T-Tray flessibile della RB9, l’opinione dell’Ing. Tredozi

Gabriele Tredozi, ex direttore tecnico di Minardi e Toro Rosso, dà la propria opinione sul T-Tray flessibile della Red Bull Racing.

splitter red bullNelle scorse settimane avevamo parlato del movimento sospetto dello splitter della Red Bull RB9 che aveva attirato l’attenzione dei più acuti osservatori.

A lanciare il sasso nello stagno era stato Gary Anderson che sosteneva che lo splitter della RB9 fosse in grado di alzarsi arrivando ad una certa temperatura. Gli uomini della Federazione, sollecitati da una richiesta di chiarimento della Force India, hanno effettuato delle verifiche sulla parte interessata, non registrando nessun movimento sospetto.

Eppure, il recente Gran Premio degli Stati Uniti ha fatto tornare in auge l’argomento. Alcuni attenti lettori ci hanno segnalato d’aver visto una eloquente flessione del cavo di sostegno, durante il pitstop di Mark Webber. Come si era ipotizzato recentemente in una analisi dedicata, non sarebbe il calore a rendere flessibile lo splitter, ma una risonanza dovuta ai movimenti delle gomme.

Tuttavia, i colleghi di Omnicorse, dopo l’ennesima prova visiva di una flessione del T-Tray, sono andati a chiedere lumi a Gabriele Tredozi, ex direttore tecnico della Minardi e Scuderia Toro Rosso. L’ingegnere ha dato la sua lettura della situazione, ammettendo di non trovare nulla di strano in quel che succede in casa Red Bull.

“Le monoposto che arrivano in pit-lane per il cambio gomme hanno un assetto molto ribassato grazie all’efficacia del FRIC, il sistema idraulico che permette l’interconnessione delle sospensioni fra i due assi e consente a diverse monoposto, come la Red Bull Racing, di adottare un marcato assetto picchiato, con una ridotta altezza da terra dell’anteriore alle basse velocità, mentre si ripristina l’assetto standard alle alte velocità. Quando la monoposto scende dal sollevatore, è normale che, per effetto del peso della vettura, ci sia un leggero schiacciamento degli pneumatici e lo splitter che è la parte più bassa della macchina tocchi l’asfalto incurvandosi verso l’alto, facendo flettere il tirante in modo così evidente, ma non anomalo. In questo caso c’è anche il sollevatore posteriore che non è stato tolto per cui la RB9 è ancora più puntata in avanti. E, comunque, questa è la prova del perché il fondo non si rompe quando i piloti aggrediscono i cordoli. Non ci vedo proprio niente di strano…”

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