Ferrari, delusione e rischi inutili: Massa 5°, Alonso ritirato

Malesia deludente per la Ferrari: azzardo inutile di Alonso che finisce KO con un alettone rotto. Gara opaca di Massa, che chiude quinto.

KUALA LUMPUR (MALESIA) 23/03/2013  © FOTO STUDIO COLOMBO X FERRARIL’ottimismo, a quanto pare, non paga: dopo la migliore qualifica in quasi due anni, la Ferrari lascia la gara malese ridimensionata, con soli 10 punti all’attivo conquistati da Felipe Massa. Troppa la foga di Alonso, questa volta, che per tentare il tutto per tutto con un alettone rotto butta al vento punti importanti: strano comportamento da parte di chi sa bene che il Titolo non si vince certo al terzo giro della seconda gara. Opaca invece la prestazione di Felipe Massa, che dopo aver chiuso il primo giro in sesta posizione effettua una corsa poco aggressiva, con la quale recupererà una sola piazza, chiudendo quinto.

Alla partenza il brasiliano si sposta sulla destra per provare a contenere il compagno di squadra, che però ha uno spunto migliore e si aggiudica la seconda posizione.

Per Alonso però i punti positivi del weekend finiscono qui: nella terza curva tampona Sebastian Vettel ed il suo alettone anteriore si rompe, restando a strusciare sull’asfalto. In quelle condizioni lo spagnolo riesce a difendersi magistralmente dall’attacco di Mark Webber che nel frattempo ha superato Felipe Massa, e forse proprio l’essere in grado di mantenere quel ritmo fa balenare nelle menti Rosse una decisione scellerata. Anziché rientrare per cambiare il muso, il Vicecampione tenta la mossa alla Villeneuve, restando in pista per provare a fare in un unico pit stop anche il cambio gomme, con il tracciato che andava asciugandosi. Ma chi troppo vuole nulla stringe: appena tagliato il traguardo del primo giro, alla frenata al termine del rettilineo l’alettone si spezza del tutto e Fernando parcheggia fuori pista. Gara finita: non il modo migliore per festeggiare i suoi 200 GP.

La corsa è appena iniziata, e dei sorrisi di ieri ai box Ferrari non c’è più traccia: mentre Alonso si ritira, Felipe Massa è scivolato in sesta posizione, con la F138 che non riesce a tirare fuori dalle gomme intermedie lo stesso passo dei diretti avversari. Questo spinge Massa a rientrare per primo (insieme a Vettel) per montare le slick Medium, al sesto giro. Ma il primo settore è ancora molto bagnato, e al termine dei walzer dei pit stop il brasiliano ha perso un’ulteriore posizione su Hulkenberg. Esortato da Smedley a conservare gli pneumatici, Felipe si ritrova Grosjean negli scarichi al 20esimo giro. I due rientrano insieme alla tornata successiva e tornano in pista a posizioni invariate. Quando Massa si trova davanti Nico Hulkenberg, appena uscito dai box, lo passa alla terza curva sfruttando le gomme più calde.

Da quel momento la gara del brasiliano passa in secondo piano: già in ritardo di quasi mezzo minuto rispetto alle Red Bull ed alle Mercedes, il ferrarista guida di riserva per allungare i propri stint, navigando in solitudine in quinta posizione fino ad otto giri dalla fine, tempo della sua quarta ed ultima sosta. Massa torna in pista a 1.5 secondi dalla battaglia Raikkonen-Perez per la sesta piazza: superato il messicano all’esterno della prima curva, Felipe sfrutta poi il DRS per sopravanzare Raikkonen e quindi anche Grosjean, tornando nella definitiva quinta piazza.

Non certo la posizione per cui Felipe si aspettava di lottare: ”Sicuramente partendo secondo e terzo vuoi lottare per il podio, ma non è stato il caso. All’inizio la macchina consumava molto le intermedie: c’era tanto graining e non avevamo un buon passo. A quel punto abbiamo deciso di rischiare e passare per primi alle slick, ma metà della pista era ancora bagnata, il che mi ha fatto perdere altro tempo. Con le gomme da asciutto il nostro ritmo era buono, ma a quel punto ero già a 30 secondi da chi mi stava davanti”. Un Felipe Massa che, nonostante il brillante inizio di stagione, sembra aver perso ancora una volta smalto proprio quando la situazione si faceva più difficile. Non aiutato dall’usura delle sue Pirelli verdi, il brasiliano, senza Alonso in pista, ha perso un’occasione per portare a casa punti pesanti.

Fernando Alonso ha fortunatamente festeggiato ieri le sue 200 gare in F1, perché oggi ci sarebbe stato poco da stare allegri. Magari proprio i festeggiamenti e la voglia di mettere la ciliegina sulla torta hanno influito nel prendere una decisione che, di fatto, non stava né in cielo né in terra. Ma lo spagnolo difende se stesso e la squadra: ”Ho sfiorato Vettel, la macchina sembrava andare bene, dalla tv il danno probabilmente non sembrava eccesivo e sapevamo che dopo tre o quattro giri ci saremmo dovuti fermare in ogni caso. Facendo due pit stop avremmo perso molto tempo e allora abbiamo pensato che era meglio continuare” spiega il Vicecampione, anche se le scintille del suo alettone sull’asfalto non devono essergli certo sfuggite. ”È un peccato, è un rischio che abbiamo preso per non ritrovarci ultimissimi, ma è andata male. Ma ora è facile parlare: secondo me in quel momento era la decisione giusta”.

Per lo spagnolo oggi alla Rossa non è mancato il giudizio, ma la fortuna: ”A prescindere dalla decisione giusta o sbagliata, la sfortuna è stata terribile. Vediamo sempre incidenti senza conseguenze, noi abbiamo appena sfiorato la Red Bull e ci si è rotto l’alettone. Tra l’altro quando si è rotto del tutto anziché andare via si è infilato sotto la macchina. Siamo stati molto sfortunati”. Eppure, segnali per capire che era il caso di rientrare ci sono stati: ”Cinque o sei secondi prima dell’ingresso della pit lane l’alettone ha iniziato a toccare l’asfalto, poi si è rotto nel rettilineo dopo” spiega Alonso. Dopo un azzardo del genere, in realtà, è dura dare la colpa alla sorte: gli incidenti in gara sono sempre dietro l’angolo, ma non possono giustificare scelte palesemente sbagliate.

Alonso stavolta è sembrato voler afferrare tutto e subito, anziché concentrarsi su una gara che, sebbene compromessa, avrebbe potuto permettergli di conquistare dei punti. Lui però nega che si sia trattato di un eccesso di foga: ”Non volevo rischiare tutto in partenza, per questo avevo anche desistito dal continuare ad attaccare Vettel. Lui però ha fatto la terza curva molto lentamente, e mi ha sorpreso. Così ci siamo sfiorati”.

Nella conferenza stampa, i giornalisti hanno modo di domandare a Fernando cosa pensa delle situazioni vissute nelle altre squadre, con i malumori di Webber in diretta in mondovisione. Il ferrarista non si risparmia delle frecciatine: ”È una squadra unita solo a parole. Quando certe cose succedono in Ferrari voi scrivete pagine e pagine. Ma in realtà non c’è squadra più unita di noi”.

Un’unione che sarà sicuramente utile nel briefing post-gara, quando i ferraristi dovranno fare i conti su quanto si è potenzialmente perso in quell’alettone lasciato lì a far danni. ”Era un rischio che non dovevamo correre” afferma a caldo Stefano Domenicali, di poche parole dopo una gara che prometteva tanto e che invece termina senza una Ferrari sul podio, per la prima volta dallo scorso GP del Belgio.

Ora tutti a lavorare per la Cina. Nella speranza che i punti persi oggi non pesino troppo a fine stagione.

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