La “bandiera” contro il presente: Schumi critica Alonso

Schumacher elogia Vettel, ribadendo la sua stima nei confronti del tedeschino. Parole poco tenere, invece, nei confrondi di Alonso, colpevole di non saper giocare di squadra.

alonso-schumacher-brasil-20061Difficile entrare nella psiche di Michael Schumacher. Un campione immenso, entrato nella storia, nonostante un carattere sfaccettato; leader generoso e carismatico, ma a volte scorretto in pista e “prepotente” nelle gerarchie.

Fenomeno in pista con la Ferrari, simbolo della Rossa, quasi direttore sportivo, improvvisamente pilota della Mercedes. Eppure il filo rosso che unisce Michael alla Rossa non si è mai spezzato, e mai si spezzerà.

E’ un legame spesso e resistente, che trova fondamento in quel sentimento nazional-popolare che negli anni dell’epopea rossa trasformò il talentuoso pilota di Kerpen nell’eroe fisso dei pranzi domenicali degli italiani.

Non c’era apertura del Tg delle 20 che non sfoggiasse con orgoglio i successi che quel connubio fantastico auto italiana-pilota tedesco conquistava nel mondo, facendo risuonare l’inno di Mameli.

Ecco perchè, nonostante il “lato oscuro” del triennio con la Stella a tre punte, Michael Schumacher è ancora, per molti, semplicemente Schumi. Ed ecco perchè le sue parole, quando riguardano la Ferrari, hanno sempre un peso specifico diverso.

Il kaiser, 72 vittorie e cinque titoli mondiali con la Rossa, da buon calciatore qual è stato, è entrato in tackle duro su Fernando Alonso.

Quoque tu…verrebbe da dire, ma è così. Schumacher sceglie Sebastian Vettel e “butta giù dalla torre” il suo erede in Ferrari, Fernando Alonso.

Schumacher e Alonso sono stati acerrimi rivali in pista nel 2006, mentre nota a tutti è la simpatia del sette volte campione del mondo per Sebastian, cresciuto sportivamente sotto la sua ala protettrice.

E così Vettel  “Merita tutti i successi di questi anni. Se viene fischiato da alcuni è perchè guida la Red Bull che non è una scuderia classica. Se avesse vinto con la Ferrari, oggi sarebbe un campione amato da tutti. Squadre come la Rossa ti garantiscono l’affetto del pubblico, ma in questi anni nessuna squadra ha fatto il lavoro della Red Bull” ha affermato l’ex pilota tedesco alla Bild.

Un elogio sincero, sentito, al quale fa però da contraltare l’aspra critica a Fernando Alonso:

“Alonso si è complicato la vita da solo, ha gettato con le proprie mani dei sassi lungo il suo percorso. Sono accadute delle cose che non lo hanno favorito, il problema è che lui non è tanto bravo a fare gioco di squadra”.

Parole dure, considerando che provengono da un pilota-leggenda capace di farsi amare da meccanici e ingegneri. Da colui che sette anni fa, con un motore in fumo e un mondiale perso, tornava nei box a Suzuka a rincuorare uno per uno i  suoi uomini e a ringraziarli.

Per alcuni questo attacco ad Alonso sarà solo figlio di vecchie ruggini, per altri suonerà quasi come una sentenza di condanna. Punti di vista, anche se la sensazione è quella di una bocciatura “imperiale” per il povero Nando.

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