Newey: “Sfruttare i buchi nel regolamento è l’essenza della F1”

Adrian Newey conferma la strategia di progettazione delle sue monoposto, sempre e costantemente al limite del regolamento e sempre messe in discussione dagli avversari. Una filosofia che lo ha reso l’ingegnere più geniale ed ambito della F1 odierna.

Presente e premiato alla festa dei “caschi d’oro” di Autosprint, Adrian Newey ha risposto ad alcune domande poste dal collega Alberto Antonini riguardo la stagione 2012, la vettura 2013 e la filosofia progettuale adottata dalla Red Bull.

Newey, nonostante sia un ingegnere di poche parole e molti fatti, ha risposto senza compromessi e sono emersi concetti davvero interessanti, i quali fanno capire una volta di più quanto l’ingegnere di Stratford-upon-Avon faccia sul serio, tremendamente sul serio il suo lavoro. Anzi, a conti fatti, lo fa meglio di tutti.

Dopo aver dichiarato pochi giorni fa che la RB9 sarà solo uno sviluppo della monoposto Campione del Mondo 2012 “perchè quando la base è buona non ha alcun senso cambiare“, Newey ha rivelato che alla soluzione pull-rod anteriore ci ha pensato eccome, ma solo due anni fa:Due anni fa abbiamo vagliato l’opzione ma, a differenza di quanto avviene per il posteriore, all’alteriore non dava un vantaggio significativo. Ora, la soluzione si potrebbe provare, ma richederebbe troppo tempo“.

La parte più interessante dell’intervista però ha riguardato la filosofia progettuale che il suo pool d’ingegneri e lui adottano per disegnare le monoposto del marchio dell’energy drink: “Il fatto è che lo spirito del regolamento non esiste proprio. Se trovi una lacuna che ti permette di aggirare lo scopo per cui una norma è stata scritta, ma senza per questo violare la lettera del regolamento, allora bisogna vedere se è fattibile. E’ questa la vera natura della F1. Noi abbiamo trovato alcune possibilità che forse le regole non prevedevano, ma nemmeno proibivano. E le abbiamo esplorate. Poi altra gente s’è arrabbiata vedendo cosa stavamo facendo“.

“Mi annoia un po’ essere sempre sotto tiro – ha poi concluso Newey – ma la realtà è che sia le altre squadre, sia la FIA, ci hanno sempre tenuti d’occhio. Ma senza mai trovarci fuori regola“. Probabilmente Adrian si sarà dimenticato delle mappature del Renault messe fuorilegge proprio dai commissari di gara dopo Montecarlo, ma per quanto riguarda il resto non ha certo torto. Non ha mai progettato nulla di illegale, stando anche ai controlli FIA.

Il presentimento, dopo le parole del genio di Stratford, è che anche il prossimo anno la RB9 potrà avere la stessa “fortuna” delle sue tre progenitrici: vincere i titoli per la quarta volta di fila o, quantomeno, “giocarseli fino alla fine“. Parola di Newey.

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