Vettel: “Dobbiamo ignorare la pressione e concentrarci”

Il campione del mondo illustra la sua ricetta per la vittoria, senza lesinare qualche frecciatina alla Ferrari.

A venticinque anni ha sulle spalle il peso della F1. Il triplete lo ha consacrato quale pilota dominante della categoria e per tutti, ai nastri di partenza, sarà ancora una volta “The  great pretender”, il favoritissimo dai pronostici.

Ma Sebastian Vettel non sembra essere un gran seguace del motto “vincere aiuta a vincere” visto che non nasconde le sue preoccupazioni per il 2013:

“L’ho detto nel dopo gara del Brasile e lo ripeto: non c’è niente di più difficile che confermarsi, di vincere dopo aver già vinto. Noi abbiamo conquistato tre titoli di seguito, qualcosa di buono direi che l’abbiamo fatto ma non è facile spuntarla quando hai tutti contro”.

Seb sente il “rumore dei nemici”, quello di “mourinhana” memoria. Il riferimento è alle polemiche sulla regolarità della Red Bull, alla “mossa del cambio” della Ferrari in Texas. Sindrome da accerchiamento? Chissà:

“Non è facile restare concentrati quando senti rumors, parole contro, quando vedi che gli avversari le provano davvero tutte per batterci. Devi rimanere te stesso e pensare solo a quello che fai”.

Bisogna isolarsi, chiudersi in un guscio fatto di trance agonistica e lavoro minuzioso: “Vietato pensare a come riconfermarsi, l’importante è lavorare a piccoli passi per il primo posto. Guai a distrarsi; le energie vanno incanalate nella giusta direzione”.

Quelle di Sebastian sono le parole di un professionista serissimo, scrupoloso, quasi maniacale. Il tedesco ammette di sentire molta pressione su lui e sulla Red Bull ma di allontanarla a colpi di fatica e sudore. Un altro “crucco” che vinceva titoli in successione aveva più o meno lo stesso approccio di Seb al lavoro. Tale maestro, tale allievo?

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