Pagelle Gp Belgio: Vettel “suona” la quinta, show di Alonso

Un tris d’assi si prende la scena sull’evocativo asfalto delle Ardenne. Irresistibile Sebastian Vettel, che si invola con la sua Red Bull verso l’ennesimo trionfo iridato. Oscar per gli effetti speciali a Fernando Alonso, autore di una gara pazzesca. Hamilton completa il podio, ma dopo un giro secco da paura si conferma poleman per eccellenza.

podio-belgio-2013Sebastian Vettel 10 E’ un dominatore silenzioso, che lascia sfogare gli altri, li fa illudere, per poi piazzare il morso da black mamba che stordisce e annichilisce l’avversario. Gli bastano poche centinaia di metri per imporre la sua legge, relegando a pura utopia la rimonta iridata di un Hamilton che fino al semaforo verde pareva lanciatissimo. Un colpo secco e via verso la quinta vittoria stagionale, danzando in surplace sull’asfalto. Mai in difficoltà, velocissimo, noncurante delle acrobazie di Alonso alle sue spalle. Si “laurea” per la seconda volta in carriera a Spa, colleziona la trentunesima vittoria in carriera (raggiunto Nigel Mansell). La cosa impressionante è che gli riesce tutto facile. CIGNO

Fernando Alonso 9 Fosse stato un calciatore, probabilmente avrebbe zittito il pubblico ad ogni sorpasso. Perchè Fernando, in Belgio, si è tolto più di un sassolino dalle scarpe, dopo le tensioni con la squadra e le critiche ricevute da molti tifosi per l’atteggiamento polemico. L’errore in qualifica lo ha incattivito (non è la prima volta) facendogli venire quegli “occhi della tigre” che mancavano almeno dal Canada. Da nono a quinto nelle prime tornate, trasforma il tiepido asfalto di Francorchamps in un’infuocata arena romana dove è lui l’unico gladiatore a far saltare la gente sugli spalti (e sui divani). Button e Rosberg sono prede sin troppo facili, Matador cerca il tocco magico che emozioni la platea. Lo trova ben due volte: su Grosjean alle Bruxelles e soprattutto su Hamilton a La Source. I numeri dicono che ha perso di nuovo, per fortuna nelle corse conta anche il cuore. HISPANICO

Lewis Hamilton 8,5 Da protagonista annunciato a comprimario di lusso, quello che manca è il classico tassello per completare il puzzle. Questa Mercedes sembra avere tutte le carte in regola per vincere di nuovo, lo dice la qualifica, lo dice la convinzione di un team che si è ritrovato improvvisamente grande. Ma Stoccarda ed Hamilton si scoprono di nuovo vulnerabili, con Lewis impotente dinanzi al passo gara di Vettel e quasi ridicolizzato dall’ira funesta di questo Alonso in versione Achille. A Lewis non resta che portare a casa un podio importante, positivo, meritato. Ma terribilmente ridimensionante. Mezzo voto in più per la pole semplicemente strepitosa. Ma non basta. RIATTERRATO

Nico Rosberg 7 Quarto in prova, quarto sotto la bandiera a scacchi; gestisce il Gp del Belgio in modo intelligente senza però rendersi protagonista di guizzi o manovre degne di nota. La nota positiva è che riesce a chiudere negli scarichi di Hamilton, la nota negativa anche. Ovvero finisce ancora una volta dietro al teammate, che lo precede ormai di quarantatrè punti in classifica. Continuando così Nico rischia l’etichetta di seconda guida. SCUDIERO?

Mark Webber 6 Il quinto posto è ben poca cosa se parti terzo e hai la stessa monoposto di chi è capace di fare il vuoto. Mark parte male ed il tentativo di rimontare fino al podio è impresa tentata più per dovere che per convinzione. Non ha più l’animus pugnandi dei tempi migliori. Con quale spirito affronterà le ultime otto gare in F1? STANCO

Jenson Button 7,5 Sperava in qualcosa di meglio dalla sua Mp4-28, lui che a Spa ha trionfato appena un anno fa. E’ bravo in qualifica, con l’asfalto bagnato che esalta la pulizia della sua guida. La terza fila avrebbe potuto renderlo un protagonista assoluto in caso di wet race. Ma Poseidone è clemente con i naviganti, un po’ meno con i piloti che speravano nell’acqua. Ritarda le soste ai box, corre per due stint con le mescole dure (a differenza degli altri), ed è protagonista di un bel sorpasso su Massa. Insomma JB si inventa qualcosa, ma di più non può fare. Il sesto posto finale permette alla McLaren di superare la Force India in classifica. CONVINCENTE

Felipe Massa 6,5 Nell’immaginario collettivo viene “abbandonato” dal collega Alonso in partenza. Ti saluto e sono. L’uno incanta e trascina (quel che rimane de) la Ferrari, l’altro – cioè Felipe – resta incastrato nei sobborghi paludosi della bassa zona punti. Luoghi poco raccomandabili che il ragazzo frequenta da ormai troppo tempo. Si fa beffare da Button, mentre è coriaceo nell’agguantare Grosjean nel finale di gara. COMPITINO

Romain Grosjean 6 Si qualifica in quarta fila davanti al compagno di squadra e chiude ottavo facendosi notare più per i sorpassi subiti che per quelli effettuati. Scintille con Perez, che lo manda lungo al Kemmel. Rispetto alla scorda edizione, però, non prova a decapitare nessun collega allo start. La qual cosa gli permetterà di correre la sua prima Monza in Lotus. Suvvia, mica è roba da poco. PRUDENTE

Adrian Sutil 8 Scatta dalla sesta fila, lotta come un ossesso contro tutto e tutti. Indiavolato, su una pista che gli piace e che lo ha già visto protagonista in passato. Si becca un voto alto e tondo perchè è suo il “numero” più bello del Gp. Affianca Gutierrez nella discesa prima dell’Eau Rouge, va con due ruote sull’erba, tiene giù il piede e infila il messicano della Sauber al Raidillon. In tutto questo trova anche il tempo – quasi in “compressione” – di staccare una mano dal volante per mandare a quel paese il malcapitato Esteban. Azione d’altri tempi, in tutti i sensi, e piovono applausi. ATTRIBUTI

Daniel Ricciardo 8,5 Ha gli occhi del micromondo formulistico addosso, visto che è lui l’eletto, cioè il pilota destinato a salire sulla macchina dei sogni. La qualifica del futuro pilota Red Bull è disastrosa, ma Daniel è autore di un garone pazzesco, che in parte inizia a motivare la scelta (comoda) dei vertici bibitari. Da diciannovesimo a decimo a Spa con la Toro Rosso è impresa degna di menzione, e mettiamoci anche la cattiveria con cui va a prendere e svernicia Perez negli ultimi chilometri. Il ragazzo ha “fame”. AUDACE

Kimi Raikkonen 6 Non il Gp che ci si aspettava dall’uomo mercato del momento, promesso sposo a quella Ferrari con la quale ha per ben due volte espugnato Spa. Chissà che le voci di mercato, quei riflettori rossi che scaldano anche il più glaciale degli animi, non possano averlo deconcentrato un po’. Almeno è questo che vien da pensare vedendolo navigare a vista, senza convinzione, sulla “sua” pista. E’ quasi un sollievo scoprire che la causa della insolita apatia belga sia dovuta a un disco dei freni ballerino, che proprio non ne vuole sapere di andare. Kimi lotta con un freno surriscaldato (causa visiera a strappo di un collega incastrata!) sin dai primi giri, e ci mette una pezza fin che può. Fino, appunto, all’inevitabile ritiro con tanto di lungo alla (ex Bus stop) Chicane. Il Re delle Ardenne proverà a riprendersi lo scettro l’anno prossimo, magari di rosso vestito. SFORTUNATO

Paul di Resta 7 Il ritiro in bagarre certo, ma anche una quinta piazza in qualifica, sul bagnato, che nobilita il suo fine settimana. Poteva partire meglio ed evitare il caos di una gara corsa dai piloti con il coltello tra i denti. Non ci riesce, restando invischiato in pericolosi trenini, in spettacolari duelli a tre lungo l’Eau Rouge. Ma troppe battaglie aumentano i rischi, come quello di una collisione fortuita quando si arriva in quattro alla chicane. Maldonado tocca Sutil, si scompone e becca in pieno Paul, costrigendolo al ritiro. FRASTORNATO

Sergio Perez 5,5 Tanto brillante Button, quanto pallido questo Sergio, che ci mette grinta ma si dimostra casinista, disordinato, a tratti disorientato. Troppo aggressivo su Grosjean, becca nei primi giri un drive thru’ evitabile e dannoso, che alla fine gli impedirà di chiudere la corsa in zona punti. Eppure la top ten era sua, se non si fosse fatto impacchettare con i fiocchi da un arremabante Ricciardo. IN SORDINA

Jean-Eric Vergne 6 Rimonta dalla diciottesima alla dociesima piazza, che sarebbe un signor risultato se il suo compagno-avversario Ricciardo non facesse ancora meglio. Gira e rigira, l’australiano ormai è la vera e propria nemesi di Vergne. INCUBO

Esteban Gutierrez 6- Arriva sul traguardo dietro al teammate Nico Hulkenberg (5), ma a differenza del tedesco che si lascia trascinare dagli eventi, il messicano è autore di una gara abbastanza interessante. Scattato dalla ventunesima piazza, Esteban lotta con una determinazione e una grinta non ancora ammirate. Forse è la firma di Sirotkin per il 2014 che lo porta ad andare più deciso sul gas per guadagnarsi la riconferma in Sauber accanto al ragazzino russo. Sarà; fatto sta che sembra un altro, nonostante lasci troppo spesso la porta aperta agli avversari. PIMPANTE

Pastor Maldonado 4 Carambola tra una vettura e un’altra come una scheggia impazzita. Vittime sono le Force India, con di Resta che ci rimette il Gp. Eppure i giudici di gara anche stavolta sembrano troppo severi, visto che quello con il pilota scozzese sembra tanto un normale, sfortunato, incidente di gara. Per il resto un week-end a dir poco anonimo.

Valtteri Bottas 4,5 Peggio di Maldonado in qualifica, un po’ meglio in gara. Naufraga di concerto con questa impalpabile e inguardabile Williams.

Giedo van der Garde 6,5 Protagonista di un incidente alquanto insolito durante le libere, visto che va a sbattere prima del Blanchimont in un punto relativamente “facile”, dando l’impressione di perdere il controllo della vettura. Lui si giustifica dando la colpa a una sospetta foratura. Si riscatta alla grande in qualifica, conquistando un’insperata quattordicesima posizione. In gara chiude sedicesimo, ma mai la Caterham era partita così avanti in un Gp. BRAVO

Charles Pic 4,5 Vista la buona prestazione di Van der Garde, il fiato sul collo di Hekki Kovalainen potrebbe tutto gravare sul giovane francese. Mala tempora...

Jules Bianchi 6,5 Ottima quindicesima piazza in qualifica, resta il rammarico di non poter far di più a causa di una Marussia che è rimasta quella delle primissime gare. Aspettando i motori Ferrari…

Max Chilton 6 Becca un giro di distacco in gara da Bianchi, un gap a dir poco imbarazzante. Ma stavolta è da sufficienza per aver superato anche lui il taglio del Q1. Quando gli ricapita?

Gp del Belgio 8 Non si può partire da un voto inferiore quando le curve sono quelle delle Ardenne, il tempio sacro dei piloti veri, con la curva del Pouhon che oggi è più da “pelo” rispetto al mitico Raidillon. Pieghe epiche per corridori, mai come stavolta, aggressivi. Tutti volevano dimostrare qualcosa, da Vettel che domina il mondiale ad Alonso che ha risposto nel modo più bello alle tensioni con Montezemolo e alle voci di mercato. Ma ci sono state anche le Mercedes, le McLaren e tanti piccoli duelli che hanno arricchito un’edizione di Spa che forse non passerà alla leggenda, ma che è il biglietto da visita più bello per l’ultimo terzo di campionato.

Ferrari 7 Sulla fiducia, per averci fatto vedere qualcosa di diverso rispetto alle ultime disastrose uscite. Un sette che vale anche (e soprattutto) per lo sguardo che la squadra rivolge ad un futuro che si preannuncia diverso con al timone un direttore tecnico quale James Allison – dotato di estro e fantasia – e con l’ingaggio (molto probabile, non ancora certo) di Kimi Raikkonen che insieme ad Alonso andrà a formare una coppia di piloti “scioccante”. Per gli avversari, si intende.

Piloti “indignados” 4 “Molto rumore per nulla” quello che confezionano alcuni driver dopo la foratura di Vettel durante le prove libere. Vero che Pirelli ha un precedente pessimo (Silverstone), ma quella di venerdì sera a Spa è stata una levata di scudi un tantino artefatta e stucchevole, considerando che il più indignado (per una semplice foratura poi) era proprio quel Seb che è stato uno dei primi (nel senso di Red Bull ndr) a fare pressione su Pirelli e Fia per tornare alle gomme 2012. Calma e….coerenza!

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