25 anni senza Enzo Ferrari: il Mito corre ancora

Il Grande Vecchio se ne andò in punta di piedi, il 13 agosto 1988. La notizia della sua scomparsa venne ufficializzata solamente il giorno seguente, in una delle estate più tristi per l’azienda modenese.

gilles-villeneuve-enzo-ferrariUn sogno dell’adolescenza. Ecco come descriveva la sua attività automobilistica Enzo Ferrari. E’ bastata una fotografia sulla Stampa Illustrata per far scattare il sogno di un giovanissimo Ferrari che, dopo aver letto della vittoria di Raffaele Di Palma alla 500 Miglia di Indianapolis, ha deciso di dedicare la sua vita alle corse.

“La macchina da corsa per me è come un figlio. Il figlio rappresenta la continuità di noi stessi, lei lo porta a scuola e il giorno che riesce negli studi – che è il primo della classe – lei è orgoglioso di lui. Capita quello che per un costruttore realizzare trasformando una materia informe, dei forgiati, in una meccanica vivente. In una armonia di suoni”, rispondeva il Commendatore a chi gli chiedeva cosa significasse per lui costruire automobili.

Il suo ricordo è ancora vivo in chi lo ha conosciuto, mentre i più giovani appassionati di motori lo ricordano quasi come una figura mitologica, idealizzandolo. Di fatto, però, Enzo Ferrari era un personaggio unico nel suo genere, in grado di guardare al futuro come pochi altri. Riservato e schivo, se ne andò in punta di piedi il 13 agosto del 1988. Su sua disposizione, solamente il giorno dopo la stampa venne informata della sua scomparsa.

“Io non ho avuto la possibilità di studiare. Mi sono fermato a quella che una volta era la terza tecnica, che oggi equivale alla terza dell’obbligo. Però nella vita mi sono sempre contornato di persone molto colte, capaci e soprattutto pervase dal desiderio di avere successo. L’amore per l’automobile è la prima qualità che io dovevo scoprire nel mio interlocutore prima di assumerlo”, diceva Enzo Ferrari. Questo era il segreto del suo successo. Nella sua lungimiranza è contenuta la formula magica che lo ha portato sul tetto del mondo: le sue vetture dovevano essere potenti, ma anche eleganti. Ed è così anche oggi;  per questo la Ferrari continua non solo a produrre vetture, ma a vendere sogni.

Nella casa natale di Enzo Ferrari, a Modena, oggi sorge il museo a lui dedicato. Lui che veniva da una cultura contadina, era affascinato dalla tecnologia. Oggi la sua creatura è entrata nel Mito, così come lui. Mauro tedeschini, Presidente della Fondazione Casa-Museo Enzo Ferrari, ha raccontato all’Ansa: “Più passano gli anni, più si conferma la straordinaria modernità del personaggio Enzo Ferrari. La sua spinta all’innovazione tecnologia e la scelta di puntare fin dal dopoguerra sui mercati mondiali, e fanno un personaggio unico nell’Italia dell’epoca. Il tutto animato da una passione incredibile per il mondo delle corse e della velocità, con una capacità unica di motivare i propri uomini a migliorarsi”.

Lascia un commento