F1 Story |1991, Alain Prost: politico, polemico e licenziato

2013 – 1991. Alonso come Prost. Le critiche alla squadra in un momento tecnico non particolarmente felice. E riaffiorano i ricordi di mille polemiche…

Prost 1991Fernando Alonso non le ha certo mandate a dire. Subito dopo un deludente quinto posto, colto con i denti, sul circuito dell’Hungaroring, lo spagnolo si è sfogato in conferenza stampa.

Le accuse lanciate apertamente nei confronti dei tecnici della Scuderia, tra le quali si segnala “da quattro anni abbiamo una macchina un secondo più lenta del leader, eppure siamo sempre arrivati secondi, a un passo dal risultato. Anche quest’anno lotteremo fino all’ultima gara“, hanno acceso un dibattito in rete, facendo scontrare i supporter Alonsiani con i sostenitori della Rossa a prescindere dal pilota.

L’episodio ha fatto riaffiorare, a causa delle notevoli analogie, quanto accaduto nel corso della stagione 1991, con protagonista un’altra superstar dell’epoca, Alain Prost.

Il “Professore” – così come Alonso –  era reduce da una stagione alla guida della Ferrari chiusa al secondo posto, a seguito del controverso incidente di Suzuka con Ayrton Senna.

La rivincita doveva arrivare l’anno successivo, il 1991, alla guida della F1 642, naturale evoluzione della ottima 641 del 1990. Le aspettative, sia di Prost che dell’intero universo ferrarista affamato di titoli mondiali piloti dal lontano ’79, erano altissime, ma ben presto si capì che sarebbero rimasti tutti delusi.

La monoposto disegnata da Nichols non era affatto competitiva, complice anche l’errore,  in fase di progettazione, nel riposizionamento dei serbatoi, obbligatorio secondo le nuove norme regolamentari di quell’anno. Tale errore risultò fatale per quella monoposto, che obbligò i suoi drivers a lottare per l’intera stagione con una distribuzione dei pesi pessima che rendeva l’anteriore estremamente instabile.

Non furono solo le carenze tecniche, ma anche le lotte intestine resero rovente quella stagione.

Il rapporto tra Prost e Cesare Fiorio, si incrinò a seguito di un episodio. L’allora DS della rossa, nel 1990, aveva messo sotto contratto Ayrton Senna, nel corso di un segretissimo incontro londinese.

Questo incontro, tuttavia, non rimase poi così tanto segreto e fu portato a conoscenza di Prost. La prima guida francese della Ferrari si sentì tradito, ed iniziò a tessere i suoi soliti fili collegati al mondo politico per fare in modo che il “nemico” Fiorio fosse allontanato dalla Ferrari.

I disastrosi risultati del 1991 furono decisivi nel dare il benservito al DS italiano subito dopo un deludente Gp di Montecarlo, ma Prost non era ancora soddisfatto ed iniziò a criticare apertamente la squadra, i tecnici, la mancanza di budget e tutto quello che poteva capitargli a tiro.

Il francese capì che i suoi giorni a Maranello erano finiti e decise di lanciare la dichiarazione bomba che restò negli annali della storia di questo sport.

Dopo l’ennesimo Gran Premio deludente, svoltosi questa volta a Suzuka, Prost definì la 642 guidabile come un camion.

Fu la goccia che fece troboccare il vaso.

Ai piani alti di Maranello si erano tappati le orecchie per tutta la stagione pur di non infastidire l’uomo chiamato a riportare il titolo piloti in Emilia, ma quella dichiarazione che mai nessun pilota di rosso vestito aveva osato fare ebbe come risultato il licenziamento del francese prima della fine della stagione.

La fine di questo rapporto diede il via ad una rivoluzione in Ferrari con l’arrivo di Montezemolo e Todt, e fu decisiva per il lento ritorno alla competitività delle monoposto del Cavallino.

Le analogie con il recente “caso Alonso” sono molte. Sia lo spagnolo che il “Professore” hanno subito la convivenza con un compagno di scuderia ingombrante, ed entrambi sono stati chiamati in Ferrari a risollevare le sorti di una scuderia da troppo tempo a secco di soddisfazioni iridate.

Entrambi hanno criticato senza timore la squadra, esponendosi alle critiche di chi ritiene che i panni sporchi debbano lavarsi in casa.

Chi ha a cuore le sorti della Rossa spera che il finale della storia non sia identico, ma di sicuro il leader “spirituale” spagnolo, dopo le dichiarazioni di questi giorni, ha meno estimatori non solo tra le vie di Maranello ma anche tra i Tifosi ferraristi.

 

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