Coulthard racconta Schumacher: “In pista, ci ha distrutti”

L’ex pilota scozzese racconta i suoi anni in pista con Michael Schumacher e ammette: “Non sono mai stato al suo livello. In pista ci ha distrutti”.

coulthardSe pensiamo alla sfida tra David Coulthard e Michael Schumacher, la prima immagine che ci passa in mente è, senza ombra di dubbio, quella di Spa Francorchamps 1998. Lo scozzese e il tedesco, nel corso della loro carriera in F1, hanno avuto più occasioni per trovarsi ruota a ruota, spesso in situazioni davvero al limite.

Nonostante tutto, anche l’ex pilota scozzese è in grande apprensione per le condizioni di salute del più blasonato collega tedesco, ricoverato in condizioni critiche presso l’ospedale di Grenoble, in Francia, dopo l’incidente sugli sci di domenica scorsa. Dalle pagine del quotidiano Telegraph, Coulthard racconta il suo rapporto con Schumacher e fa emergere anche i lati di Michael che sono rimasti spesso sconosciuti al grande pubblico, abituato a vederlo solamente come un freddo calcolatore.

“I vari messaggi arrivati nelle ultime ore sullo stato di salute di Michael SChumacher da parte del mondo della F1, ma in senso più ampio da parte di tutto l’universo sportivo e non, mi hanno sorpreso. A mio parere, questo è l’atteso riconoscimento di Michael come grande uomo di sport. La verità è che non credo che abbia ricevuto il giusto riconoscimento per quanto ha meritatamente conquistato nella sua carriera. E lo dico io per primo, con il senno di poi”, scrive Coulthard.

Lo scozzese, ricordando certe manovre al limite di Michael, ammette: “A volte ha superato il limite, come a Jerez ’97. Tanti, me compreso, parlano di lui come un campione sopra le righe, ma non si possono discutere i suoi successi. Poteva essere irritante e ho avuto numerosi scontri con lui, ma in fin dei conti in pista ci ha distrutto”.

Per raccontare il Michael pilota, Coulthard racconta l’episodio del GP del Belgio ’98. “A Spa dopo che ci siamo scontrati sotto la pioggia, lui si precipitò verso i box della McLaren e mi accusò di aver cercato di ucciderlo. Più tardi, gli chiesi esasperato se lui avesse mai sbagliato qualcosa durante la sua vita. E mi rispose ‘Non che io ricordi’. Questo riassume la sua figura. Aveva completa fiducia in sé stesso ed è per questo che è diventato un campione. Se prima facevo fatica a dirlo, oggi non ho problemi: non sono mai stato al suo livello. Michael è stato un riferimento per me. Capisco adesso, che quando riuscivo a batterlo avevo fatto un buon lavoro”.

Ma Schumacher non è solo una macchina da guerra in grado di macinare chilometri su chilometri per puntare alla vittoria. E David lo sottolinea in un ulteriore passaggio. C’erano due lati di Michael: uno da concorrente spietato, l’altro da padre di famiglia, generoso e gentile. Se facevi parte della sua cerchia di fiducia, allora era leale. Se non lo eri, poteva tagliarti fuori completamente. Personalmente, non ho mai saputo a che campo appartenevo, ma il nostro rapporto in comune ai tempi della Mercedes ha migliorato la nostra relazione. C’è sempre stato rispetto tra di noi”.

E proprio sul ritorno in F1 con la Mercedes, Coulthard aggiunge:Il ritorno di Michael ci ha mostrato più il suo lato umano. Vederlo lottare e perdere contro Vettel, Alonso e Hamilton – anche se non sempre per colpa sua – ci dimostra che il tempo non aspetta nessuno. Quel modo di lottare con la Mercedes ci ha dato modo di apprezzare che il suo approccio non era affatto cambiato”.

E nella parte conclusiva del suo articolo, Coulthard parla del dramma di Schumacher, non più da pilota, ma da essere umano come un altro. “Questo incidente porta Michael ad un livello ancora più umano. Ecco un padre, come qualsiasi altro, che ha moglie e figli al capezzale a pregare che ce la faccia a venirne fuori. La cosa terribile è che spesso deve capitare qualcosa del genere per dire quanto ci sentiamo vicini a qualcuno. Mi auguro che Michael continui ad avere le migliori cure possibili e che ne esca vincitore”, ha concluso.

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