prime gare, con lo strapotere effimero della McLaren, il consolato della Ferrari e la dittatura firmata Vettel. Tra incidenti, ritiri e polemiche alla fine ha vinto la macchina più forte. Che poi è un po’ la legge delle corse. Ma la F1 ha bisogno di stagioni così, di gare imprevedibili e di campioni in pista. Per fare un esempio, in Brasile in posizioni di rincalzo si sono battagliati Schumacher e Raikkonen. Davvero tanta qualità, la F1 si è confermata il campionato  motoristico più bello del mondo. Un secco 3-0 alla MotoGp, possiamo dirlo?

Affidabilità Ferrari 10 Diamo a Cesare quel che è di Cesare. La monoposto non è stata certo un fulmine di guerra ammazzacampionato ma il numero 3 guadagnato sul musetto è tutto merito di un’affidabilità e di una consistenza semplicemente mostruose se paragonate ai guasti e agli errori di Red Bull e McLaren. Mai un inconveniente tecnico sulla Rossa, l’unica operazione in “parc fermè” è stata fatta per motivi tattici e non tecnici. Qualcosa di positivo da cui ripartire c’è.

L’alternatore Renault 4 Il cruccio di Horner e Co. è stato certamente il discontinuo alternatore made in Regiè che ha rischiato di far saltare più volte il mondiale a Vettel e le coronarie al muretto. Sant’alternatore da Renault (8) è invece la versione che sta simpatica ad Alonso e ai Ferraristi, anche se le immancabili e sportivissime gufate (anche pubbliche) non hanno sortito il loro effetto.

Il regolamento secondo Red Bull prevede che la macchina di F1 possa avere zavorre mobili, scarichi soffiati, mappature motore esasperate, muso di gomma e altri marchingegni degni di un film di 007. Il voto è alto (9) se si accetta come qualità il talento di Newey nel navigare sicuro tra gli incerti mari della normativa Fia e di aggirare le disposizioni più rigide, come fosse Magellano con il Capo di Buona speranza. Voto basso invece (4) se si guarda dal lato dell’uniformità di giudizio, di ciò che è lecito e di ciò che non lo è. Perchè quando si tratta del progettista inglese il tutto è molto borderline.

Il “giallo” Vettel sv Una discreta appendice mediatica a un mondiale che proprio non voleva finire. Gialla o verde, sorpasso regolare o no, anche la polemica prolungata – con tanto di richieste Ferrari e chiarimenti Fia – dà l’idea di quanto sia stato “tirato” e sentito dai protagonisti in pista il campionato del mondo 2012.

Piloti e Twitter 5 Gran social network ma messo in mano ai piloti diventa un’arma a doppio taglio. Lewis Hamilton “sputtana” palesemente la Macca, contribuendo con la pubblicazione della telemetria di Button a mettere la parola fine al suo lungo rapporto con Woking. Fernando Alonso mette in scena una campagna virale degna di un nuovo film sulle Tartarughe Ninja; dopo i vari tweet sulle frasi del suo Samurai mancava solo il trailer…e non è che la cosa abbia portato benone.

Tv La Rai si becca un 6 perchè ci mette la faccia e la completezza di informazione, ma ha la colpa di aver perso almeno la metà dei Gran Premi (o tutti se non riesce a mettersi d’accordo con Sky). Gli strafalcioni in telecronaca sono stati sinceramente troppi. Il buon Gianfranco Mazzoni (5,5) ha scambiato – come se fosse la cosa più normale del mondo – il rapper Psy (10 a prescindere) per il Primo Ministro coreano. Come se Monti (o chi arriverà al suo posto…) se ne andasse in giro con una giacca con le pailettes dorate. E va be’. Più puntuale nei commenti l’ormai navigato Ivan Capelli (6,5). Una nota di demerito per il trio Bortuzzo-Allievi-Antonini (5) che più di una volta fa innervosire la “piazza” con commenti troppo affrettati e caustici. Voto 8 di incoraggiamento a Sky che un po’ tardivamente ha deciso di riscendere in campo, con la grande competenza delle sue voci e un canale interamente dedicato (9). Loro sono una spanna sopra gli altri, hanno risorse e soprattutto capacità. Nel 2013 ne vedremo delle belle. Mediaset (7) pur non detenendo i diritti fa la sua discreta figura, con servizi accattivanti e dal taglio giovanile. Merito di inviati bravi e competenti. Voto 8,5 alle pagelline di Giorgio Terruzzi per Grand Prix. Quelle sono roba seria mica queste qui!

 

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