La solitudine di Alonso: la fiamma rossa si è spenta?

Un team radio controverso, un rapporto ormai difficilissimo. Fernando ironizza pubblicamente sugli strateghi in rosso, tradendo la fiducia della squadra tra lo stupore degli addetti ai lavori e l’amarezza dei tifosi.

Alonso Barcellona“Ma veramente siete degli scemi! Mamma mia ragazzi…”. Bastano queste poche, ma precise, parole di Fernando Alonso – rivolte al suo ingegnere di pista Andrea Stella, durante la Q3 di Monza – per gettare nel baratro dello sconforto migliaia di ferraristi.

E’ un team radio da considerare “straziante“, per gli effetti nel breve e medio termine che potrebbe innescare; una delle peggiori conversazioni vettura-muretto della storia della Ferrari.

Quelle di Fernando sono parole irriguardose (sebbene il pilota, forse colto di sorpresa dalla pubblicità del messaggio, afferma di aver detto “geni”), che feriscono gli innamorati della Rossa, traditi proprio nell’appuntamento di casa, e certificano – ove mai ce ne fosse ancora bisogno – la crisi in atto tra squadra e pilota.

Alonso e la Ferrari sembrano due separati in casa che mal si sopportono, con il campione spagnolo insofferente e intrappolato in una gabbia dorata dalla quale, forse, è impossibile fuggire.

Il “gioco delle scie” di Monza diventa il pretesto per urlare tutta la frustrazione accumulata in anni di miracoli a vuoto, di inutili imprese e rimonte. Gare spettacolari quanto un tramonto sull’oceano, attimi di estasi prima di una notte foriera di dubbi e delusioni.

La notte rossa, appunto, che dura dal quel maledetto pomeriggio di Abu Dhabi 2010, dove per prima la cabala – sotto forma di errori strategici e Petrov – si è messa di traverso nella storia d’amore tra la Ferrari e Nando.

Di mezzo c’è stato il 2011, e poi lo stillicidio del 2012. Con quel pacchetto di aggiornamenti portato a Singapore sbagliato e sballato, che è stato l’inizio della fine della fiducia di Alonso nel team italiano.

Non che gli si possa dare completamente torto, ad Alonso, che si è visto scappare da mano un mondiale meritato a causa dell’incapacità dell’attuale Ferrari di sviluppare degnamente la monoposto.

Ma l’atteggiamento sempre più corrucciato, le vacanze prolungate alle Canarie, il “filone” ai test di Silverstone, le continue polemiche e le frecciatine, sono stati la risposta peggiore che il pilota poteva dare alla squadra che pur lo riempie di milioni.

L’irrequietezza di Alonso fa più male dei mondiali persi. Dà la sensazione della friabilità di un terreno sul quale è impensabile costruire solide fondamenta. Le speranze dei tifosi sono (erano?) riposte in un condottiero che forse ha già alzato bandiera bianca. Stanco, stufo, aggressivo, ma anche solo. Solissimo.

Come sul traguardo di Spa, quando è passato senza che un meccanico lo applaudisse per la strepitosa gara. D’altronde perchè mai arrampicarsi sul muretto per festeggiare un pilota che non è più devoto alla causa, che non nutre più stima per i suoi uomini? Questo si, sarebbe da scemi

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