Hamilton ignora il polverone “test-gate”: “Non mi interessa”

Il pilota anglo-caraibico della Mercedes ignora le polemiche sul test svolto dalla Mercedes e si dice concentrato unicamente sulle sue performance.

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Il “test-gate”, ovvero la polemica montata sul test segreto svolto dalla Pirelli con la complicità della Mercedes, che ha fornito l’attuale W-04, sembra non aver minimamente coinvolto Lewis Hamilton. Il campione del mondo 2008 viene da una “sonora” batosta da parte del compagno di box a Monaco e punta a pareggiare i conti sulla pista che l’ha visto salire sul gradino più alto del podio per la prima volta nella sua carriera.

In attesa dell’evolversi della situazione, con la Mercedes che dovrà dare spiegazioni ufficiali davanti al Tribunale della Fia, c’è chi chiede al campione britannico se la situazione lo preoccupi: “Non mi interessa granchè, ad essere onesti – la risposta di Lewis. In questo momento sono concentrato unicamente sul dare il massimo questo weekend. E’ la prima volta che sento parlare di queste cose

In realtà è altamente probabile che la Mercedes voglia mantenere alte le performance e risolvere la questione nelle sedi competenti senza coinvolgere piloti e squadra impegnati in pista. Conferma questa circostanza lo stesso Hamilton: “Il team saprà risolvere le cose nel modo giusto”. E sulla possibilità che sia lo stesso pilota a dover comparire davanti al Tribunale risponde “No, non credo succederà. Mi è già capitato ai tempi della McLaren, ma non credo che stavolta ci sarà bisogno della mia presenza“.

Ovviamente l’argomento di maggior interesse è sul reale incremento di prestazione conseguito dalla Mercedes grazie a questo discusso test, che indubbiamente deve aver dato dei benefici al team tedesco. Chi ne ha tratto frutti maggiori è sicuramente Nico Rosberg, vincitore di Monaco, ma il fatto che Lewis abbia concluso la gara in quarta posizione non significa che il feeling con la W-04 non sia migliorato anche per lui. In Canada potrebbe essere il suo turno.

Indubbiamente tali benefici derivano soprattutto dal fatto che a svolgere il test siano stati i piloti ufficiali e non il collaudatore Sam Bird. Ma Hamilton difende la “buona fede” della squadra e gli interessi della Pirelli: “E’ stato il team a decidere e per la Pirelli era meglio che ci fosse uno di noi in macchina – conclude Hamilton. Sam non guida molto, quindi non sarebbe stato sufficientemente incisivo sul passo. Per la Pirelli è stato un grande vantaggio averci in macchina”.

 

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