#7 Le pagelle del 2013:Lotus, promessa mancata

Parte a razzo con il suo portabandiera, Kimi Raikkonen, dando l’impressione di poter lottare, se non per la vetta del mondiale, quanto meno per la seconda piazza. Ma tra capitali che non arrivano, accordi finanziari che non si concludono e mal di schiena (e mal di pancia) del pilota di punta, la bella e divertente Lotus è costretta a chiudere il 2013 con una mesta medaglia di legno.

kimi-raikkonen-coreaUna gattina che si guarda allo specchio e si vede leonessa. E’ un po’ la metafora della stagione della scuderia di Enstone che, pur non avendo budget stellari, lotta senza paura tra le grandi fino alla pausa estiva.

La Lotus (voto 7+) si affaccia ai nastri di partenza del campionato 2013 ben consapevole di essere la più povera tra le cinque stelle del Circus. Ma la cosa non la spaventa. L’obiettivo è migliorare il quarto posto in classifica costruttori 2012. “La nostra ambizione è quella di entrare nella stretta cerchia dei top team per riuscire a competere sino alla fine per la conquista dei titoli. Dovremo regolarizzare le nostre prestazioni arrivando regolarmente a podio e vincere qualche gara in più”, afferma Eric Boullier a inizio anno. E se il buongiorno si vede dal mattino, l’esordio con vittoria di Kimi Raikkonen a Melbourne, dopo una gara giocata tutta sulla strategia (una sosta in meno rispetto agli avversari), sembra poter avverare i desideri del team principal dei nero-oro.

La E21 è infatti la vera sorpresa di inizio stagione: perché, mentre quasi tutti i team stentano a comprendere il comportamento delle PZero sui vari tracciati e si barcamenano tra graining, delaminazione e usura, la vettura della Lotus ha un passo gara da paura e sembra saper gestire gli pneumatici con costruzione in acciaio nelle situazioni più disparate. Non stupisce che il team di Enstone si scagli prepotentemente contro un’eventuale modifica nella struttura delle gomme. Ma, come si dice in Sicilia, “lamentati, si voi stari bonu” (lamentati, se vuoi star bene): in Germania torna il kevlar, ma i due alfieri della Lotus son sempre lì sul podio. Si arriva alla pausa estiva con Raikkonen secondo in classifica piloti e tanto ottimismo. Di facciata. Perché lo spauracchio della mancanza di capitali non è mai scomparso e l’annuncio a giugno della vendita del 35% del capitale della Lotus ad una cordata di investitori mediorientali -il Gruppo Infinity Racing, poi ribattezzato Quantum Motorsport- rimane, per l’appunto, solo un annuncio.

E nel silenzio dei motori della silly season, con Raikkonen sempre più vicino a Maranello, si comincia a consumare la rottura con il finlandese. Tra mal di schiena e mal di pancia (a Singapore, ufficializzato il passaggio in Ferrari, Raikkonen afferma: “la Lotus deve ancora pagarmi alcuni stipendi. Le ragioni per cui ho lasciato il team sono esclusivamente finanziarie”), Kimi va a vuoto in più di qualche occasione, soprattutto in qualifica. Fino all’amaro epilogo di Abu Dhabi: Raikkonen abbandona la stagione anzitempo, per operarsi alla schiena. La scelta di sostituire il finlandese con il connazionale Heikki Kovalainen si dimostra particolarmente infelice: il terzo pilota Caterham non va oltre due quattordicesimi posti con una vettura che, a conti i fatti, sul passo gara sembra la più prestante dopo la Red Bull. A campionato finito, la Lotus deve pure rinunciare all’auspicato ingaggio di Nico Hulkenberg, per ripiegare sul lauto pacchetto di sponsorizzazione offerto da Pastor Maldonado. L’annunciato accordo con la Quantum, infatti, non arriva. Medaglia di legno e tanta amarezza.

Tutto nero? No. Perché la scuderia di Enstone, nel frattempo, ha scoperto di avere un’altra testa di serie: Romain Grosjean. Il francesino, dal momento in cui è certo l’addio di Raikkonen a fine stagione, abbandona l’ansia da prestazione e prende coscienza dei propri mezzi: nella fase finale della stagione tira fuori un feeling pazzesco con la E21, oltre che un carattere insospettabile. Qualcosa per cui la Lotus, BELLA E DANNATA, può esser contenta in vista del 2014.

La monoposto – Lotus E21: voto 7
lotusLa Lotus E21 si presenta come la chiara evoluzione del progetto 2012, soprattutto per quanto riguarda gli scarichi, che vengono presentati in versione “Red Bull”, cioè a scivolo e tunnel. Veloce, affidabile e, soprattutto, estremamente gentile con le gomme: ingredienti preziosissimi che regalano al simpatico ed irriverente team anglo-francese un debutto eccellente, con Raikkonen primo al Gp di Australia. Le basi per una stagione straordinaria ci sono tutte ma la E21, nonostante le buone prestazioni in qualifica e soprattutto in gara, si dimostra ancora una volta mancante di quel qualcosa in più per battere gli avversari.

L’aiuto potrebbe venire dal Drag Reduction Device, ma i tecnici faticano a farlo funzionare come si deve, rimandando continuamente il debutto del sistema in gara. Poi l’idea del “passo lungo”, che consente una migliore distribuzione dei pesi e migliora le prestazioni della vettura sui circuiti veloci, che però arriva troppo tardi (per sfortuna di Grosjean, ma anche per la gioia di Raikkonen…) . Le idee non mancano quindi ma, dopo metà stagione, quello che dovrebbe trasponderle sulla vettura lascia Enstone per accasarsi a Maranello. E con James Allison se ne vanno i sogni di gloria della Lotus, che nel finale dice addio anche a Raikkonen ed alla possibilità di giocarsi addirittura il secondo posto in classifica costruttori, confermando di aver smarrito definitivamente il bandolo della matassa. Tanto fumo, poco arrosto.

I piloti

Kimi Raikkonen, voto 8
Peccato per il “mal di schiena” (e per il mal di corsa pro-bono…), che privano anzitempo il mondiale 2013 del Re del Demotivational, nonché protagonista della lotta mondiale. Nella prima parte di stagione, Kimi Raikkonen, con le sue rimonte basate su strategie conservative, sembra il più forte tra coloro che possono impedire a Sebastian Vettel di scavare il solco rispetto a tutto il resto del mondo. Emblematiche le gare di Melbourne (unica vittoria stagionale della Lotus), e del Bahrain (secondo posto dopo una partenza dalla quarta fila). Con il ritorno del kevlar e subito dopo la pausa estiva, il finlandese comincia a funzionare ad intermittenza.

Catastrofico in qualifica (a Monza, a Singapore, in Corea), in gara sa sfoderare la cattiveria e l’opportunismo dell’agonista puro, portandosi spesso e volentieri sul podio e facendo vittime illustri: meraviglioso il sorpasso all’esterno su Jenson Button a Singapore; implacabile quello su Romain Grosjean in Corea. E quando la strategia al limite manda alle ortiche il risultato, come in India (gara che peraltro resterà negli annali per questo team radio), Kimi si toglie la soddisfazione di strappare il giro veloce della gara a un certo Sebastian Vettel che si invola verso il quarto titolo mondiale. D’altronde, Kimi è Kimi… INEFFABILE

lotus-grosjean-ungheriaRomain Grosjean, voto 8+ per il crescendo sul finale. Da brutto anatroccolo a cigno, il francese è la vera sorpresa del campionato 2013. Dopo un anno d’esordio catastrofico in cui si era guadagnato il poco lusinghiero appellativo di “Crashjean”, Romain ha un approccio piuttosto timido al 2013, in cui sembra prendere le misure alle piste, agli avversari, a se stesso. Non manca di sfoderare un’andatura da maratoneta (in Bahrain, quando agguanta il podio ai danni di Paul Di Resta dopo essere partito dall’undicesima posizione), ma neanche di ricadere nei vecchi vizi (a Montecarlo, quando plana su Ricciardo).

Sembra destinato a una stagione anonima, quando arriva prepotente il cambiamento. Diventa papà, comincia a far meglio dell’ingombrante compagno di squadra in qualifica, gira veloce quanto (e più di lui) in gara: Romain Grosjean si strappa dal viso il sorriso svagato e le guanciotte rosse da timidone, ed esce gli artigli. Per lui arrivano quattro podi nelle ultime sei gare, tra cui una rimonta epica in India (da diciassettesimo a terzo) in cui tira per 47 impossibili giri un set di gomme, e un secondo posto ad Austin che rappresenta anche il miglior risultato della sua carriera. RIVELAZIONE

Heikki Kovalainen, voto 4. Buttarsi nella bagarre a due gare dalla fine con una vettura sconosciuta non sarebbe stato semplice per nessuno. Ma, dal finlandese ex McLaren, pilota “dotato di grande esperienza” – e di capacità assai sopravvalutate- ci si sarebbe francamente aspettati di più di due quattordici posti incolori, quanto inutili. SPRECATO

Social media specialist Lotus: voto 10. Tu, proprio tu che gestisci l’account Twitter della scuderia di Enstone. Chiunque tu sia, hats off: ci hai fatto ridere per un lungo anno. E, tra gomme che cambiavano, test segreti, processi farsa, voci di mercato surreali, domini impossibili, gare trenino e penalità discutibili, ne avevamo tanto bisogno. EPIC WINNER

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